Soundtrack: X-Men - Dark Phoenix di Hans Zimmer
Davide Leo, in collaborazione con Colonne Sonore – * * *
Come nei suoi lavori migliori, anche nella sua colonna sonora per il sottovalutato film di Simon Kinberg il tedesco Hans Zimmer ha composto lunghe suite dai titoli evocativi, adagiate su una progressione intrisa di fatalismo, con esplosioni action di cui solo lui è capace…
Se Hans Zimmer presenta un album con poche ma lunghe tracce in forma di suite, per di più dai titoli brevi ma suggestivi – esattamente come nei suoi lavori-cardine degli anni ’90 (Broken Arrow, Point of No Return) – è il segno che sta facendo sul serio. E basta dare un’occhiata alla scaletta di X-Men – Dark Phoenix per capire che è questo il caso.
Dal punto di vista della continuità con gli episodi precedenti della serie, il musicista di Francoforte sembra non farsi alcun problema: sfrutta il potenziale tragico del sottovalutato film di Simon Kinberg per tirar fuori un tema polifonico tutto nuovo, dal sapore di inno come da miglior tradizione (“Gap”). Ma la distanza dagli accorati motivi del periodo d’oro zimmeriano si fa evidente fin dall’inizio: ricorso quasi ossessivo ai registri gravi e un’estenuata economia di mezzi rispecchiano le ultime tendenze del compositore (Dunkirk, Blade Runner 2049), e siamo dunque ancor più lontani dal techno-sinfonismo in continua “mutazione” del capostipite di Michael Kamen, dal suo tematismo evidente così come da quello delle successive score di John Powell e John Ottman, nonché Henry Jackman, francamente non all’altezza dell’originale.
Analogamente a quanto aveva compiuto Danny Elfman con Justice League – uno score per il resto agli antipodi con la partitura zimmeriana – Zimmer in Dark Phoenix rifugge finché può l’espediente del motto incisivo, adagiando la sua melodia principale su una progressione intrisa di fatalismo e tutt’altro che svettante come nella maggior parte delle musiche di genere. Eppure resta sostanzialmente legato, nel rapporto con i circostanti tappeti sonori al limite del rumorismo, alla modalità discorsiva dell’irruzione, laddove Elfman aveva portato avanti quella della costruzione.
E’ ancora nel lavoro maniacale sul sound che Zimmer ribadisce l’insensatezza del confine tra produttore musicale e compositore: il dato acustico soltanto sembra interessarlo; così le riproposizioni del tema nel primo, già citato brano “Gap”, o nei minuti conclusivi di “Intimate” – esplosione di action di cui solo Zimmer è capace – vivono di una “sovrapproduzione” che è essa stessa sostanza del discorso musicale. Questo non per giustificare una certa indulgenza in atmosfere languide talora di maniera (“Amity”, “Coda”), né tantomeno il facile ricorso a un certo armamentario da disaster-movie: bassi pompati e droni estenuanti (“Deletion”, “Reckless”, “Insertion”).
Si dovrà dire almeno dell’altro motivo, di disarmante semplicità e altrettanta efficacia, esposto in “Dark” e successivamente in “Frameshift” coadiuvato da un battagliero coro femminile; questa e le idee successive (le progressioni di “Negative”) vibrano tutte di un senso di desolazione sconosciuto persino alle pagine più cupe delle partiture per la trilogia di Christopher Nolan su Batman. Ne esce un poema techno certo di non facile ascolto; ma il suo autentico sentimento di tragedia, di cui un certo appiattimento espressivo più che un pegno sembra essere l’unico mezzo possibile, resta unico e lontanissimo da tutti – dico tutti – gli allievi e imitatori di Zimmer.
Titolo: X-Men – Dark Phoenix (Dark Phoenix)
Compositore: Hans Zimmer
Etichetta: Fox Music, 2019
Numero dei brani: 10
Durata: 67′ 55”
il regista che ha girato questo capolavoro è un ragazzo eccezionale, solo un genio potrebbe inventarlo
X-Men li ho visti tutti e sono un qualcosa indescrivibile…
grande registra, ma grande veramente…
Penso veramente che solo un genio dello streaming potrebbe realizzare questo capolavoro…