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Jumper di Doug Liman

6 febbraio 2008 Recensioni 0 Commenti
Jumper

20th Century Fox, 29 Febbraio 2008 – Sconnesso

David Rice, ragazzo timido e non proprio in gamba, scopre di avere il potere di teletrasportarsi ovunque. Decide allora di godersi la vita, e la ragazza di cui è innamorato. Si accorge però che qualcuno gli dà la caccia, spietatamente, e deve cambiare la sua vita…


Un'immagine pubblicitaria di JumperQuello che ci si chiede spesso guardando i film coi supereroi è perché non si decide di usare i poteri come comfort piuttosto che per salvare il mondo? Spider-Man potrebbe avercelo spiegato, ma in effetti perché il resto dei paladini dei comics non ne approfitti resta un mistero. E da un presupposto simile sembra partire Doug Liman per il suo nuovo film, che cerca di raccontare la vita e le opere di un ragazzo con superpoteri, i pro e i contro di una condizione, mischiando il tutto con l’avventura adolescenziale di presa sul pubblico. Ma vanifica gran parte degli spunti e delle occasioni presenti.

Scritto da David S. Goyer, Jim Uhls e Simon Kinberg, da una serie di romanzi di Steven Gould, un thriller fantascientifico con molta azione e tocchi da commedia che potrebbe diventare anche una saga sul Bene e il Male dopo l’11 settembre ma che si ferma alla serie B per ragazzini ormonali.

Hayden Christensen in JumperAmbientato in mille parti del mondo (con lunga sequenza al Colosseo), ma senza che si capisca mai fino in fondo dove siamo, il film sembra un po’ un epigono di Heroes – con meno ritmo e suspense – che parte come una commedia giovanile dai tocchi fantastici, in cui si poteva descrivere bene le gioie e i pregi della diversità, per diventare un racconto d’avventure sci-fi che virano verso il fantasy proprio nel momento in cui entrano in gioco i Paladini (coloro che cacciano i “Jumper”, ossia i teletrasportanti), branca deviata e religiosamente fanatica che auspica l’oppressione del libero pensiero, visto come un’offesa a Dio (così come l’ubiquità e l’onnipresenza).
Samuel L. Jackson in JumperPer questo, per la quantità e qualità di spunti e materiale, che non si capisce la scadente riuscita del film (dopo il discreto prologo), semplicistico e manicheo, lento nella sua confusione narrativa e che ha il difetto principale di non creare un mondo, di non costruire una mitologia degna del nome, di non sviluppare i mille risvolti che Gould espone nel romanzo, dalla lotta millenaria tra Dio e Ragione, libertà e oppressione, fino alla saga familiare, tralasciando persino le elementari regole della serialità anche cinematografica, a cui evidentemente Liman aspira.

Hayden Christensen in JumperIn un parola, confuso: nella costruzione, negli sviluppi narrativi, nelle semplici strategie di racconto, per non parlare dello svolgimento tanto frenetico e incomprensibile da perdere i nessi logici e temporali. Generando lentezza, e danneggiando una regia comunque non in grado di reggere il ritmo, di tappare i buchi di script o di gestire con un minimo di competenza la delicata ed estremamente affascinante materia narrativa, fallendo completamente il gioco geometrico dello sguardo e dell’azione.

Rachel Bilson e Hayden Christensen in JumperIn questo pasticcio livellato verso il basso e la stupidità, sembra davvero troppo chiedere ai ragazzi ingaggiati come attori di sollevare il livello: non può Hayden Christensen, abbastanza patetico se non ha l’aura di Anakin Skywalker, né Rachel Bilson, ragazzina spigliata e poco più. Ci prova un po’ Jamie Bell, e soprattutto Samuel L. Jackson (che ormai fa qualunque cosa), ma è davvero troppo poco per non avere l’impressione di aver sprecato tempo e di aver perso l’occasione per divertirsi.


La locandina di JumperTitolo: Jumper – Senza confini (Jumper)
Regia: Doug Liman
Sceneggiatura: David S. Goyer, Jim Uhls, Simon Kinberg
Fotografia: Barry Peterson
Interpreti: Hayden Christensen, Jamie Bell, Samuel L. Jackson, Rachel Bilson, Diane Lane, Michael Rooker, AnnaSophia Robb, Max Thieriot, Jesse James, Tom Hulce, Kristen Stewart, Teddy Dunn, Barbara Garrick, Michael Wintherm, Shawn Roberts
Nazionalità: USA, 2008
Durata: 1h. 28′


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