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"X-Men" di Bryan Singer

11 novembre 2000 Recensioni 6 Commenti
X-Men

20th Century Fox, 27 Ottobre 2000 – Piatto

Il Governo è preoccupato per l’aumento di mutanti negli Stati Uniti, esseri umani il cui DNA si è evoluto donando loro straordinari poteri. Uno di questi superumani, soprannominato Magneto, vuole scatenare una guerra tra umani e mutanti, ma il professor Xavier tenta di impedirglielo…


Patrick Stewart e Ian McKellenL’Homo Superior è tra noi: i mutanti sono esseri umani il cui DNA si è evoluto e ha permesso loro di avere straordinari poteri. Il senatore Kelly è molto spaventato da tutto questo, tanto da promuovere una legge per il controllo dei mutanti. Il professor Charles Xavier dirige una Scuola per Giovani Dotati che è in realtà il rifugio di giovani mutanti che stanno ancora imparando a controllare i propri poteri. Quando Magneto, un potente mutante che vuole scatenare una guerra con gli umani per non rischiare di ritrovarsi (di nuovo) in un campo di concentramento, parte all’attacco, il professor X sfrutterà alcuni dei suoi allievi, gli X-Men, per salvare il mondo, con l’aiuto di un ribelle canadese: Wolverine.

Halle BerryDiretto dal regista di uno dei film più importanti degli anni Novanta, interpretato da un cast di tutto rispetto e realizzato con il meglio della tecnologia attualmente disponibile, X-Men si dimostra in realtà un film moscio, a tratti noioso e abbastanza ripetitivo nello sviluppo, coronato da effetti speciali buoni ma non sorprendenti. E se in fondo la sceneggiatura non si può dire non sia movimentata, le emozion sono completamente assenti.

Ray ParkBryan Singer aveva esordito bene con l’interessante Pubblic Access, che fu premiato al Sundance ma non fu distribuito fino a che la sua opera seconda, I Soliti Sospetti, non si dimostrò un vero capolavoro. La sua terza regia, L’Allievo, tratta da una novella di Stephen King, raggiunse gli onori della cronaca più per le polemiche legate a delle scene di nudo del protagonista minorenne che per il suo valore artistico. Filo comune in questi tre film sembra essere la presenza di personaggi “diversi”, emarginati, probabilmente figli della dichiarata omosessualità del regista. Anche in X-Men si ritrova questa caratteristica, ed essendo uno dei migliori incassi dell’anno probabilmente farà un gran bene alla sua carriera.

Hugh JackmanIl cast a disposizione di Singer è ottimo, soprattutto rispetto alla media dei film d’azione, ma il problema è che manca lo spessore psicologico e l’approfondimento del background dei personaggi, anche nelle piccole cose. D’altronde è proprio per questo che film sui gruppi di supereroi non ne sono mai stati fatti: è troppo difficile rendere credibili, “tridimensionali”, tutti i personaggi. In questo X-Men, dopo un inutile prefazione su Magneto ed un inizio centrato su Rogue, niente ci viene detto di Xavier, come nulla ci viene rivelato del passato degli altri membri del gruppo, men che meno dei cattivi. Va comunque dato atto allo sceneggiatore esordiente David Hayter di aver ben compreso il peso dei singoli personaggi all’interno del gruppo. Passa più di un quarto d’ora prima che il vero protagonista del film faccia la sua apparizione, ma quando finalmente succede l’attesa è ripagata alla grande: Wolverine si dimostra misterioso, cattivo e bastardo come doveva essere. Da quando fu introdotto nell’universo mutante dal bravo sceneggiatore Chris Claremont, Logan ha sempre saputo calamitare l’attenzione dei lettori, e anche in questa versione cinematografica non fa eccezione, grazie anche al physique du rôle dell’attore australiano Hugh Jackman.

Rebecca Romijn-StamosIl cast presenta bravi attori che sono anche facce note al grande pubblico, cosa assolutamente necessaria in una produzione costosa come questa. In un gruppo che comprende Patrick Stewart, Ian McKellen, Anna Paquin, Halle Berry, Famke Janssen e Rebecca Romijn-Stamos l’unica nota stonata è James Mardsen, totalmente non credibile nel ruolo di Ciclope, leader del gruppo e fidanzato di Jean Grey-Famke Janssen.

