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C'era una volta a... Hollywood di Quentin Tarantino

26 settembre 2019 Recensioni 5 Commenti
C'era una volta a... Hollywood

Warner, 16 Settembre 2019 – Riepilogatorio

Hollywood, 1968. La star della televisione Rick Dalton si trova di colpo nella parabola discendente della sua carriera attoriale. Nella villa accanto alla sua vive Roman Polanski, che ha appena sposato la bella Sharon Tate. Ma un giorno, alla porta dei Polanski bussa Charles Manson…


Quentin Tarantino ha fondato la sua carriera sui “bad guys”. Gentaglia cattiva che ammazza altra gente senza farsi troppi problemi. Certo, spesso i personaggi avevano tutte le ragioni del mondo per far fuori i loro avversari (chi non è stato dalla parte di Shoshanna o Django?), altre volte invece gli omicidi erano dati dal puro piacere personale (Gogo Yubari) o addirittura per errore (Vincent Vega). Le descrizioni spesso fulminee di questi personaggi, sempre molto borderline, sono state la base su cui Tarantino ha costruito la sua fama. Bastano pochi secondi per inquadrare e amare qualsiasi suo personaggio.
In C’era una volta a… Hollywood, invece, ha deciso di cambiare completamente registro, scegliendo come protagonisti della sua storia due personaggi “normali”: un attore con una mediocre carriera e la sua controfigura/tuttofare, oltre a Sharon Tate che va in  giro per Los Angeles. Nessuno commette omicidi (a parte nel finale dove, effettivamente, qualcuno muore), nessuno ha lunghi dialoghi indimenticabili, non ci sono personaggi secondari caratterizzati in pochi secondi. Tarantino toglie il tarantinismo dal suo film, girando una pellicola “normale”, come i suoi protagonisti.

C’era una volta a… Hollywood non è un brutto film. In alcuni momenti viene fuori il Tarantino che conosciamo: la descrizione dei personaggi è eccellente (Rick Dalton su tutti) e alcune scene sono semplicemente strepitose non solo per i dialoghi ma anche per come sono inquadrate. Ed è proprio sulle inquadrature che Tarantino ha sperimentato di più: per la prima volta nella sua carriera prova infatti a giocare con la grammatica del cinema. C’era una volta a… Hollywood è un film difficile da guardare, perché sovverte molte convenzioni e Tarantino mette la macchina da presa in luoghi improbabili o usa stacchi di montaggio spesso poco comprensibili.

Tarantino non è mai stato un regista “visivo”: le sue inquadrature, il suo montaggio sono sempre stati grammaticamente impeccabili, in ogni inquadratura si capiva sempre benissimo di chi si stava parlando e in quale piano temporale si stesse svolgendo l’azione. In quest’ultimo lavoro il regista statunitense si prende invece molte libertà, non giocando con la continuità narrativa ma con quella logica. Di conseguenza, abbiamo la macchina da presa che si avvicina e si allontana dall’auto di Cliff apparentemente senza motivo, abbiamo stacchi di montaggio apparentemente senza senso o che ci possono apparire semplicemente sbagliati, abbiamo la macchina da presa spesso dietro una grata o una staccionata e via elencando. Ma è evidente che sono scelte fatte dal regista/autore per sperimentare e rompere gli schemi.

In C’era una volta a… Hollywood, Tarantino sembra girare più per se stesso che per il pubblico, sembra voler soddisfare più il proprio ego che i propri fan (per quanto alcune scene di puro fan service ci sono) e non è detto che questo sia necessariamente un male: ci mette dentro molte autocitazioni, quasi a farne una summa di tutto il suo cinema togliendone, però, le caratteristiche più peculiari. C’era una volta a… Hollywood è il meno tarantiniano dei film di Tarantino: è un film diverso, strano, in qualche modo indefinito e certamente non del tutto riuscito, ma al contempo è un film da vedere assolutamente. Non foss’altro per la solita, monumentale, interpretazione di Leonardo DiCaprio.


