"Io ti salverò" di Alfred Hitchcock
Distribuzione regionale, 25 Giugno 1947 – Ossessivo
Una psicoterapeuta si innamora del suo superiore. Ben presto scoprirà che lui non è chi dice di essere e che è ossessionato dalle linee nere su sfondo bianco che sono causa della sua amnesia. Lei decide quindi di curarlo, anche con l’aiuto del suo mentore. Ma quando finalmente il mistero dell’amnesia viene svelato…
L'”io” del titolo italiano è una donna: la protagonista del film, Ingrid Bergman. Il film è del 1945 e gli anni si vedono tutti, soprattutto nella sceneggiatura che sminuisce la figura della donna protagonista, medico. Quello che fa più impressione rivedendo oggi Io ti salverò e seguendone i dialoghi è come la dottoressa Peterson, da tutti giudicata un’ottima psicoterapeuta, da sola non sarebbe potuta venire a capo del caso del suo paziente/amante perché le donne si fanno trascinare dal cuore e non riescono quindi a pensare in maniera logica e distaccata. Da qui la necessità di un “nume tutelare” – ovviamente un uomo – che la sostenga e l’aiuti mentre lei, persa d’amore, fa da “spalla”. Vedere oggi queste scene è piuttosto fastidioso: per fortuna, la cultura è cambiata.
Dopo pochi minuti i due protagonisti si baciano e una serie di porte lungo un corridoio si spalancano. Purtroppo Hitchcock decide di non proseguire su questo sentiero e il resto del film è molto lineare e poco sperimentale considerate le potenzialità del soggetto. Fa eccezione la celebre spettacolare sequenza del sogno con le scenografie di Dalì.
Come sempre, Hitchcock è grande quando adatta il mezzo tecnico ai suoi scopi e alla sua visione: le scene migliori sono infatti quelle in cui si rivela l’ossessione di Gregory Peck. Il girato è semplice, quasi banale, ma l’insieme è sempre di forte impatto. Lo sguardo fisso di Peck, combinato con le inquadrature ravvicinate dell’oggetto dell’ossessione e – soprattutto – la straordinaria musica di Miklòs Ròzsa (che vinse l’Oscar) generano uno stato di forte tensione che culmina nella bellissima scena in cui Peck scende la scala con il rasoio in mano. Di grandissima tensione, naturalmente, anche la scena conclusiva con il faccia a faccia tra la dottoressa e il direttore della clinica.
E’ interessante notare come nel pre-finale il passare del tempo e il riassunto degli eventi sia rappresentato in modo molto simile a quanto accade in Delitto perfetto. Ed è interessante ricordare anche come sia il primo film di Hitchcock con la Bergman (la vorrà anche per il successivo Notorius) e che l’enorme successo commerciale della pellicola lanciò definitivamente la carriera di Gregory Peck. In realtà è proprio Peck che ha la parte più difficile, poiché il film ruota di fatto attorno alla sua figura più che a quella di Ingrid Bergman.
Titolo: Io ti salverò (Spellbound)
Regia: Alfred Hitchcock
Sceneggiatura: Ben Hecht
Fotografia: George Barnes
Interpreti: Ingrid Bergman, Gregory Peck, Michael Chekhov, Leo G. Carroll, Rhonda Fleming, John Emery, Norman Lloyd, Bill Goodwin, Steven Geray, Donald Curtis, Wallace Ford, Art Baker, Regis Toomey, Paul Harvey
Nazionalità: USA, 1945
Durata: 1h. 41′
Commenti recenti