Logan - The Wolverine di James Mangold
20th Century Fox, 1 Marzo 2017 – Sanguinoso
L’ormai novantenne professor Xavier si nasconde vicino al confine con il Messico, sotto le cure di Calibano e di uno stanco e malato Wolverine. Un giorno una donna approccia Logan pagandolo per portare una bambina fino in Canada, senza però dirgli che si tratta di una mutante inseguita da qualcuno di molto pericoloso…
Al terzo tentativo – nono, se consideriamo l’intera saga mutante – finalmente arriva sul grande schermo un Wolverine davvero emozionante. Anzi, arriva quello che è forse il miglior cinefumetto di sempre insieme con Spider-Man 2. In realtà, però, Logan non è un vero e proprio film di supereroi. La storia non gira infatti intorno ai superpoteri – che giocano un ruolo solamente nella scene di lotta – mentre i temi che la sceneggiatura affronta, e il modo in cui li tratta, non hanno niente da invidiare a film che nell’immaginario comune sono decisamente più seri e impegnati di questo.
Ambientato in un futuro prossimo che consente agli sceneggiatori la massima libertà di azione, e a quanto pare ispirato agli Spietati di Clint Eastwood, Logan è un film estremamente duro e violento, ma anche dotato di una certa profondità e persino originalità. Non solo per il panorama cinefumettistico. I dialoghi sanno toccare le corde giuste disegnando personaggi ben riusciti, mentre la sceneggiatura anticipa in modo assolutamente casuale scenari che durante la lavorazione del film sono improvvisamente diventati di attualità. La regia ci aiuta poi a focalizzare l’attenzione sui giusti personaggi, ed è anche grazie alle scelte visive di Mangold se gli eventi ci colpiscono con la giusta potenza.
Logan sarà molto probabilmente l’ultima prova di Hugh Jackman nei panni di Wolverine. Certo è che l’attore australiano è ormai diventato l’unica incarnazione cinematografica possibile del piccolo mutante canadese creato nel 1974 in casa Marvel. Ma proprio con questo film la Fox getta le basi per un nuovo corso, con l’introduzione del personaggio di X-23. Speriamo che i prossimi seguano la strada segnata da Logan, non quella indicata degli altri film della serie.
Titolo: Logan – The Wolverine (Logan)
Regia: James Mangold
Sceneggiatura: Scott Frank, Michael Green, James Mangold
Fotografia: John Mathieson
Interpreti: Hugh Jackman, Patrick Stewart, Dafne Keen, Boyd Holbrook, Stephen Merchant, Elizabeth Rodriguez, Richard E. Grant, Eriq La Salle, Elise Neal, Quincy Fouse, Al Coronel, Frank Gallegos, Anthony Escobar, Reynaldo Gallegos, Krzysztof Soszynski
Nazionalità: USA, 2016
Durata: 2h. 15′
Alberto, sei praticamente l’unico critico di cui mi fidi quasi ciecamente. Il sentore che fosse un buon film c’era, ma se mi dici “arriva quello che è forse il miglior cinefumetto di sempre insieme con Spider-Man 2” mi destabilizzi. Cioè, davvero? Io voglio crederti Alberto. Andrò in questi giorni.
Eh… Mi aspettavo un bel film, ma non uno così convincente. Va anche detto che tutti gli altri cinefumetti Marvel sono baracconate per adolescenti, per cui nelle rare occasioni in cui salta fuori un film adulto ben fatto brilla ancor di più.
Condivido l’elogio alle scelte visive (il Logan pian piano sempre più ferito e distrutto è perfetto, complimenti a Jackman e ai suoi truccatori), ma un po’ meno il resto. Voglio dire, concordo, non è un vero e proprio film di supereroi, ma ci sono troppe sbandate verso il cinecomic fracassone classico, che alla fine non riescono a rendermi davvero convincente il salto di qualità. i mutanti in vitro, il clone, i bambini con poteri, il bambino nero sparascintille che è evidentemente il nipote di Jamie Foxx… Tutto questo non mi rende credibile il western a tema Wolverine che le locandine e i trailer lasciavano presagire. Perchè vogliono sempre il cattivo ambizioso all’inverosimile, sempre quello che vuole cambiare il mondo, sempre lo scienziato pazzo e i suoi grandi esperimenti, quando un traffico di bambini mutanti e un mercenario bastardo (magari Sabretooth) che vuole Laura per rivenderla sarebbero stati più che sufficienti.
