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“in questo mondo libero…” di Ken Loach

2 settembre 2007 Recensioni 2 Commenti
Gabriele Marcello, 2 Settembre 2007: Classico
Bim, 28 Settembre 2007

Angie perde il lavoro per aver rifiutato le avance di un suo superiore. Decide allora di mettersi in società con la sua coinquilina e aprire un’azienda di reclutamento per il lavoro temporaneo di immigrati. Ma mandare avanti l’agenzia è tutt’altro che semplice e per riuscire a titare avanti Angie riscia di perdere la sua umanità


Questo è Kean Loach, uno che non sorprende con nuove tematiche e storie assurde o, addirittura, cambiando genere e riciclandosi in pastrocchi vari, ma sa quello che deve raccontare e lo fa al meglio. Un anno fa con Il vento che accarezza l’erba vinceva la Palma d’Oro a Cannes, ora tenta di ripetere il colpaccio a Venezia con uno dei suoi film più riusciti, in questo mondo libero….

Pochi fronzoli, anzi nessuno, per una pellicola asciutta come da regola, rinvigorita qua e là da qualche battuta e condotta verso l’epilogo con la mano ferma di chi vuole scendere fino in fondo nelle pieghe del marcio intorno a noi. in questo mondo libero… è un perfetto ritratto della condizione sociale delle low class britanniche e non solo, perché se da una parte la situazione degli stranieri può sembrare già vista e risaputa, dall’altra il personaggio di Angie e la sua famiglia (coinquilina compresa) sono lo specchio del falso health step di Londra.

La necessità dell’indipendenza spingono questa non eroina a perdere tutti i rimasugli possibili di umanità e, per certi versi, il film inglese si avvicina al pessimo film italiano di Vincenzo Marra, L’ora di punta. In entrambe le opere i protagonisti abbandonano la possibilità di una vita onesta e scelgono la facile strada del lavoro sporco, ma se nella pellicola italiana il protagonista assume le caratteristiche di un freddo automa senza cuore (e senza la minima espressività), in quella inglese la cattiveria di Angie e la sua mancanza di scrupoli hanno una giustificazione: la ricerca di una vita migliore e della libertà. Non la si ama mai, questa donna, forse perché è troppo simile a noi, né le si può stare contro, dal momento che agisce per il suo bene e per quello dei suoi cari, senza filantropia, senza pietà. «Mors tua vita mea» è il suo motto e alla fine, in una perfetta circolarità. Ha ragione: solo agendo per sé trova la serenità economica. Ma non è certo.

Il fantasma dell’epoca Thatcher assume per Ken Loach le stesse connotazioni che l’Imperialismo britannico aveva per Virginia Woolf, un gloomy ghost (spettro sibillino) difficilmente deformabile nella Londra cosmopolita e divertita che crediamo di conoscere. La City per eccellenza è solo il teatro dove poveri diavoli tentano di trovare un posto o, meglio, un letto per poter riposare. Quasi un classico istantaneo questo film, fomentatore di polemiche e di dibattiti, sorretto dalla mostruosa bravura della sconosciuta Kierson Wareing – con capelli sbiaditi, tacchi cafoni e la tristezza negli occhi – che meriterebbe senza dubbio un giusto premio.


Titolo: in questo mondo libero… (It’s a Free World…)
Regia: Ken Loach
Sceneggiatura: Paul Laverty
Fotografia: Nigel Willoughby
Interpreti: Kierston Wareing, Juliet Ellis, Leslaw Zurek, Colin Caughlin, Joe Siffleet, Frank Gilhooley, Radoslaw Kaim, Steve Lorrigan, Nadine Marshall, Raymond Mearns, Faruk Pruti, Serge Soric, Branko Tomovic
Nazionalità: Regno Unito – Italia – Germania – Spagna, 2007
Durata: 1h. 36′


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Attualmente ci sono 2 commenti a questo articolo:

  1. […] tratta da Cinefile Tag: cinema, In questo mondo […]

  2. Anonimo ha detto:

    http://www.youtube.com/watch?v=05MHxcIWpoE

    Avete presente il libro che si vede nel video?
    Fantastico video, fantastico libro. L’ho letto, capito ed amato!
    Sapete come l’ha pubblicato l’autore? Con uno di questi nuovi siti di autoeditoria alternativa, e ha avuto un successone!!!
    Appena finisco di scrivere il mio manco gli do importanza ai grandi editori, tutti Eco, Totti e successi oltreoceano!

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