"Warm Bodies" di Jonathan Levine
Key Films, 7 Febbraio 2013 – Interessante
R è un ragazzo con diversi problemi: primo fra tutti, è uno zombi. Ma quando incontra Julie, la fidanzata di una delle sue vittime, se ne innamora immediatamente, provando una forte emozione che sembra restituirgli la sua umanità e spingerlo a schierarsi contro i suoi simili…
Pubblicizzato fin dal suo concepimento come sorta di emulo di Twilight in chiave zombi (presentimento accentuato dalla presenza degli stessi produttori), fa piacere scoprire come Warm Bodies non abbia nulla a che vedere con i vampiri luccicanti di Stephenie Meyer, sia nelle intenzioni con cui è stato pensato sia nel risultato finale. Laddove Twilight sfruttava la figura del vampiro per costruirvi attorno un amore adolescenziale impossibile e contrastato, il film di Jonathan Levine fa uso dello zombi e del contesto apocalittico in cui nasce per narrare una commedia romantica incentrata sull’accettazione e la comunicazione con il “diverso”, e su come l’amore possa cambiare le proprie prospettive in merito. Non un film sugli zombi, dunque, ma una storia che utilizza stilemi e convenzioni del genere, spesso camminando sul filo della parodia consapevole, per narrare qualcosa di diverso. Un’operazione riuscita grazie all’ampia autoironia utilizzata nel racconto, e alla capacità della pellicola di non prendersi troppo sul serio.
Non mancano però diversi elementi meno convincenti: nel primo atto il tutto stenta a trovare una sua identità, riuscendoci poi nel momento decisivo dell’incontro fra i due protagonisti, dotati di ottima alchimia. La sceneggiatura, adattata da Levine a partire dal romanzo omonimo di Isaac Marion, pecca di troppa ingenuità in diverse occasioni, pur riuscendo a mantenere un buon equilibrio per tutta la durata grazie a diverse scelte interessanti in cabina di regia. Gli interpreti funzionano bene, soprattutto Nicholas Hoult, molto bravo nel mostrare l’evoluzione del suo personaggio tramite le espressioni del volto, mentre Teresa Palmer appare divertente e divertita nel ruolo, conquistando da subito le simpatie del pubblico. Discorso diverso per i comprimari: se Rob Corddry è sempre una garanzia come spalla comica, è un peccato notare come John Malkovich sia svogliato e poco convinto in ruolo scritto molto male.
Warm Bodies è un prodotto ben riuscito, una variazione creativa sul tema dello zombi che diverte in maniera intelligente nonostante varie pecche di scrittura. E per una volta, è bello vedere un film dotato di un finale autoconclusivo, che non promette nessun sequel.
Titolo: Warm Bodies (Id.)
Regia: Joseph Levine
Sceneggiatura: Jonathan Levine
Fotografia: Javier Aguirresarobe
Interpreti: Nicholas Hoult, Teresa Palmer, Dave Franco, John Malkovich, Analeigh Tipton, Rob Corddry, Cory Hardrict, Diana Laura, Debbie Wong, Keeva Lynk, Patrick Sabongui, Justin Bradley, Ruth Chiang, Rochelle Okoye, Mizinga Mwinga
Nazionalità: USA, 2013
Durata: 1h. 37′
Sul serio è un bel film?
Mi sembrava un teen-movie fin troppo ridicolo, stando ai trailer.
La presenza di John Malkovich mi aveva acceso un po’ di curiosita’, ma il mio giudizio preventivo e’ esattamente quello di Gaothaire.
Ogni tanto capita, che i trailer diano un’impressione sbagliata su proprio il tipo di film che stanno pubblicizzando… Però se uno cerca un film romantico sugli adolescenti gli consiglio di aspettare settimana prossima “Noi siamo infinito”, che è davvero ottimo.
Noi siamo infinto e’ ottimo???
Allora e’ vero che sto invecchiando e comincio a perdere colpi…
Oppure sto invecchiando io… Ma comunque, anche in quel caso il trailer è abbastanza ingannevole: il film è molto più malinconico di questo sembri. E uno dei produttori è proprio John Malkovich…
L’inizio è promettente. L’idea è originale, il punto di vista dello zombie è ben scritto e gestito con apprezzabile ironia. Vi è anche una sorta di descrizione del disagio giovanile odierno, accomunandoci agli zombi veri e propri senza l’ausilio di una guerra batteriologica o di alcun morso di animale infetto.
Poi lo script perde visivamente colpi, inizia la fiera delle banalità, delle stupidaggini e l’ombra di “Twilight” si palesa anche involontariamente.
Mi è piaciuto comunque il fatto che non hanno distrutto completamente la figura dello zombie (solo la licenza di farli correre veloci, magari spinti dalla fame bho!), anche se il protagonista, per ovvie ragioni, è molto più simile ad un emo che ad uno zombie putrido e disgustoso vero e proprio.
Le figure degli antagonisti veri e propri, gli “ossuti” sono indovinate.
Peccato per il brutto versante che cade il film nella seconda parte perchè la regia di Levine (da me già apprezzata in “50/50”) è degna di nota.
Nicholas Hoult bravo a reggere tutto sul groppone. La Palmer novella Kristen Stewart.
Ben scritto e molto bello il comparto musicale di Beltrami e ottima la fotografia di Aguirresarobe.
Di facile e veloce consumo. Prodotto che si dimentica facilmente.
Una gradevole ed originale idea mal gestita, a parer mio.