Aggiungo che, in parole povere, ho riscontrato in questo film gli stessi difetti visti in “The Wolverine” del 2013 (mi rifiuto di chiamarlo “Wolverine – L’Immortale”). Il tema di base è meraviglioso, ma la resa in sede di sceneggiatura finisce per deludere. In quel caso l’idea di Wolverine come guerriero solitario in cerca del suo onore si perdeva tra mutanti che vedono il futuro, tizie verdi con la lingua avvelenata e addirittura un samurai robot. A quel punto potevano anche tornare certi ambienti suggestivi ripresi dal fumetto di Miller, certi giochi di luci e ombre, ma la frittata era già fatta. E in questo “Logan” vedo esattamente lo stesso problema.
In effetti la parte finale coi “nuovi mutanti” in azione è quella peggiore, proprio perché rompe col tipo di avventura che ci è stata raccontata fino a quel momento. Che poi il mondo sia ben chiaramente un mondo di supereroi fumettistici è vero, ma d’altra parte stiamo pur sempre parlando di una saga che prosegue da quasi vent’anni… mi sembra impossibile pensare che potesse essere un film completamente slegato da quelli che lo hanno preceduto, nonostante sia ambientato nel futuro.
Condivido il positivo giudizio espresso in recensione. Jackman con un po’ di rughe, aiutato da un buon script, convince.
Bella l’atmosfera malinconica coadiuvata dai personaggi che ben rendono l’idea di come anche i supereroi possano invecchiare. Concordo col Cassani riguardo il fatto che questa pellicola va oltre i consueti film di genere.
Mi ha anche sorpreso positivamente la resa di talune scene, tra le quali spicca la seconda “crisi” del Professore. .
Un vero peccato che nella terza parte e nel pre-finale il regista perda un po’, anzi parecchio, le redini non sapendo evidentemente quale registro scegliere per accontentare un po’ tutti e vanificando non poco quanto di buono lo svolgimento minimal-autoriale aveva creato.
Nel complesso comunque, nonostante le palesi pecche, l’ho trovato affascinante.
Alberto, ho una domanda: hai recentemente rivisto SpiderMan 2?
So che lo citi sempre come miglior cinefumetto, ma io devo dire che l’ho rivisto recentemente e mi sono reso conto di avere un ricordo esagerato del film, che non è all’altezza di un Cavaliere Oscuro, per dire (ma anche un Guardiani della Galassia, per dire un film dell’MCU che considero grandioso).
In parte non è un po’ un primato affettivo?
No, non l’ho più rivisto dopo la sua uscita nelle sale. Ma la mia impressione non è maturata nel tempo, era quella che avevo in origine. Tant’è che all’epoca, quando scrissi la recensione, presi in considerazione la possibilità di mettergli le stellette. Che poi Il Cavaliere Oscuro sia quantomeno pari è possibilissimo, ma è comunque un film profondamente diverso. Ma in genere dico che questi due sono i migliori, poi si può preferire l’uno o l’altro proprio perché sono molto diversi. Gli altri film della Marvel vera e propria sono tutti troppo leggeri, se non come tematiche come tono, per correre nella stessa categoria. I Guardiani, poi, l’ho abbastanza odiato, tant’è che ogni volta mi stupisco di non avergli dato il semaforo rosso.
Grande Alberto! Ho scoperto questo sito da pochi giorni, e mi sto appassionando a leggere le vostre recensioni! Spesso mi ci ritrovo, ma a volte invece mi rendo conto di aver preso un abbaglio in precedenza.
Scrivo sotto a “Logan” in quanto stavolta non mi ci ritrovo molto nella recensione, e volevo capirci qualcosa di più. Premetto che io non me ne intendo per niente, ma che amo la cinematografia ed i film “Ben Fatti”.