La locandinaTitolo: C’era una volta a… Hollywood (Once Upon a Time… in Hollywood)
Regia: Quentin Tarantino
Sceneggiatura: Quentin Tarantino
Fotografia: Robert Richardson
Interpreti: Leonardo DiCaprio, Brad Pitt, Margot Robbie, Emile Hirsch, Margaret Qualley, Timothy Olyphant, Julia Butters, Austin Butler, Dakota Fanning, Bruce Dern, Luke Perry, Damian Lewis, Al Pacino, Nicholas Hammond
Nazionalità: USA, 2019
Durata: 2h. 41′


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Attualmente ci sono 5 commenti a questo articolo:

  1. Vigile ha detto:

    Un film vuoto di contenuti, inutile, non si riesce a provare simpatia per dei personaggi che si nutrono d’aria fritta. Addio Quentin, ti sei proprio perso nel nulla delle vite vacue degli abitanti delle ville di Los Angeles. Come sottolineato dalla recensione, non un dialogo sopra la media, non un personaggio accattivante, non una scena che significhi qualcosa di piu’ che la possibilità di usare la cinepresa; come se il solo fatto di avere l’opportunità di filmare fosse sufficiente a se stesso. In fondo in fondo qualcosa traspare, pero’: un sottofondo reazionario (nella descrizione della comunità hippie, per esempio) che circola a un certo punto nel film e che il pubblico coglie bene, quando ride istericamente al Grand-Guignol finale. E’ un mistero. Perché in realtà non c’e’ niente da ridere. E cercare di seguire gli aspetti tecnici, la posizione della cinepresa, il montaggio etc non solleva certo il film dalla pochezza: non capisco nemmeno il recensore che afferma che il film sia da non perdere assolutamente, dopo averne elencato i difetti e la mediocrità. Peccato Quentin, una volta mi piacevano , i tuoi film.

  2. Andreo ha detto:

    Devo mio malgrado concordare con Vigile. Film deludente, soprattutto per quanto riguarda la sceneggiatura. Vuoto di contenuti, 2 ore e mezza di nonsense con una piccola carneficina alla fine come contentino per i fan. Carneficina completamente scollata dalla trama, che in sostanza è quasi inesistente. Secondo me tarantino ha finito le idee. La regia è ancora valida ma a questo punto forse sarebbe meglio che si facesse scrivere le sceneggiature da altri come Scorsese, o quantomeno che tornasse a scrivere assieme ad altri come fece con roger avary

  3. Fabrizio Degni ha detto:

    Ciao a tutti,
    il film come da recensione non lascia intuire che sia stato partorito da Tarantino e difatti si resta delusi aspettandosi una pellicola alla tarantino-mode. E molto strano, di certo originale e in alcuni tratti eccessivamente morbosamente pesante nelle scene ma per quanto a trama stia a zero, io consiglio nei vederlo come una sfilata lungo un corso dove scorrono vetrine su vetrine.. e non si è obbligati ad entrare e acquistare.

  4. Marco ha detto:

    Concordo con gli opinionisti sopra.
    Gli altri film mi lasciavano dentro sicuramente qualcosa e li rivedrei ancor’oggi, questo non mi ha lasciato nulla se non gli aspetti tecnici sempre magistralmente messi in atto, con particolare menzione alla scenografia.

    Consiglio magari di darsi un’idea generale dell’Hollywood di quei tempi e di leggere qualcosa dei protagonisti e dei luoghi narrati e descritti nel film prima di procedere alla visione.

    Prestazioni attoriali maiuscole.

  5. Roberto ha detto:

    Un film sul cinema, in cui Leonardo Di Caprio e Brad Pitt si giocano il ruolo di protagonista in modi diversi, il primo talvolta fragile e insicuro, il secondo sicuro e imbattibile, Margot Robbie splendida, ma non tutte le sequenze in cui è presente sono utili al film. Il titolo e i film immaginari di Rick Dalton dimostrano l’amore di Tarantino per gli Western italiani.

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