"Push" di Paul McGuigan
Eagle Pictures, 27 Marzo 2009 – Manipolatorio
La storia ruota attorno all’esistenza di persone con poteri telecinetici o telepatici e a una divisione del Governo che vuole catturarli per farne esperimenti. Nick e Cassie devono fuggire, trovare un’importante valigetta e proteggere l’unica sensitiva sopravvissuta agli esperimenti governativi…
Che i supereroi e le derivazioni da fumetti e simili siano state definitivamente sdoganate è cosa nota, anche perché oltre ai mille film tratti dai comics statunitensi – spesso di buona se non ottima fattura – ci sono anche serie televisive di successo come Smallville e Heroes. E di conseguenza, epigoni e simil-cloni. Proprio dalla serie Tv corale ideata da Tim Kring deriva il nuovo film di Paul McGuigan, bravo regista di Slevin e Gangster No. 1, che stavolta si diletta con temi più frivoli, avventure ricche di effetti speciali e vicende appunto da fumetto, riuscendo nel difficile compito di non inficiare di molto la qualità del suo cinema.
La trama non è affatto originale e in molti punti il peso dei debiti si sente, ma la sceneggiatura di David Burla ravviva il tutto mescolando l’action fantascientifico di ultima generazione con il thriller-noir caro al regista e con un sostrato adolescenziale che dovrebbe garantire il rientro economico. Più che sull’intreccio e sul complicato andirivieni di alleanze, nemici e doppi giochi, il film pare divertirsi maggiormente nel tracciare il mondo dei veggenti, illustrandone le capacità e descrivendone il mondo che li circonda, come una sorta di X-Men contemporaneo, in cui però – più che il lato politico – interessa quello metalinguistico e teorico.
McGuigan pare mettere in piedi una sorta di divertita riflessione proprio sul senso del cinema e della narrativa contemporanee, fatte di realtà parallele, di concretezza materia che svanisce o non esiste, di manipolazione non solo mentale ma soprattutto fisica e percettiva, prendendo il cyberpunk e rileggendole con ironia e una dose di malizia teorica. Con questa chiave di lettura, la sceneggiatura può permettersi molte libertà e falle, a cominciare dalla confusione della trama fino all’abbozzare di una blanda mitologia per arrivare alle superficiali descrizioni di cinesi tutti buffi o stupidi (come la famiglia dalla “vibranti” corde vocali), che McGuigan tratta con il giusto divertimento, un tono scanzonato anche visivamente e un gusto per l’azione piuttosto fisico (non a caso, le maestranze, gli stunt e le coreografie sono tutte orientali). Poi, magari, si dimentica di dirigere gli attori, e tra un insulso Chris Evans e un’anonima Camilla Belle, si ricorda solo la crescita fisica di Dakota Fanning, adolescente inquieta in minigonna simil-punk.
Un divertissement piacevole, non troppo banale e niente affatto stupido, che forse deluderà qualche spettatore (in patria non se lo sono filato granché) ma che quasi quasi convince i palati un po’ meno esigenti.
Titolo: Push (Id.)
Regia: Paul McGuigan
Sceneggiatura: David Bourla
Fotografia: Peter Sova
Interpreti: Chris Evans, Dakota Fanning, Camilla Belle, Djimon Hounsou, Ming-Na, Nate Mooney, Cliff Curtis, Neil Jackson, Scott Michael Campbell, Maggie Siff, Colin Ford, Joel Gretsch, Hal Yamanouchi
Nazionalità: USA, 2009
Durata: 1h. 51′
Secondo me, un film piuttosto noioso…