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"La trattativa" di Sabina Guzzanti

1 ottobre 2014 Recensioni 5 Commenti
La trattativa

Bim, 2 Ottobre 2014 – Risaputo

Di cosa si parla quando si parla della trattativa? Delle concessioni dello Stato alla mafia in cambio della cessazione delle stragi? Di chi ha assassinato Falcone e Borsellino? Dell’eterna convivenza tra mafia e politica? Tra mafia e Chiesa? Tra mafia e forze dell’ordine? O c’è anche dell’altro?


Sabino Civilleri e Franz Cantalupo in La trattativaIn una manifestazione il cui nome ufficiale è “Mostra Internazionale d’Arte Cinematografica”, un prodotto come questo non ha ragione di essere. La trattativa è una docu-fiction curata e dall’impianto scenico interessante, ma non è cinema. Eppure è giusto aver deciso di presentarla al Lido perché a certe storie, al di là della loro dignità cinematografica, bisogna sempre offrire la platea più ampia possibile. Detto questo, la confezione tecnica è il maggior pregio della pellicola, perché purtroppo quasi tutto ciò che racconta è ben noto al pubblico italiano e molte cose che sarebbe stato interessante e persino illuminante raccontare, la Guzzanti ha svolto in maniera sbrigativa, per mancanza di prove o semplicemente per superficialità nelle ricerche.

Michele Franco in una scena di La trattativaL’autrice di Viva Zapatero! ricostruisce qui le zone grigie della lotta alla mafia attraverso qualche filmato di repertorio (sempre del Tg1 e quasi sempre sequenze ben note), alcune interessanti interviste esclusive a mafiosi pentiti e tante sequenze ricostruite in studio. Sono queste sequenze il vero cuore filmico del progetto: ben fotografate da Daniele Ciprì, vedono ogni attore interpretare più di un ruolo (magistrale Nicola Pannelli nei panni del colonnello Riccio) e i dialoghi infrangere spesso la quarta parete. L’esposizione ne risulta chiara e divertente anche se, appunto, risaputa. L’unica eccezione alla notorietà di quanto raccontato è la storia del boss di Caltanissetta Luigi Ilardo, strumentale per la cattura di Bernardo Provenzano ma poco raccontato quando non totalmente disconosciuto dai giornali.

Una scena di La trattativaAlcune delle domande poste nella sinossi ufficiale del film riportata in cima a questa pagina nemmeno vengono affrontate (mafia e Chiesa, ad esempio), e l’impressione è che ci sia molto altro da dire sugli argomenti trattati ma nessun’altra ramificazione possibile dell’argomento generale. Dalla pellicola, poi, esce parecchio ingigantita la figura di Marcello Dell’Utri, presentato come la vera mente dietro molte operazioni mafiose (tra cui l’ideazione stessa di Forza Italia) ma che a legger le cronache pare invece il più classico degli intermediari. E questo è forse il problema vero di ciò che viene detto: alla luce di quanto è noto ma che qui non viene riportato, quanto è faziosa la ricostruzione dei fatti operata dalla Guzzanti e dai suoi? Starà agli spettatori decidere quanto e quando credere al film, che è comunque sufficientemente valido da meritare di essere visto, foss’anche solo per rinfrescare la memoria su molti avvenimenti già noti.


La locandina di La trattativaTitolo: La trattativa
Regia: Sabina Guzzanti
Sceneggiatura: Sabina Guzzanti
Fotografia: Daniele Ciprì
Interpreti: Maurizio Bologna, Ninni Bruschetta, Franz Cantalupo, Claudio Castrogiovanni, Sabino Civilleri, Michele Franco, Sabina Guzzanti, Enzo Lombardo, Filippo Luna, Jay Natelle, Nicola Pannelli, Sergio Pierattini
Nazionalità: Italia, 2014
Durata: 1h. 48′


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Attualmente ci sono 5 commenti a questo articolo:

  1. Antonio ha detto:

    Interessante recensione,soprattutto conoscendo lo stile di Sabina Guzzanti sempre graffiante e cinico.
    Dopotutto e’ una delle poche che fa satira con grande coraggio demolendo politici e partiti oramai giunti al loro “crepuscolo”(definirli decadenti potrebbe offendere Pascoli hihihihi).

  2. Sebastiano ha detto:

    Sono sinceramente contento per il verde dato al film e per il buon lavoro fatto dal punto di vista tecnico, perche’ cosi’ so che posso andare a vederlo tranquillamente.
    Infatti, non mi crederete ma il mio pensiero sull’opera e’ esattamente quello che leggo qui pur non avendolo ancora visto, perche’ da sempre della Guzzanti ho questa idea precisa: colpisce, si’, ma colpisce facile, sapendo gia’ dove puo’ e dove non puo’.
    E’ faziosa, innegabilmente, e per chi fa satira e’ l’ultima cosa che ci si puo’ permettere. Peccato per noi ma soprattutto per lei.
    Ora una domanda: il “cancelletto”messo al titolo… non vi siete gia’ rotti i cosiddetti?

  3. Alberto Cassani ha detto:

    Assolutamente. La Guzzanti ha sempre fatto satira facile, sparando sempre al bersaglio grosso (Berlusconi, in ogni sua sfaccettatura). E infatti anche qui non perde occasione per prendersela col suo nemico, che a conti fatti nulla centra con il tema del film. Che poi va bene quando fai satira e basta, ma se fai un documentario dovresti concentrarti su ciò che devi raccontare…

  4. Fabrizio Degni ha detto:

    “Risaputo”… non poteva riassumersi meglio quanto affrescato dalla recensione e riportato dalla Guzzanti. Proprio oggi sentivo che i soliti noti (risaputo…) mettevano in luce gli scarsi incassi al botteghino proprio attaccare la Guzzanti… mi veniva e viene da ridere… che pochezza….
    Spero di avere la fortuna di vederlo benche’ fa sempre male avere conferme su questioni per le quali sarebbe meglio scrivere e lasciare altro “ai posteri”.

  5. Alberto Cassani ha detto:

    Va be’, è chiaro che nella lotta senza quartiere attorno a questi argomenti ci si attacca sempre a tutto… Di certo la forma scelta è interessante, ma ci sarebbe voluto un regista più attento ed esperto per raccontare in maniera davvero efficace questa vicenda. Il dramma, però, è che se non l’avesse fatto al Guzzanti non l’avrebbe fatto nessuno…

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