"The Prestige" di Christopher Nolan
Warner, 22 Dicembre 2006 – Ambivalente
Londra, fine ‘900. Due illusionisti sono grandi rivali. La loro competizione, all’inizio amichevole, è diventata col tempo un’accesa rivalità che li trascina in un’estenuante battaglia venata di ossessione, inganno e gelosia, con pericolose conseguenze, svolte spettacolari e improvvisi colpi di scena…
L’illusionismo e la magia del cinema, si sa, sono parenti stretti. Entrambi poggiano sul culto della finzione, dell’inganno. Entrambi si affidano allo spettatore e al suo desiderio di credere ciò che sa di non poter credere. Christopher Nolan, a ben vedere, ha battuto su questo tasto in maniera piuttosto esplicita lungo tutta la sua filmografia. Un inganno prettamente illusionistico c’era già in Memento, ma rivolto allo spettatore confuso dal montaggio a ritroso; quello in Batman Begins era l’arma principale contro il crimine di Gotham, disorientato dalle trovate circensi del pipistrello. Anche in Insomnia, l’uomo deputato a svelare gli inganni ne diviene artefice e vittima, mentre una nebbia illusoria lo circonda. The Prestige non fa eccezione e Nolan, com’è ovvio, si premura di mettere bene in relazione la figura dell’illusionista con quella del cineasta; di conseguenza, lo spettatore prende il punto di vista della vittima in platea («Are you watching closely?»). Torna spesso in mente il Dracula coppoliano, sia per questo legame che per l’ambientazione, e si confondono struttura e sovrastruttura.
Combinando l’enfasi spettacolare con il recupero del montaggio ballerino, Nolan punta a confondere pesantemente le idee. C’è da dire che l’effetto ottenuto è curiosamente diverso. Per tutto il film si disquisisce di deontologia “magica”, insistendo sul fatto che il pubblico non afferra il trucco perché non lo vuole vedere. Nel film il “trucco” su cui si basa la suspense è piuttosto ovvio, e lo svolgersi della storia prevedibile fin da quando si genera il conflitto principale, quello sul numero dell’uomo che scompare.
Ebbene, proprio come ci dice il decano Michael Caine, ciò non ha importanza, perché quello che vogliamo è “non vedere”. Chissà se questo “effetto dell’effetto” era nei piani di Nolan fin dal principio, ma che importa? Dietro all’avanspettacolo di prestigiatori si assaggia appena una vicenda di grande fascino, che ammicca alle tematiche culturali novecentesche del sapere tecnico, della nascente psicanalisi e delle rotture artistiche.
Un film di cui in Italia si è forse parlato poco, e che alla Festa di Roma viveva la paradossale condizione di esserci e non esserci (c’era il film, ma nessuno ad accompagnarlo, come una presenza fantasma). Probabilmente, a concentrarsi sulla trama si resta delusi da una certa prevedibilità e da un racconto un po’ ingessato, che oltretutto rischia di afflosciarsi sulle sue stesse velleità. Come detto, però, basta accompagnarlo dove vuole essere accompagnato per intravedere motivi di interesse che sembrano proprio il terzo atto di un numero spettacolare, appunto “the prestige”, la risoluzione, lo scioglimento.
Tutto il film è sulle spalle di Hugh Jackman e Christian Bale (Wolverine contro Batman, mica roba da tutti i giorni…), intensi in modi diversi, impegnati a distruggersi cercando ognuno di diventare come l’altro. Ci sarebbe anche Scarlett Johansson, che infila un altro ruolo inutile dopo quello in The Black Dahlia, ma preferiamo ricordare un bravo Michael Caine e un sorprendente David Bowie, simbolo della pura volontà scientifica, sfruttata e manipolata per i giochetti di due semplici illusionisti.
Titolo: The Prestige (Id.)
Regia: Christopher Nolan
Sceneggiatura: Jonathan Nolan, Christopher Nolan
Fotografia: Wally Pfister
Interpreti: Hugh Jackman, Christian Bale, Michael Caine, Piper Perabo, Scarlett Johansson, David Bowie, Andy Serkis, Rebecca Hall, Samantha Mahurin, Daniel Davis, Jim Piddock, Christopher Neame, Mark Ryan, Roger Rees, Jamie Harris
Nazionalità: USA, 2006
Durata: 2h. 15′
Recuperato pochi giorni fa.
uno dei film più belli degli ultimi anni.
oltre la chiave metacinematografica ho intravisto anche quella sulla molteplicità dell’uno e l’identità collettiva.
un piccolo, elegantissimo, capolavoro
Bellissimo e visionario sopratutto. Grande film con grandi attori. I Nolan Bros. sono totalmente dei geni.
