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"Best" di Mary McGuckian

6 maggio 2002 Recensioni 4 Commenti
Alberto Cassani, 6 Maggio 2002: Confuso
Fandango, 10 Maggio 2002

Nel 1994 l’ex calciatore George Best si guadagna da vivere sfruttando la nostalgia. Insieme ad un suo ex compagno di squadra arriva a Belfast per prendere parte a uno spettacolo in un locale deprimente, ma la serata è un mezzo disastro, con un pubblico di ubriachi e attaccabrighe…


Fuori dall’Old Trafford, lo stadio del Manchester United, c’è un orologio fermo alle tre e dieci. Sopra il quadrante c’è un cartello: 6 Febbraio 1958; sotto il quadrante ce n’è un altro: Monaco. Quel giorno, a quell’ora, in quel luogo, l’aereo che riportava a casa da una trasferta i giocatori del Manchester United si schiantò a terra. Delle 44 persone a bordo, 23 persero la vita. Quell’orologio è la prima cosa che il quindicenne George Best vede nel suo primo giorno da calciatore delle giovanili dello United, nel 1961. La prima cosa che gli viene detta, invece, è che il calcio è un gioco meraviglioso. E del calcio, Best sarà meraviglioso interprete, fino a quando il suo amore per le donne, il gioco d’azzardo e l’alcool non l’ha costretto a scendere dal palcoscenico.

E’ difficile spiegare chi è George Best a chi non lo conosce, a chi non ne ha mai sentito parlare. E chi non lo conosce farà fatica a capire chi è anche guardando questo film. George Best è stato il più grande calciatore della sua generazione, quella che era al suo apice nella seconda metà degli anni ’60, ma la pellicola diretta da Mary McGuckian si concentra sull’aspetto da cattivo ragazzo che componeva il personaggio, non sul calciatore. Le poche scene di gioco che vengono mostrate sono quasi interamente ricostruite, comprese quella della finale di Coppa Campioni del ’68, quando il Manchester batté 4-1 il Benfica di Eusebio in uno Wembley in delirio per Best e Charlton, per Denis Law e Brian Kidd, per Styles e Stepney… per una delle squadre inglesi più forti di tutti i tempi.

La maggior parte del film è girato con uno stile registico piuttosto “acido”, spesso grottesco. Questo aiuta certamente a entrare nell’atmosfera, a capire lo straniamento dal mondo reale in cui si trova il protagonista. Ma non si riesce ad essere davvero colpiti da quello che si vede, perché la cosa si trascina troppo a lungo e finisce per essere disturbante. Non si riesce ad essere davvero dispiaciuti per ciò che il ragazzo sta sciupando, perché non viene mai mostrato davvero cosa il ragazzo stia sciupando. La percezione del talento – del genio – di George Best è qui affidata quasi esclusivamente al racconto di altri personaggi, le sue magie vengono mostrate di rado, e quasi sempre attraverso schermi televisivi. Il grande George Best, a chi non l’ha mai visto giocare, in questo film sembra un Gascoigne qualunque.

Gli attori non brillano, perché il protagonista John Lynch (anche cosceneggiatore) ha poco carisma e nessuna capacità calcistica e al suo fianco si notano solo Ian Hart e Linus Roach. Fotografia di basso livello ma costumi e scenografie interessanti, buona invece la scelta delle musiche di repertorio, ma la confezione generale ha ben pochi punti di interesse.

Essendo irlandese di Belfast, George Best non ha mai avuto la fortuna di giocare un Campionato del Mondo. O forse sarebbe più giusto dire che il mondo non ha mai avuto il piacere di vederlo in un Mondiale. Se fosse successo, i difetti di questo film avrebbero avuto ben poca importanza perché tutti conoscerebbero a memoria le gesta, dentro e fuori dal campo, di George Best. The Best.


Titolo: Best (Id.)
Regia: Mary McGuckian
Sceneggiatura: Mary McGuckian, John Lynch
Fotografia: Witold Stock
Interpreti: John Lynch, Ian Bannen, Linus Roache, Jerome Flynn, Ian Hart, Patsy Kensit, Cal Macaninch, Adrian Lester, David Hayman, James Ellis, Roger Daltrey, Sophie Dahl, Stephen Fry, Jim Sheridan, Sara Stockbridge, Clive Anderson
Nazionalità: Regno Unito, 1999
Durata: 1h. 40′


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Attualmente ci sono 4 commenti a questo articolo:

  1. Daniele A. Pinna ha detto:

    ero curioso di sapere che voto avevi dato a questo film.. ^_^ ci hai preso.. come film non rispecchia minimamente la grandezza di best.. però se uno ha visto i video delle partite vere un po’ emoziona.. soprattutto l’ultimo dribbling uscendo dalla casa! che personaggio…

  2. Alberto Cassani ha detto:

    Eh… I pochi filmati di repertorio che si vedono nel film sono le cose migliori, e anche gli unici momenti in cui si vede qualcuno che sa giocare a pallone. Diciamo che il rapporto tra questo film e il vero George Best è un po’ come il rapporto tra la nazionale di Lippi e una squadra di calcio.

  3. Daniele A. Pinna ha detto:

    ahahhaha!!! però dimostra che i calciatori “star” milionari esistevano già da prima!! altro che beckham o adriano… george si che se la spassava!! forse è stato il primo ad essere “famoso” oltre il campo…

  4. Alberto Cassani ha detto:

    Sì, lui è stata la prima vera star del mondo del pallone. In Italia hanno provato a imitarlo in molti, come atteggiamento (Zigoni, Vendrame…), ma i risultati erano più che altro ridicoli perché sul campo la classe era “un pelino” diversa e in Italia gli anni ’60 sono stati un po’ diversi da quelli inglesi.

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