L'uomo della Mancha di Arthur Hiller
8 Settembre 1973 – Teatrale
Arrestato dall’Inquisizione per aver messo in scena uno spettacolo teatrale senza autorizzazione, Don Miguel de Cervantes racconta agli altri prigionieri la storia di un gentiluomo di campagna non più nel fiore degli anni che perde la ragione e decide di diventare un Cavaliere Errante per aiutare i deboli…
Basato sul bellissimo musical magistralmente interpretato a Broadway da Richard Kiley, che si prende non poche libertà rispetto all’opera letteraria originale così come alla vita del suo autore, L’uomo della Mancha risulta purtroppo poco più che una pallida rappresentazione teatrale ripresa sul grande schermo. Nonostante l’esperto regista Arthur Hiller tenti spesso di movimentare le scene, le mediocri coreografie di Gillian Lynne non lo aiutano a dare ritmo al film e la fotografia di Giuseppe Rotunno non riesce a rendere vivo un panorama di cartapesta. I pregi della pellicola restano confinati nel lavoro di Dale Wasserman, autore del musical originale come di questa sceneggiatura, che presenta diversi bei dialoghi ed alterna bene la “realtà” del suo Cervantes alla farsa di Don Chisciotte, finendo per dare ancor più peso alla forza satirica (e politica) del libro.
Non tutte le canzoni sono qui riproposte degnamente, soprattutto a causa della scelta di selezionare un cast cinematografico invece che musicale. Se Peter O’Toole è grandioso nelle parti recitate ed è ben doppiato da Simon Gilbert in quelle cantate, e James Coco è un ottimo Sancho, Sophia Loren è infatti letteralmente inascoltabile nel ruolo di Dulcinea. Offrono una buona interpretazione anche John Castle nel ruolo del Duca della prigione e Ian Richardson in quella del prete, che ha tra l’altro una delle pochissime canzoni scenicamente ben costruite di tutto il film (I’m only thinking of him).
In questo senso, stupisce il modo statico in cui è stata girata la sequenza del brano più famoso del musical, The Impossible Dream, quasi a volerne sminuire l’importanza anche se si tratta di fatto della dichiarazione d’intenti del personaggio protagonista. Un personaggio che in fin dei conti ci risulta qui meno interessante del suo fittizio creatore (basti il monologo sulle follie della vita che Cervantes pronuncia dopo un’ora e mezza, o il modo in cui si accomiata dagli altri prigionieri per andare verso l’Inquisizione) e che, soprattutto, non riesce a riproporre sullo schermo la magia delle melodie di Mitch Leigh e delle parole di Joe Darion.
Insomma, questo L’uomo della Mancha non è che un’occasione sprecata per far innamorare di questo splendido lavoro teatrale chi ancora non lo conosceva.
Titolo: L’uomo della Mancha (Man of La Mancha)
Regia: Arthur Hiller
Sceneggiatura: Dale Wasserman
Fotografia: Giuseppe Rotunno
Interpreti: Peter O’Toole, Sophia Loren, James Coco, Harry Andrews, John Castle, Brian Blessed, Ian Richardson, Julie Gregg, Rosalie Crutchley, Gino Conforti, Marne Maitland, Dorothy Sinclair, Miriam Acevedo, Dominic Barto
Nazionalità: USA – Italia, 1972
Durata: 2h. 09′
Il film rappresenta una gradevolissima sorpresa, forte nel messaggio di Cervantes, e commovente. Il panorama di cartapesta non disturba piu’ di quel tanto, alcune canzoni sono molto belle, Peter 0’Toole é bravissimo, che piacere ritrovarlo, ottimi James Coco e anche Sofia Loren, magnificamente fotografata. La fortografia é eccellente, il resto son solo chiacchere.