Stai leggendo:

Vita di Pi di Ang Lee

6 marzo 2013 Recensioni 6 Commenti
Vita di Pi

20th Century Fox, 20 Dicembre 2012 – Contrastato

Un ragazzo indiano fa naufragio mentre con la famiglia e gli animali del suo zoo è in viaggio verso il Canada. Dopo che è miracolosamente riuscito a scampare alle acque dell’Oceano, un giornalista lo intervista per conoscere la sua storia…


Una scenaL’uomo è fatto di raziocinio e irrazionalità, ragione e fantasia, controllo e istinto. Piscine, il ragazzo indiano protagonista, non fa eccezione. Poiché il nome che i suoi genitori gli hanno affibbiato è fonte di continue prese in giro, Piscine diventa Pi, come il numero irrazionale. Pi è attratto dalle religioni e da Dio, ma il padre lo ammonisce di essere razionale e di credere nella scienza. Ma la scienza, come fa notare la madre del ragazzo, ci spiega cosa c’è fuori da noi, quello che abbiamo dentro lo spiegano le religioni, Dio. E quello che abbiamo dentro sono le nostre emozioni, il nostro lato animale, l’istinto e la fantasia.

Una scenaAng Lee affronta ancora una volta questi temi: il confronto tra la razionalità e l’irrazionalità dell’uomo, il contrasto tra la nostra parte concreta e le nostre passioni ed emozioni. Temi già presenti in La Tigre e il Dragone (Oscar al film straniero), Brokeback Mountain (Oscar e Leone d’Oro) e Lussuria (secondo, immeritato, Leone d’Oro) ma qui affrontati in modo più esplicito dal regista taiwanese anche grazie alla bella sceneggiatura di David Magee (Neverland). Sceneggiatura che, soprattutto nella parte finale, tende a spiegare tutto, ma con lo scopo, neanche troppo nascosto, di rendere l’interpretazione più facile per lo spettatore.

Una scenaIl dualismo tra realtà e finzione è una costante di tutto Vita di Pi. Tutto è doppio e tutto ha una controparte: la doppia natura dell’isola (bellissima l’inquadratura da lontano in cui sembra una figura umana distesa sull’acqua), la doppia natura di Cristo, la doppia natura dell’uomo e naturalmente la doppia storia del naufragio: la storia con la tigre è la fantasia, la storia raccontata agli uomini dell’assicurazione è (forse) la realtà: una realtà troppo difficile da accettare per un ragazzino che si costruisce una storia fantastica per sopprimere il suo senso di colpa.

Una scenaIl mestiere del regista è quello di avere una visione che travalica il set. Una visione che esclude le maestranze e riesce a mettere insieme il recitato, le macchine da presa, la location (in questo caso una piscina), il montaggio e gli effetti digitali. E Ang Lee in questo ha fatto un lavoro straordinario: ha immaginato il film prima che fosse realizzato, ha trasformato con gli effetti digitali (utilizzati benissimo) la piscina nell’Oceano Pacifico e ha, con una serie di escamotage, reso interessante tutta la lunghissima sequenza del naufragio che rischiava di diventare noiosa e per questo si è preso, insieme al direttore della fotografia, un meritatissimo Oscar.

Una scenaVita di Pi è un film denso, che contiene molti e ottimi spunti di riflessione; una di quelle rare pellicole che prende di petto temi “alti” e riesce a trattarli senza scadere nel banale, nell’ovvio o, ancora peggio, nel ridicolo. Al contempo è anche un film altamente spettacolare sul piano visivo, dove gli effetti sono utilizzati in funzione della storia e anche il solitamente inutile 3D è utilizzato in modo funzionale al racconto, rendendo la pellicola ancor più spettacolare.


Titolo: VIta di Pi (Life of Pi)
Regia: Ang Lee
Sceneggiatura: David Magee
Fotografia: Claudio Miranda
Interpreti: Suraj Sharma, Irrfan Khan, Ayush Tandon, Gautam Belur, Adil Hussain, Tabu, Ayan Khan, Mohd Abbas Khaleeli, Vibish Sivakumar, Rafe Spall, Gérard Depardieu, James Saito, Jun Naito, Andrea Di Stefano
Nazionalità: USA – Taiwan, 2012
Durata: 2h. 07′


Percorsi Tematici

  •  
  •  
  •  
  •  
  •  
  •  
  •  
  •  
  •  
  •  
  •  
  •  
  •  
  •  
  •  

Attualmente ci sono 6 commenti a questo articolo:

  1. Skukyman ha detto:

    Finalmente lo avete recensito, e sono perfettamente d’accordo sul valore del lavoro svolto dal regista. Ho pensato bene di leggere il libro omonimo di Yann Martelv, da cui è tratto e vorrei assicurare agli spettatori soddisfatti dal film che il libro è molto più ampio e “contrastato”. Pensavo di trovarmi di fronte a un romanzo iniziatico classico e invece le riflessioni zoologiche, fisiche, taoistiche e filosofiche in generale rendono ancora più densa la vicenda di Pi.
    Un film da vedere senza pregiudizi e da “amare” come lo vorrebbe anche Dio.

  2. Alberto Cassani ha detto:

    I film importanti cerchiamo sempre di recuperarli, con calma e tranquillità. Comunque alle volte capita che un film lasci trasparire la bellezza del libro da cui è tratto, a prescindere da genere e stile. Direi che questa è una di quelle volte.

  3. Riccardo ha detto:

    Sublime, un mix di immagini, colori e sensazioni straordinarie. Alcuni lo hanno paragonato ad Avatar ma questo film è almeno 10 volte superiore. Indimenticabile.

  4. Marco ha detto:

    La recensione mi trova d’accordo. Non ho ravvisato nessun difetto a parte alcune scene secondo me troppo “lunghe” che avrei accorciato ma ovviamente va a gusti.
    La regia e la fotografia sono un qualcosa di straordinario.
    Il connubio di colori in alcuni frangenti mi ha fatto letteralmente rimanere a bocca spalancata.
    Anche la musica ed il montaggio sonoro veramente ben realizzati.
    Grande prova attoriale del protagonista, un vero futuro dinanzi a se.
    Avrei dato anche un premio alla meravigliosa tigre, a volte veramente “umana”.
    Ovviamente l’oscar al miglior film l’han dato al più patriottico dei film nominati, altrimenti la statuetta a “Pi” non gliel’avrebbe tolta nessuno secondo me.

  5. Marco ha detto:

    Comunque voglio credere che la storia con gli animali sia quella vera, o almeno mi piacerebbe sia così…

  6. Riccardo ha detto:

    @Marco, proseguendo sul tuo commento riguardo il protagonista, devo dire che la sua prova non era solo grande ma proprio da Oscar, poiché non è mai facile catalizzare l’attenzione su un solo personaggio. Il ragazzo se l’é cavata egregiamente anche se a dire il vero è la tigre in CG a rubargli la scena 😀
    Sarà pure un parallelo off topic, ma il loro rapporto di simbiosi mi ha ricordato molto quello fra Will Smith e il cane di Io sono leggenda.

Scrivi un commento

Devi essere autenticato per inserire un commento.