I problemi del film, insomma, non stanno certo nel cast, né nel regista. È stata ottima la scelta di fare un film d’azione con risvolti sociologici invece che una soap-opera come invece le storie disegnate del gruppo sono spesso state, ma poi si è sbagliato a cercare gli effetti speciali invece dell’appeal dei personaggi, che è poi l’aspetto che ha portato il fumetto al successo. Perché alla fine, le uniche cose che questo film lascia sono i bei visi di Halle Berry e Famke Jannsen ed il corpo di Rebecca Romijn.


La locandinaTitolo: X-Men (Id.)
Regia: Bryan Singer
Sceneggiatura: David Hayter
Fotografia: Newton Thomas Sigel
Interpreti: Patrick Stewart, Hugh Jackman, Ian McKellen, Anna Paquin, Halle Berry, Famke Janssen, James Mardsen, Ray Park, Tyler Mane, Rebecca Romijn-Stamos, Bruce Davison, Matthew Sharp, Brett Morris, Sumela Kay, Shawn Ashmore, Stan Lee
Nazionalità: USA, 2000
Durata: 1h. 44′


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Attualmente ci sono 6 commenti a questo articolo:

  1. Marco ha detto:

    Sono d’accordo solo in parte solo con te Albe.
    D’accordo con tutto quello che hai scritto però c’è da fare una precisazione: questo film vuole dare l’incipt ad una storia che già si preannunciava avere dei seguiti, se il regista non ha voluto tanto descrivere le psicologie dei personaggi e perchè l’ho voleva fare nei successivi episodi, come del resto è successo.
    Comuque a parer mio non è che sia sto grande problema non aver descritto la vita di Xavier e degli altri x-men, anzi il prologo ( che a contrario tuo ho molto apprezzato ) e il risvolto socio-politico che affronta il film è una cosa molto bella ( come del resto anche tu hai detto ) e senza dubbio originale.
    Comunque la sceneggiatura del doppiatore di videogiochi Hayter è molto ben scritta e raccontata altrettanto bene da Synger.
    Effetti speciali che sicuramente all’epoca erano eccezionali, ma che comunque anche adesso fanno la loro figura ( è sempre di 10 anni fa ).
    Altro merito del film è di aver fatto da trampolino di lancio ad Halle Berry e Hugh Jackman.

  2. Alberto Cassani ha detto:

    Sono d’accordo che l’idea era di sviluppare i personaggi in almeno tre film (cosa che poi hanno potuto fare solo fino ad un certo punto per motivi contrattuali), però secondo me avrebbero dovuto introdurre meglio i personaggi a chi non li conosceva. Al di là della riuscita globale della pellicola, secondo me chi non aveva già familiarità con gli X-Men ha fatto molta fatica a calarsi nell’universo di qeusto film.