Consigliatissimo, anche perchè il finale vi lascerà a bocca aperta. Ho dovuto vederlo due volte per comprenderlo pienamente e ancora adesso ho ancora qualche dubbio.
Cosa ne pensi Albe di questo? Stasera mi guardo Memento: visto?
“The Prestige” mi è piaciuto con riserva, ma è un film più che buono. “Memento” ha la trovata della storia raccontata al contrario che è molto interessante, ma per il resto l’intreccio è banale e la regia ancora un po’ acerba.
Alberto, secondo me Nolan lo potresti perdonare per la regia acerba e ti credo visto che è un regista ancora emergente anche se devo dire che con il suo ultimo film, IL CAVALIERE OSCURO ( suo quinto film ), ha raggiunto picchi che soltanto in anni di carriera un Martin Scorsese o Steven Spielberg ha raggiunto.
Nolan è ancora giovane, migliorerà sicuramente.
Intanto vedremo Inception con DiCaprio, poi potrò giudicare.
D’accordo con te per quanto riguarda “Memento”, come del resto ho scritto sulla scheda del film.
Bello. Più bello di The Illusionist.
non ho prestato molta attenzione, ma perché Christian Bale indirizza Jackman da Tezla?
È un po’ che non rivedo questo film, ma se non ricordo male, “Tesla” era in realtà solo una parola chiave di Borden per decifrare i suoi appunti (peraltro fasulli, preparati apposta), quelli dove segnava le spiegazioni dei truchi. Angier, avendo frainteso il significato, si mette sulle tracce di Nicola Tesla di sua iniziativa. Teoricamente Borden potrebbe averlo ingannato anche in questo modo di proposito, per fargli perdere tempo alla ricerca dello scienziato, ma non ricordo nessun particolare nel film che avvalori questa tesi.
Giuro che io non mi ricordavo neanche, della storia delle note di Borden…
Mi pareva che fosse nella scena in cui Angier e Borden si incontrano dopo che il primo ha rapito l’assistente del secondo e l’ha sotterrato vivo: in quel momento, Borden consegna la parola chiave ad Angier…
Guarda, qui http://www.themoviespoiler.com/Spoilers/prestige.html c’è la trama dettagliatissima del film (in inglese). Magari è sufficiente per capire il perché di Tesla.
Sono d’accordo con chi definisce questo film un “piccolo capolavoro”…
Sinceramente non capisco la ragion d’essere di questa recensione; a me non pare altro che una dissertazione filosofica che prende spunto dal film ma del film in se proprio non si parla, bah…
Rivisto. Sempre molto bello. Sinceramente non trovo difetti.
D’accordo, tra l’altro, col commento di Fauno precedentemente al mio.
Per ora tutti i film di Nolan mi sono piaciuti tantissimo (Non ho ancora visto Interstellar) e devo dire che la Qualità dei suoi film è Alta e il Regista punta sempre più in Altro, è ovvio che cerca di avvicinarci alle Vette toccate da Kubrick e secondo me l’ha raggiunto con 2 film Inception e The Dark Knight.
Però ho notato che questo Regista non è TOTALMENTE apprezzato da tutti (Anche se c’è da dire che dopo Tarantino il secondo regista con più tesi di Laure è lui).
Vorrei sapere da Cassani e anche da Tocci il parere riguardo questo articolo su Cineblog http://www.cineblog.it/post/465888/christopher-priest-autore-di-the-prestige-stronca-christopher-nolan-i-suoi-film-sono-superficiali-imbarazzanti-e-scritti-male
Mah… Partendo dalla mia convinzione che Memento e The Prestige siano i due peggiori film di Nolan, mentre Priest ritiene che siano i migliori, capisci che non è facile poi trovarsi d’accordo su altre cose. In realtà, trovo (e non sono l’unico) che sia stata proprio l’introduzione del realismo psicologico a rendere adulti i fumetti di supereroi. E’ questo aspetto a dare maturità a storie e personaggi che altrimenti sarebbero solo divertissement colorati o scazzottate infinite. Ed è proprio la dicotomia tra il culturista senza cervello e l’impegno dei testi che rende particolari i comics di supereroi rispetto agli altri generi fumettistici. Detto questo, sono d’accordo quando dice che Nolan è carente in fase di sceneggiatura, ma considerando che ritengo “Inception” il suo miglior film, ed è l’unico che si è scritto da solo, mi vien da pensare che non sia colpa sua…