"007: Quantum of Solace" di Marc Forster
Sony, 7 Novembre 2008 – Secco
Alla caccia di un uomo coinvolto nella morte dell’amata Vesper Lynd, James Bond s’imbatte in un affarista che compra terreni da dittatori e tiranni del terzo mondo. A quale scopo e cosa c’entra lui con Vesper, Bond lo scoprirà in una rocambolesca serie di peripezie…
La prova del nove anche per un mito: dopo la rinascita di Casino Royale è ora di rimpastare il personaggio sfruttando la contemporaneità e mettendo da parte le debolezze sedimentate in 40 anni, è il momento per i produttori Michael Wilson e Barbara Broccoli di testare la solidità del progetto e del suo nuovo frontman, Daniel Craig, in vista dell’annunciata tetralogia con cui si rigenererà la nuova serie. Si conferma il team di scrittura, si dà la regia a Marc Forster – di sicuro non un regista di thriller d’azione – e si cerca di provare a reinserire il mito nell’onda di una saga, pur sempre rinnovata. Ne esce un film stringato e sicuro, forse transitorio, ma puro Bond degli anni Duemila.
Script degli sceneggiatori ufficiali Neal Purvis e Robert Wade, affiancati come nello scorso film da Paul Haggis, che creano un thriller spionistico dallo stampo classico, ma ravvivato dalle infiltrazioni moderne ormai necessarie, più ricco d’azione del precedente e pieno di rimandi alla tradizione bondiana (uno su tutti, la ragazza coperta di petrolio anziché d’oro), ma anche cosparso di un’ombra scura, tesa a velare i personaggi.
Dominato dalla sabbia come elemento predominante (e lo si vede fin dai bellissimi titoli di testa vintage, a opera di MK12), il film oltre all’introspezione psicologica sui temi della vendetta, alle reazioni personali e alla descrizione di un Bond grezzo e duro, un assassino puro senza alcuno scrupolo né criterio tattico, racconta anche – a suo modo – del mondo d’oggi, combinando elementi politici classici (l’America che aiuta le dittature) e moderni (siccità e surriscaldamento globale), mettendo in campo i governi e le loro dirette responsabilità.
E fin dal prologo a tutta velocità, il film si pone secco, stringato, senza fronzoli, con una struttura e un impianto tutto sommato classici – come nelle simpatiche didascalie – a dimostrare che il mito può ancora durare dopo il rinnovamento: e una serie di marchi di fabbrica inconfondibili eppure rinnovati, come il logo che appare solo alla fine, la confezione invidiabile (memorabile la corsa a piedi per Siena o l’allestimento della Tosca), la collezione femminile cui Bond dà un peso diverso. Film che avvince, magari non travolgente come il precedente, ma convincente (e i fan sentono la mancanza di Q).
La sceneggiatura mostra chiaramente i correttivi di Haggis, calibra bene i temi ma meno l’intreccio, mescola la classica avventura bondiana con i toni nuovi, accelera nell’azione per poi chiudersi in piccoli crepuscoli (come nel finale), usa il cattivo e l’intreccio come pretesti, fa intuire una ventina di minuti di intrigo tagliati in produzione e costruisce una Bond girl superficiale, ma sa farsi tenere in pugno dalla regia di Forster, tesa e nervosa, coerente con l’impianto, aiutata da un montaggio furioso (di Matt Chessé e Richard Pearson), da scenografie incredibili (di Dennis Gassner) e da qualche idea interessante.
Craig si conferma tosto, duro, implacabile, un Bond feroce in linea coi tempi; la Kurylenko mostra la bellezza e Gemma Arterton nemmeno quella, Amalric è un po’ sprecato mentre Giancarlo Giannini e Judi Dench sono perfetti comprimari. Le basi per un nuovo e vero ciclo sono state poste, e tra pregi e difetti la transizione è in atto. Si spera che Wilson e Broccoli sappiano sfruttare al meglio tutto ciò.
