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“Mamma mia!” di Phyllida Lloyd

16 ottobre 2008 Recensioni 1 Commento
Marco Catola, 16 Ottobre 2008: Sciatto
Universal, 3 Ottobre 2008

Donna è una madre single che ha cresciuto da sola la vivace figlia Sophie, ormai prossima alle nozze. Gestiscono un piccolo hotel su un’isola greca, ma Sophie sogna di farsi accompagnare all’altare dal padre. Decide così di invitare tre uomini del passato di sua madre…


Mamma Mia! è la versione cinematografica dell’omonimo musical teatrale scritto dalla drammaturga inglese Catherine Johnson e basato sulle canzoni degli ABBA, gruppo pop svedese che furoreggiò in tutto il mondo negli anni Settanta (il titolo riprende proprio quello di una loro famosa canzone del 1975). Il musical, dopo il debutto a Londra nel 1999, è approdato anche a Broadway superando per numero di repliche produzioni storiche come Tutti insieme appassionatamente e Il Re ed io. Forse non tutti sanno, però, che il musical si ispira ad un film del 1968 di Melvin Frank, Buonasera, signora Campbell, in cui una spregiudicata e pettoruta Gina Lollobrigida faceva credere a tre militari statunitensi con cui aveva amoreggiato durante la guerra di essere, ognuno all’insaputa degli altri due, il padre di sua figlia finché dopo vent’anni non decidono tutti e tre di farle visita in Italia.
La Johnson, che ha curato anche la sceneggiatura dell’adattamento cinematografico, trasferisce l’azione dall’Italia del dopoguerra alla Grecia dei giorni nostri, trasforma la venale popolana in una ex-figlia dei fiori single e indipendente e imposta la trama sul folcloristico matrimonio della figlia che, desiderosa di conoscere l’identità del proprio padre, scopre dalle pagine del diario giovanile della madre di averne addirittura tre.

Sia che si tratti di musical che di semplice pièce, nel passaggio da teatro a cinema ci si aspetta di solito una resa meno statica e più fantasiosa dell’originale, potendo usufruire di tutte le opzioni tecniche che il mezzo cinematografico offre. Phyllida Lloyd, recidiva regista teatrale alla prima esperienza sul grande schermo, non sembra, invece, voler sfruttare al meglio questa possibilità e si limita a riprodurre su pellicola lo spettacolo teatrale senza alcun tocco distintivo (per capire cosa si può creare con musica e cinema recuperare il visionario Across the Universe di Julie Taymor).

Decisamente snervante la rappresentazione degli isolani greci, che sembra ricalcare quella che viene riservata agli italiani in tutti i film hollywoodiani (pescatori con baffo e coppola e contadine rubiconde con pezzuola in testa). Desolante, invece, il sottofondo moralistico che, oltre al trionfo dell’amore da consacrarsi comunque col matrimonio, inserisce anche l’immancabile e forzatissimo risvolto gay. Meryl Streep vuole dimostrare per l’ennesima volta di essere un’attrice completa cantando e ballando come uno spaventapasseri impazzito per tutto il film, le sue comprimarie Julie Walters e Christine Baranski le stanno dietro alla meglio prendendo in giro il cliché della vecchia arzilla e seducente e i bolsi Brosnan, Firth e Skarsgård (inserito per assicurare il lancio del film in terra scandinava) si riducono a tre misere caricature.

Fotografia da cartolina e coreografie kitsch & cheap chiudono il quadro. Sulle orecchiabili canzoni degli ABBA (da The Winner takes it all a Dancing Queen, da SOS a Gimme! Gimme! Gimme!) niente da dire, ma per il resto un film per massaie con rimorsi post-sessantottini o per queer fanatici degli ABBA.


Titolo: Mamma mia! (Id.)
Regia:Phyllida Lloyd
Sceneggiatura: Catherine Johnson
Fotografia: Haris Zambarloukos
Interpreti: Meryl Streep, Pierce Brosnan, Colin Firth, Stellan Skarsgård, Amanda Seyfried, Juan Pablo Di Pace, Julie Walters, Dominic Cooper, Christine Baranski, Enzo Squillino Jr, Hemi Yeroham, Chris Jarvis, Ashley Lilley
Nazionalità: Regno Unito – USA – Germania, 2008
Durata: 1h. 48′


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Attualmente c'è 1 commento a questo articolo:

  1. Mickey Rourke ha detto:

    Ve lo sconsiglio apertamente. Non è una brutta commedia, ma è proprio la storia che non mi è piaciuta. Leggete la recensione. Soltanto l’interpretazione di Meryl Streep da un po’ di vita al film.

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