Sono stato a vedere questo film al cinema. Amo il personaggio e l’interpretazione di Hugh Jackman, ma questo film, seppur ho trovato molto belle le ambientazioni e le scene, mi sembra che come tema principale abbia la violenza nuda e cruda. Sembrerebbe quasi (a mio parere) che Mangold la debba inserire ad ogni costo in qualunque scontro, senza la benché minima remora.
Ti chiedo, non ci dev’essere un limite alla violenza in un film? Capisco che questo limite vari da un genere ad un altro, ma anche in un cinefumetto che parla di un assassino squartatore (con tutte le variabili emotive del caso), non si rischia di diventare banali, pesanti e ripetitivi?
Non mi è piaciuta inoltre la storia sull’avvelenamento da Adamantio. Com’è che fino a “Logan” Wolverine è immortale, ed ora si scopre che quel metallo che lo compone lo sta avvelenando? Magari mi sono perso un qualche passaggio del fumetto che lo spieghi, ma questa scelta mi sembra una banalità trovata giusto per far morire anche lui in qualche modo.
X Matteo Galli
Logan è un personaggio violento. E’ un killer con l’istinto del killer. Uccidere è la cosa che gli riesce meglio e, per citare una sua frase famosa, lui “è il migliore in quello che fa”. E’ così anche ache nei fumetti Marvel. Diciamo che finora, nei cinefumetti, il personaggio era stato snaturato, soprattutto nella rappresentazione grafica delle sue azioni, per non infrangere le regole dementi del marchio PG-13.
Il primo film di Wolverine è stato una porcheria abominevole, qualcosa di veramente inguardabile, tanto che ho smesso di guardarlo dopo meno di un quarto d’ora. Il secondo è passabile, sicuramente meglio del primo, ma azzoppato fortemente per le solite ragioni legate al PG-13 (con relative polemiche che ne sono seguite, visto che era ispirato ad una delle miniserie fumettistiche di culto del mutante artigliato).
Il terzo film, in definitiva, è l’unico che rende veramente giustizia al personaggio ed infatti non porta il marchio PG-13 ma RATED-R, praticamente un film per adulti (almeno secondo le assurde regole della censura americana).
Gli studios hollywoodiani hanno dovuto attendere un po’ prima di sbilanciarsi in progetti più ambiziosi. Hanno aspettato che il franchise dei cinefumetti si consolidasse. Ora che possono contare su di una platea di pubblico praticamente sconfinata, possono permettersi di sfornare opere decisamente meno stereotipate, più originali e, soprattutto, non PG-13 (vivaddio!!!). Si spiegano così film decisamente singolari e atipici come quelli di Deadpool, Dr. Strange e, per l’appunto, Logan.
Grazie Donato, ho ben compreso quanto mi hai detto, e seppur non ho mai letto particolarmente i fumetti Marvel, mi avevano già spiegato abbastanza questa cosa. Probabilmente avendo visto solo i film del personaggio, mi sono affezionato ad un finto eroe, snaturato dal PG-13 come dici tu.
Detto ciò, ho trovato comunque tutta quella violenza un po’ forzata dal punto di vista cinematografico, e per questo lo stile del film non l’avrei reputato così elevato. Il non avere un limite quindi, sta solo nel fatto di narrare di un killer sanguinario?
Esatto. La violenza fa parte del personaggio ed è in linea con le storie a fumetti, soprattutto quelle dedicate esclusivamente a wolverine, che erano molto più crude, brutali ed estreme rispetto a quelle, ad esempio, degli x-men, dove il personaggio era solo parte di un gruppo. Inoltre questo film è a tutti gli effetti un episodio “crepuscolare”, piuttosto slegato dalla continuity mutante dei cinefumetti e che chiude sicuramente il ciclo di storie del wolverine interpretato da Hugh Jackman (che del resto ormai comincia ad evere una certa età…) ed introduce un personaggio che verosimilmente comparirà nei nuovi film che saranno dedicati in futuro agli x-mutanti.