Titolo: 007 – Quantum of Solace (Quantum of Solace)
Regia: Marc Forster
Sceneggiatura: Neil Purvis, Robert Wade, Paul Haggis
Fotografia: Roberto Schaefer
Interpreti: Daniel Craig, Olga Kurylenko, Mathieu Amalric, Judi Dench, Giancarlo Giannini, Gemma Arterton, Jeffrey Wright, david Harbour, Jesper Christensen, Anatole Taubman, Rory Kinnear, Tim Pigott-Smith, Joaquin Cosio, Jesús Ochoa
Nazionalità: Regno Unito – USA, 2008
Durata: 1h. 46′
l’ho trovato un film stupendo questo segutio dell’ottimo Casino Royale.
Ma nessuno sa di un eventuale terzo episodio. Non vorrei che si spegnesse un sogno di redenzione per l’agente Bond ora che Craig ha trovato il suo alter ego cinematografico.
A quanto ne so io, stanno cercando un altro attore. Ma poi non so se abbiano intenzione di proseguire la storia o ricominciare più o meno da capo.
è un oltraggio: assieme a Timoty Dalton è l’agente 007 più breve della storia del cinema. Adesso che sembrava che tutto stesse andando per il meglio (ovvio che Craig non è Connery e nemmeno Moore ma è veramente un grande interprete nei panni dell’eroe di Fleming)
Quanto sono disonesti ‘sti hollywoodiani 🙁
In realtà credo che sia una mera questione di soldi. Craig vuole giustamente uno stipendio in linea con quanto lui ha saputo dare alla serie, ma la casa di produzione è sull’orlo del fallimento e non può permettersi certe cifre. Ma per ora è tutto limitato alla sfera del “si dice”. E comunque George Lazenby ha fatto solo un film.
ah quindi potrebbe fare anche un terzo film.
grazie mille comunque mi ero dimenticato di Lazenby
Beh, nonostante la legittimità delle sue richieste, la crisi c’è per tutti, anche Craig potrebbe andare un po’ incontro alla casa di produzione. Non sapevo nemmeno io che la sua partecipazione al prossimo Bond fosse a rischio: mi dispiacerebbe, spero che giungano ad un accordo.
Questo “Quantum of solace” mi è piaciuto, ma gli preferisco il capitolo precedente.
E’ in corso di produzione il terzo film con Craig, che uscirà a novembre del 2012. IL titolo è ancora sconosciuta (le voci che girano sono Property of a Lady e Carte Blanche), il regista è Sam Mendes.
A me risulta che quel progetto sia ufficialmente ancora in fase di preproduzione, ma una data di inizio delle riprese non è ancora stata fissata.
Va detto però che ho ritrovato la notizia che avevo letto riguardo la sostituzione di Craig e non si parla di sostituzione immediata, ma più genericamente di “prossimo James Bond”. Quindi diciamo che è una ricerca che si completerà se e quando il film di Mendes sarà concluso.
Visto stasera.
Ero dispiaciuto di averlo perso quando uscì nelle sale, così ho voluto rimediare, e sono rimasto un po’ deluso.
Non tanto perché è innegabilmente inferiore al suo ottimo predecessore, ma soprattutto perché gli sceneggiatori hanno voluto spingere ulteriormente sul pedale del “rinnovamento”. Ciò che ne risulta è un Daniel Craig che, benché bravissimo, mi dà più l’idea di un Jason Bourne che di un James Bond. Okay, può essere divertente smontare i tormentoni che da anni hanno caratterizzato la serie (come il barista che, in “Casinò Royale, chiede a Bond se preferisce un drink agitato o mescolato, e riceva la risposta secca “Che vuoi che me ne freghi?”, o il logo che in questo film appare alla fine anziché all’inizio), ma il fascino di Bond non stava forse nella sua classe (e sottolineo classe) unita alla sua straordinaria abilità come uomo d’azione? Qui Daniel Craig fa l’agente segreto duro ed impietoso e null’altro, di James Bond non è rimasto un bel niente. E non sono l’unico a dirlo.
Comunque non fraintendetemi, “Quantum of solace” è un film d’azione ottimamente realizzato, con scene davvero esaltanti, ma da fan della serie ho storto un po’ il naso di fronte a tali cambiamenti.