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Niente da nascondere di Michael Haneke

5 ottobre 2005 Recensioni 6 Commenti
Niente da nascondere

Bim, 14 Ottobre 2005 – Spietato

Georges Laurent conduce una trasmissione televisiva di successo dedicata alla letteratura. E’ sposato ed ha un figlio che va alle scuole medie. Un giorno, però, la sua vita viene scossa da un evento inaspettato, angosciante. Qualcosa che mette in dubbio la sua stessa percezione del mondo…


Daniel Auteuil e Juliette Binoche in una scena di Niente da nascondereOspite fisso del Festival di Cannes, Michael Haneke questa volta porta a casa il premio per la miglior regia con uno dei suoi film più sfuggenti, al limite dell’incomprensibilità. Al limite, ma non oltre: Haneke chiarisce fin dai titoli di testa che tipo di film ci sta proponendo e tira la corda fino al suo limite massimo senza mai spezzarla. I dialoghi sono lunghi e ripresi quasi sempre in piano sequenza, con cambi di scena perfettamente calibrati – quando la pazienza degli spettatori sta per esaurirsi – e alcune scene “forti” che per via della staticità della pellicola assumono ancor più potenza.

Daniel Auteuil e Juliette Binoche in Niente da nascondereNiente da nascondere è un film che fa vedere molto ma non ci mostra nulla. Haneke è bravissimo a dirigere l’attenzione dello spettatore verso i particolari da lui voluti senza per questo distoglierla dai personaggi che si trovano al centro della scena. Così facendo, riesce ad evitare di rendere troppo evidenti i meccanismi dell’intreccio giallo che sta alla base del film. Un intreccio di cui è preferibile non sapere assolutamente nulla, per meglio immergersi nelle atmosfere della pellicola e nel particolarissimo stile della narrazione; un intreccio cui Daniel Auteuil e Juliette Binoche concedono splendidamente corpo e anima.

Daniel Auteuil e Juliette Binoche in Niente da nascondereNon bastano due visioni per capire cosa davvero succeda, per capire dove sia il bandolo della matassa in cui si ritrovano Anne e Georges Laurent, che hanno sì gli stessi nomi dei protagonisti di Storie e Il tempo dei lupi ma sono personaggi ben diversi. In effetti, Niente da nascondere è forse il film di Haneke più legato al presente tra tutti quelli da lui finora diretti. Nel corso delle due ore di proiezione, Haneke riflette (e ci fa riflettere) sul presente e sul passato, sull’impossibilità di dimenticare e di espiare le proprie colpe. Tanto meno nasconderle. E’ un film sulla Verità e sulla Menzogna. E’ un film in cui qualcuno mente, forse più d’uno, forse tutti. Tranne il regista.


La locandina francese di Niente da nascondereTitolo: Niente da nascondere (Caché)
Regia: Michael Haneke
Sceneggiatura: Michael Haneke
Fotografia: Christian Berger
Interpreti: Daniel Auteuil, Juliette Binoche, Maurice Benichou, Annie Girardot, Bernard Le Coq, Walid Afkir, Daniel Duval, Lester Makedonsky, Nathalie Richard, Denis Podalydès, Aïssa Maïga, Caroline Baher, Christian Benedetti, Philippe Besson
Nazionalità: Francia – Austria – Germania – Italia, 2005
Durata: 1h. 57′


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Attualmente ci sono 6 commenti a questo articolo:

  1. Guido ha detto:

    Ciao Alberto, ottima recensione. Ieri ho visto il film e mi è piaciuto moltissimo. Come mantiene la tensione Haneke! Le riprese esterna della casa, soprattutto quella iniziale, infinita, sono stupende, e a dir poco inquietanti. Auteuil e la Binoche straordinari, e il film non ha una virgola fuori posto. Come al solito nei suoi film il regista lascia allo spettatore di trarre le proprie conclusioni. Qual è la tua??

  2. Alberto Cassani ha detto:

    Grazie.

    Credo che tutto dipenda dall’interpretazione che si dà all’ultima inquadratura, quella con l’uscita degli studenti dalla scuola. Io è stato solo la terza volta che ho visto il film che mi sono accorto che i due figli si incontrano sulle scale, si parlano per un po’ e poi si allontanano in direzioni diverse. Ma anche qui, non ci sono certezze: di certo non è un incontro casuale, ma cosa davvero significhi non lo sappiamo. In generale, diciamo che io sono convinto che si trattasse di una specie di gioco architettato dai due figli per far rincontrare i padri, ma che è sfuggito di mano e ha prodotto risultati inaspettati. Però, appunto, di certezze non ne abbiamo.

    Qui c’è una bella analisi del film da parte di Roger Ebert: http://blogs.suntimes.com/ebert/2010/01/a_riddle_wrapped_in_a_mystery.html

  3. Guido ha detto:

    Io ho pensato invece che il figlio dell’algerino abbia adescato il figlio di Georges, l’ho vista cioè con una connotazione ben più drammatica (della serie, l’incubo continua) anche se poi l’algerino e Pierrot si allontanano sorridendo. Ma le voci coprono tutto…quindi….non c’è una verità certa.

  4. Alberto Cassani ha detto:

    Uhm… No, io ho avuto l’impressione che i due si conoscessero, però appunto non abbiamo una verità certa.

  5. Guido ha detto:

    Proprio come ne “Il Nastro Bianco”. Diavolo di un Haneke. 🙂

  6. Alberto Cassani ha detto:

    Lì però mi sembra tutto più lineare, mi pare che il film vada in una direzione precisa e solo alla fine ti lasci volutamente il dubbio. Qui invece è tutto ermetico.

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