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Soundtrack: Avengers - Endgame di Alan Silvestri

5 agosto 2019 Soundtrack 0 Commenti
Avengers: Endgame

Francesco Carbonaro, in collaborazione con Colonne Sonore* * * * *

Tornato al timone dei cinecomics Marvel con “Avengers – Infinity War”, Alan Silvestri compone per “Avengers – Endgame” una partitura imponente, che mette insieme tutti i colori orchestrali , partendo ovviamente dal nostalgico richiesto dalla prima parte della pellicola…


Piacciano o no, i cinecomics hanno fatto la storia del cinema di questo ultimo decennio. L’intertestualità che si è venuta a creare tra i vari film Marvel e i vari riferimenti a serie Tv o altri prodotti ha creato una sorta di ipertesto che, nel bene e nel male, ha contribuito alla nascita di un universo che, mai prima del 2008, era riuscito a prendere piede. Il merito di Kevin Feige è, dunque, quello di aver creato un universo a sé stante, fatto di continui richiami e di aver portato sullo schermo personaggi diventati iconici ed epici, alla stregua dei grandi eroi del passato.
Ora, a distanza di un anno dal film che ha riscritto le regole della narrazione dei cinecomics (Infinity War) esce l’ultimo attesissimo capitolo della saga dedicata ai super eroi Marvel. Sappiamo che i due film dei fratelli Russo sono stati girati contemporaneamente e, in una sorta di continuità, la bacchetta del maestro è stata nuovamente data ad Alan Silvestri il quale, già in passato, aveva collaborato con Joe Johnston per Captain America – Il primo vendicatore e con Joss Whedon per il primo capitolo dedicato ai Vendicatori. Proprio lavorando a quest’ultimo, Silvestri ha certamente composto uno dei temi più iconici dell’intero universo che ha pervaso anche la pellicola successiva Age of Ultron, dove Whedon si era affidato a uno strano binomio Danny Elfman – Brian Tyler.

Silvestri è tornato al timone proprio con Infinity War per il quale il compositore aveva messo insieme una partitura imponente. Con Endgame il compositore di Ritorno al futuro continua sul medesimo sentiero, mettendo insieme tutti i colori orchestrali. La prima parte di questa colonna sonora è tutta intrisa del sentimento di nostalgica malinconica che aveva caratterizzato le ultime pagine del precedente lavoro. In “Totally fine”, i colori musicali del nostalgico aprono l’album che poi presenta il classico tema, qui lievemente modificato, in “No trust”. Se nella precedente partitura il Leitmotiv compariva occasionalmente senza mai prendere del tutto la scena (se non nei passaggi chiave) qui Silvestri sembra sezionarlo e riproporlo in varie sfaccettature in una sorta di celebrazione. Gli archi che aprono l’esposizione del tema costituiscono un leitmotiv dell’intera partitura. In “Becoming whole again” e “I figured it out”, lo spirito avventuroso, che molte volte caratterizza i lavori di Silvestri, sembra essere stato invaso da un tono elegiaco che raramente lascia spazio ad altro. Solo in “The how works” e “So many stairs” un andamento furtivo e scanzonato sembra spodestare i toni grevi che venano l’intera partitura. Via via che ascoltiamo questo lavoro, ci accorgiamo di come Silvestri abbia sapientemente distribuito le varie tonalità intervallate da momenti di grande epica; pensiamo al brano “One shot” dove il tema sapientemente esposto viene ripreso in forma grandiosa oppure basti udire la corsa dei fiati che scorgiamo in “I can’t risk this” e “The tool of a thief” per averne un’idea.

Epica e nostalgia si uniscono in una miscela musicale che solo la perizia di un bravo compositore come lui riescono a equilibrare in un gioco musicale sottile e arguto. Consideriamo gli accenti horror inframmezzati agli accenti vivaci in “Destiny fulfilled”. Tutta la score è infatti strutturata su questo complesso equilibrio che Silvestri è riuscito a infondere. La tavolozza del nostro compositore è ampia e talmente varia da saper ricoprire gran parte delle sfaccettature della sceneggiatura. La capacità di miscelare andamenti militari (basti pensare al tema di Capitan America rimodulato in una serie infinita di varianti) con il tema principale che vediamo in “Whatever it takes” è simbolo del fatto che il compositore è riuscito a forgiare, a padroneggiare e a spalmare tutte le tonalità. In “Not good” ritroviamo il Leitmotiv del sacrificio legato alla gemma dell’anima qui ripreso in maniera maestosa. Il fluire musicale è una continua corsa che mette sul percorso elementi inaspettati e ritmi forsennati. Basti pensare a “I was made for this” dove troviamo nel medesimo brano due andature antitetiche: si passa da note lunghe eseguite dagli archi a un crescendo che conduce alle tipiche sonorità avventurose – silvestriane contenute nel pezzo “Tunnel escape” e che proseguono in “Worth it”.

È tuttavia con “Portals” che Silvestri tocca un vertice di rara grandiosità. Qui la componente corale, gli archi e i fiati trovano un perfetto connubio risolto nell’epica esecuzione del tema; in rari casi la grandiosità sinfonica di questo geniale compositore era riuscita a creare un tale pathos celebrativo, degno della grande tradizione eroica. Un turbine musicale che avvolge l’ascoltatore e lo conduce nel più tradizionale andamento avventuroso, caratterizzante lo stile di Silvestri (“Get this thing started” e “The one”). La travolgente peripezia musicale di questi pezzi trova adeguato compimento nei brani “You did good” e “The real hero” nei quali il ritmo si distende e si torna a respirare un’atmosfera densa di sensazioni e memorie come suggeriscono gli archi e i fiati dello stesso “The real hero” che coagulano il groviglio delle emozioni accumulate. Gli archi qui si distendono a pieno ed elevano il tono a un livello in cui la spettacolarità lascia lo spazio alle sensazioni e alle emozioni di ciò che è stato, fatto di rimandi tematici, come accade anche in “Five seconds” dove il tema del capitano viene ripreso e accennato con grande sottigliezza. È però con “Main on end” che Silvestri supera se stesso creando una musica celebrativa e dal forte impatto emotivo, in cui le tinte militari si uniscono ad aperture liriche su cui si innestano le note del tema principale che conclude il lavoro e (forse) un’intera epoca.

C’era una volta il tempo di Omero che cantava di Achille ed Ettore, oggi i tempi sono cambiati ma l’uomo rimane affamato di gesta, di personaggi straordinari sulle cui avventure poter sognare; non si canta più dei personaggi omerici ma di Capitan America e di Iron Man, novelli eroi epici che, come nella miglior tradizione omerica, sono accompagnati da musica. Le note su cui Omero (o chi per lui) cantava le gesta dei suoi eroi sono perdute, oggi la musica che accompagna i nuovi epici protagonisti è più viva che mai. Silvestri è riuscito a ricreare l’epicità delle immagini nella musica, mettendo insieme una partitura che va ben oltre la consueta colonna sonora da blockbuster, riuscendo a mescere tutti gli elementi musicali che sono specchio della varietà umana cui si ispira: uomini, eroi e cattivi.


La copertina del CDTitolo: Avengers – Endgame (Id.)

Compositore: Alan Silvestri

Etichetta: Hollywood Records, 2019

Numero dei brani: 35

Durata: 116′ 34”


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