Soundtrack: "I Croods" di Alan Silvestri
Valerio Mastrangeli, in collaborazione con Colonne Sonore – * * * ½
Colonna sonora per il film d’animazione DreamWorks diretto da Chris Sanders, “I Croods” offre ad Alan Silvestri la possibilità di cimentarsi nuovamente nella composizione per lungometraggi animati, dopo più di 6 anni dalla sua ultima prova, “Uno Zoo in Fuga”…
Colonna sonora per il film d’animazione DreamWorks diretto da Chris Sanders, I Croods offre ad Alan Silvestri la possibilità di cimentarsi nuovamente nella composizione per lungometraggi animati, dopo più di 6 anni dalla sua ultima prova, Uno Zoo in Fuga.
Fin dai primi istanti, l’ascolto si presenta piacevole e avvolgente, facendo dimenticare completamente le prove meno convincenti legate a lavori come The Avengers o The A-Team, decisamente sottotono per l’autore brillante ed eclettico di Ritorno al Futuro o La Mummia – Il Ritorno. L’album, dopo la canzone “Shine Your Way” di Owl City & Yuna, si apre con un gradevole “Prologue”, che offre un’introduzione di ampio respiro, dal sapore assai delicato ed evocativo, per archi e ottoni, seguito da una ritmica sintetizzata ben più frizzante e avvolgente, che esplode nella prima esecuzione del tema portante della composizione.
Dopo un’energica “Smash and Grab”, caratterizzata da una ritmica marziale e serrata per rullante sulla quale Silvestri costruisce una melodia altrettanto ben cadenzata e arricchita da un’orchestrazione piena, in cui la sezione degli ottoni occupa la prima linea (ricordando per alcuni versi, seppur lontanamente, “Downtown”, sempre dell’autore, probabilmente per le timbriche che caratterizzano le trombe), l’album prosegue con “Bear Owl Escape”, brano che svela lo stile portante della composizione, caratterizzato da un’orchestrazione corposa che alterna imponenti sequenze assai muscolari a commenti più delicati e ben centellinati, che tendono spesso a un elegante e mai esagerato mickeymousing, soprattutto grazie all’ausilio della sezione dei fiati. Nel brano in questione, così come in “Fire and Corn”, si percepisce molto l’influenza dell’ultimo lavoro svolto dall’autore per questo genere cinematografico, Uno Zoo in Fuga, tant’è che in più di un momento fa capolino un tema che ricorda molto quello del lungometraggio Disney.
“Exploring New Dangers” introduce magnificamente lo stile d’azione più massiccio e convincente dell’ultimo Silvestri, ben orchestrato e dall’inconfondibile stile personale dell’autore. Il brano, insieme al seguente “Piranhakeets” e “Fire and Corn” offrono un sunto magnifico delle sequenze più energiche e brillanti dell’opera, e nell’ultimo è possibile apprezzare un fitto intreccio tra le varie sezioni dell’orchestra, capace di trasmettere la grande frenesia che si percepisce guardando la sequenza commentata, mista a un retrogusto ironico e fanciullesco, decisamente in linea col sapore della pellicola. L’autore, oltre a queste e altre numerose sequenze composte esclusivamente per l’orchestra, arricchisce la paletta timbrica dell’opera con altre scelte in linea col suo stile così come lo abbiamo conosciuto a partire dalla fine degli anni 90: “Going Guys Way”, caratterizzata da un piacevole pizzicato per chitarra che suona sulla soddisfacente ritmica frizzante e moderna sottostante, o “Family Maze”, che accosta un delicato Leitmotiv dal gusto malinconico a una ritmica sintetizzata che supporta egregiamente le note suonate dall’orchestra, gestita in modo da non far sovrastare le varie sezioni, bensì pensata per un’esecuzione in sequenza capace d’interpretare il motivo l’una dopo l’altra.
L’opera continua a evolversi e fornire in alternanza brani di grande impatto come “Planet Collapse”, molto vicino nelle intenzioni a lavori come Una Notte al Museo o La Mummia – Il Ritorno, o “Big Idea”, muscolare esecuzione degli ottoni costruita su di un’affascinante ritmica marziale, o movimenti ben più emozionanti, come la delicata “Cave Painting”, che cattura l’animo evocativo e malinconico di un qualcosa del passato che ora non esiste più, se non attraverso l’eredità lasciata sulle pareti delle caverne dai nostri avi.
Il disco si chiude con quattro brani che racchiudono i momenti più caratterizzanti dello score: “Epilogue”, “Cave Painting Theme”, “The Crood’s Family Theme” e “Cantina Croods” (quest’ultima decisamente fuori dalle righe, ma nel complesso assai piacevole). Tale scelta sembra voler mettere da parte i brani di puro commento, probabilmente meno originali e più soggetti a essere interpretati come buon mestiere arricchiti dallo stile personale dell’artista. Nonostante ciò, c’è da dire che sono proprio le sequenze più frenetiche quelle che catturano l’attenzione, capaci di mostrare ancora una volta l’abilità dell’autore nel gestire una grande orchestra bucando lo schermo e andando ben oltre il supporto sonoro.
Tirando le somme, I Croods è un lavoro solido e convincente, che offre ad Alan Silvestri la possibilità di sfoderare ancora una volta le sue armi migliori: la pura e semplice composizione sinfonica, ricca di Leitmotiv, con uno stile personale e col giusto livello di complessità. La presenza di Chris Sanders alla regia indubbiamente ha esercitato un’influenza positiva sull’autore, col quale aveva già collaborato in passato per Lilo & Stitch, e la prova di John Powell per Dragon Trainer è stato senza dubbio ulteriore e valido motivo per prediligere scelte musicali di qualità.
Come accennato all’inizio, l’album si apre con la canzone “Shine Your Way” di Owl City & Yuna, brano energico e pulsante, probabilmente un cliché per il genere ma indubbiamente gradevole e brillante, adatto soprattutto alle giovani generazioni. Con ben 70 minuti di musica, di cui più di 65 riservati allo score composto da Alan Silvestri, il disco pubblicato da Sony Classical offre il meglio dell’opera, rispettando le aspettative che è lecito nutrire nei confronti dello storico autore di Ritorno al Futuro.
Titolo: I Croods (The Croods)
Compositore: Alan Silvestri, Aa.Vv.
Etichetta: Sony Classical, 2013
Numero dei brani: 23 (22 di commento + 1 canzone)
Durata: 70′ 17”
Commenti recenti