Aggiungerei che il personaggio era violento ed ammazzava spesso della gente anche nei film precedenti, solo che la rappresentazione di questi atti era del tutto priva di credibilità e realismo, essendo edulcorata a livelli ridicoli per rispettare gli standard di censura americani. Liberi dal fardello del PG-13, le medesime azioni possono essere rappresentate in manera più cruda e realistica. A qualcuno può non piacere, ma wolverine combatte gli avversari affettandoli con degli artigli e francamente nei film precedenti vedergli ammazzare un numero imprecisato di persone senza uno schizzo di sangue rendeva il tutto abbastanza ridicolo…
Come dice Donato, Wolverine ammazzava la gente anche nei film precedenti, ma qui l’azione è mostrata con maggior crudezza che in passato. La ragione produttiva dietro questa scelta è che si è andato a cercare un pubblico diverso, più adulto dei precedenti (o magari, semplicemente lo stesso pubblico, che nel frattempo è cresciuto), e questo ha portato a una maggiore libertà nel mostrare le scene di lotta. Dal punto di vista registico, quest’enfasi sul sangue permette di mostrare più facilmente quanto sia dura la situazione in cui Logan si trova, e quanto pesante sia per lui sopportare la continua lotta con chi lo insegue. Poi è chiaro che allo spettatore può benissimo dar fastidio, ma mostrare il sangue è l’unico modo per far realmente capire quanto la violenza sia insita nella vita del personaggio.
Per quanto riguarda l’avvelenamento da adamantio, non dimenticarti, Matteo, che il film è ambientato nel futuro. Ciò che per noi è una sorpresa, per i personaggi è una situazione ormai radicata e sviluppatasi negli anni. Probabilmente avrebbero potuto spiegare l’origine della cosa, ma penso che la scelta dipenda dall’essersi voluti tenere la libertà di azione nei prossimi film dell’universo mutante. Se fai caso, non c’è realmente nessun collegamento con i film degli X-Men, né tantomeno con eventi avvenuti dopo gli altri film e prima di questo. E’ completamente slegato dagli altri film proprio per non legare troppo le mani agli autori delle prossime pellicole.
Sempre in risposta a Matteo, mi sento di aggiungere alcune altre considerazioni sul personaggio. Logan non è un “finto eroe”, ma un eroe a tutto tondo, probabilmente persino più credibile, più complesso e più ben caratterizzato rispetto a tutti gli altri personaggi del carrozzone marvel. Lui ha un codice d’onore e comportamentale tutto suo che, sempre a modo suo, rispetta sempre, almeno fino a quando il cervello gli funziona nel modo giusto. Il fatto è che, oltre al fattore rigenerante che gli consente di guarire da qualsiasi ferita, la mutazione gli ha conferito anche un indole ed un istanto animaleschi, con i quali egli deve convivere e che spesso condizionano le sue azioni. Quando ho detto che è un killer, non volevo dire che è malvagio, ma solo che ha l’istinto (animalesco) del killer, come può averlo una tigre o un coccodrillo o uno squalo bianco.
Per inciso, wolverine è il termine inglese con cui si indica un mammifero nord americano, in italiano chiamato “ghiottone”, che è il più grosso rappresentante vivente della famiglia dei mustelidi (che comprende donnole, martore, furetti, ermellini, ecc..) ed è un animale di leggendaria combattività, in grado di far vedere i sorci verdi anche a predatori di stazza notevolmente superiore alla sua (tipo orsi, puma, ecc.., tanto per intenderci).
Grazie mille Alberto, e grazie mille Donato. Sono contento di vederci più chiaro riguardo a questo film, dopo aver letto le vostre spiegazioni.
Continuerò a seguire questo fantastico sito, con il quale cercherò di comprendere sempre meglio la cinematografia!
Concordo con la recensione.
Un grande western crepuscolare con tematiche non indifferenti.
Anche per me caduta di stile nelle scene finali ma che il buon montaggio, la regia e gli stunt aiutano a “sopportare”.