  3. Alessandro ha detto:

    X-Men- il Film di Bryan Singer del 2000 è la seconda trasposizione cinematografica della Marvel dopo “Blade”, il film è incentrato sugli incredibili mutanti degli albi a fumetti della “Casa delle Idee” e conta sullo stereotipo e l’estetica ma che grazie ad un regista come Singer sottolinea il significato metaforico sulla diversità, l’accettazione e il dramma esistenziale senza spingere a pieno il pedale sull”accelleratore verso questo punto di vista. Il chiaro esempio con cui si affrontano temi quali il razzismo si trova immediatamente nella scena iniziale in cui un giovane Erick e sua madre vengono deportati come tanti ebrei nei campi di concentramento e e da qui Erick comincerà a covare odio per l’umanità intera considerando i mutanti lo stadio successivo dell’evoluzione che sempre secondo lui non può lasciare spazio all’uomo comune, ovvero il “Sapiens”. Gli unici personaggi che emergono di più nonostante l’intenzione iniziale di dare profondità al cattivo che in questo primo episodio rimane anch’esso di “maniera”, sono Logan/”Wolverine”(Hugh Jackman) e Marie/”Rogue” (Anna Paquin) che sono in continua fuga alla ricerca di loro stessi , della comprensione delle proprie origini e le proprie diversità e di un loro posto nel mondo. I restanti X-Men sono emblematici ma poco approfonditi e solo chi ha letto i fumetti non avrà problemi nella visione, mentre i non lettori sapranno solo che gli X-Men hanno sorprendenti poteri senza sapere le varie origini e sfaccettature di ciascuno di loro. Se questo modus operandi è utile per scoprire a poco a poco il grosso vuoto di memoria di Wolverine che ha dei ricordi sconnessi e frammentati delle proprie origini, per i restanti personaggi la non introduzione potrebbe apparire fastidiosa e darci una sensazione di superficialità . Nella sua semplicità però questo film riesce ad essere appetibile, spensierato di evasione e non siamo ipocriti all’epoca della sua uscita nel “2000” tutti siamo rimasti sbalorditi dalla versione live-action dei mutanti più famosi, gli effetti speciali che per l’epoca erano sbalorditivi e ancora oggi svolgono egregiamente la loro funzione, le tute più contemporanee in pelle scura e non più giallo sgargianti e nel suo piccolo approfondisce i temi sociali della diversità, il razzismo, la ricerca di se stessi e di un posto nel mondo, e la filosofica vendetta del cattivo di turno “Magneto”. Il film è scorrevole e gli scontri mutanti intrattengono con dovizia!

  4. Alberto Cassani ha detto:

    Non è proprio vero che questo è il secondo film Marvel: prima ci sono stati i Fantastici 4 di Corman, il Punitore con Dolph Lundgren e il Capitan America con Francesca Neri. E se vogliamo contarlo, anche “Howard il papero” prodotto da George Lucas.

  5. Donato ha detto:

    E’ difficile trovare avvincente questo film dopo aver visto alcuni di quelli che lo hanno seguito. Anche se non è la prima trasposizione di personaggi Marvel sul grande schermo, esso risente fortemente dell’impiego di effetti speciali non all’altezza della situazione. Ad esempio, i personaggi che saltano o che volano mostrano nettamente (e in maniera abbastanza ridicola) la postura di chi sta appeso a dei cavi, anche se questi non si vedono. Questo difetto pacchiano, unitamente ad altre piccole imperfezioni, ingenuità e cose mal riuscite sparse qua e la, rende difficile apprezzare questo film, soprattutto oggi, in piena era “cinefumettara”. Diciamo che non è pessimo e lo si può guardare con atteggiamento bonario, come si guardano certi film di fantascienza degli anni ’50 o ’60, a suo tempo fatti anche bene ma che oggi appaiono abbastanza ridicoli, in quanto supportati da effetti speciali dell’età della pietra…

    Alla fine dei conti, X-Men non è vecchissimo, ma è invecchiato male. In seguito, registi, produttori e tecnici degli effetti speciali hanno fatto tesoro degli errori commessi all’inizio e, grazie a nuove tecnologie che evolvono in maniera galoppante ed al sempre più massiccio supporto della computer grafica, nel giro di pochi anni sono riusciti a correggere il tiro in maniera quasi sbalorditiva. X-Men 2, che è stato realizzato solo due anni dopo il primo, sembra letteralmente di un altro pianeta, tanto da rimanere a tutt’oggi, uno dei migliori film sui supereroi Marvel che siano mai stati prodotti.

  6. Alberto Cassani ha detto:

    Credo che in generale la fantascienza sia il genere cinematografico che invecchia prima. Soprattutto adesso che ci sono gli effetti speciali digitali: o sei alla super-avanguardia, oppure nel giro di un anno e mezzo sei superato. Poi il primo X-Men soffriva anche della necessità di introdurre un grande numero di personaggi che al cinema non si erano mai visti, “The Avengers” avrebbe avuto lo stesso problema se non ci fossero stati i film precedenti a presentare i personaggi al pubblico. Ma al di là di questo, penso sia proprio la piattezza della sceneggiatura ad avvilire, in questo film.

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