Galantuomini di Edoardo Winspeare
01 Distrbution, 21 Novembre 2008 – Viscerale
Lucia è una donna forte, gestisce la criminalità nel Salento per conto di un importante boss. L’arrivo nel suo territorio di un altro criminale che si rifiuta di scendere a patti con lei e il ritorno da Milano di un magistrato suo amico d’infanzia complica le cose…
Edoardo Winspeare, regista pugliese dal suggestivo nome anglofono, era presentato ai tempi dei suoi esordi come una delle promesse che avrebbe potuto risollevare il cinema italiano, e in effetti sia Pizzicata sia Sangue vivo le carte in regola le avevano; ma poi, il flop del pur valido Il miracolo ha rimesso tutto in discussione e il suo nome – come spesso accade in Italia – è diventato uno di quelli di cui ci si fida con circospezione. Ma se il cinema italiano non è rinato non è certo colpa sua e a cique anni di distanza da quel film, Winspeare torna a voler dimostrare il suo talento e lo fa con un forte film popolare e intenso – pur con qualche limite – volto a scoprire lati oscuri del suo amato Salento.
Scritto dal regista con Andrea Piva e Alessandro Valenti, Galantuomini è un melodramma nero tragico, che mescola i sapori ancestrali della tragedia mediterranea con la consapevolezza storico-giornalistica del racconto d’attualità, in un film che tra alti e bassi sa affascinare lo spettatore.
Ambientato tra la fine degli anni 70 e i 90, un nuovo viaggio all’interno di una certa cultura popolare pugliese che prende a pretesto la nascita della Sacra Corona Unita per una riflessione sociologica e antropologica sulla criminalità nel sud moderno, dove i residui del brigantaggio cercano la strada dell’organizzazione, della ricchezza e del potere. Ma anche, in linea con la doppia anima del film, uno sguardo curioso sul ruolo rivoluzionario di una donna boss, che pure deve fare i conti con un’interiorità distrutta.
Con Galantuomini Winspeare realizza un film fatto di alti e bassi, che si prende qualche pausa, una cronaca intima raccontata in modo anti-cronachistico che soffre una prima parte un po’ priva di forza e vitalità – anche nera – e che si riscatta in un prosieguo più spesso e vigoroso, dove le anime del film trovano coerenza anche filmica nella scelta di concentrarsi sul personaggio di Lucia, di farne l’icona e il canale di passaggio dei temi, di farne lo sbocco iconografico delle idee del film (i lunghi primi piani sulle sue reazioni sono li a dimostrarlo).
Una sceneggiatura equilibrata tra epopea nera e descrizione umana che però ha il limite maggiore, eccetto qualche dialogo difficoltoso, nella gestione dei personaggi altri da Lucia: mentre il magistrato è mal strutturato anche come ingranaggio, il socio viene sprecato proprio quando stava per diventare vero e interessante. Winspeare sa gestire bene forma e confezione e se all’inizio fatica a dare una direzione precisa al film, dopo prosegue più sicuro sia nello sguardo sia nell’azione. Inoltre, Galantuomini segna la definitiva conferma di Donatella Finocchiaro, attrice notevole, intensa, credibile e di grande carisma che ruba la scena a tutti, soprattutto ai co-protagonisti come Fabrizio Gifuni (bravo ma ingabbiato) o Giuseppe Fiorello, monocorde. Crediamo, anche viste le reazioni positive al Festival di Roma, che il film risolleverà di sicuro le sorti del nome di Winspeare e anche se non farà il voodoo al putrescente cinema nostrano, di sicuro è una boccata d’ossigeno per lo spettatore insoddisfatto.
Titolo: Galantuomini
Regia: Edoardo Winspeare
Sceneggiatura: Andrea Piva, Alessandro Valenti, Edoardo Winspeare
Fotografia: Paolo Carnera
Interpreti: Donatella Finocchiaro, Fabrizio Gifuni, Beppe Fiorello, Gioia Spaziani, Marcello Prayer, Lamberto Probo, Antonio Carluccio, Giorgio Colangeli
Nazionalità: Italia, 2008
Durata: 1h. 40′
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