"X-Men - Giorni di un futuro passato" di Bryan Singer
20th Century Fox, 22 Maggio 2014 – Virtuoso
In un futuro non troppo lontano, i mutanti sono condannati all’estinzione dalle Sentinelle, gigantesche macchine di morte. Tentando una mossa disperata, il Professor X e Magneto inviano la coscienza di Wolverine nel passato affinché fermi Mistica dal commettere l’omicidio che li ha condannati per sempre…
Il nuovo titolo della fortunata saga cinematografica Marvel rappresenta il definitivo allineamento di questo genere di cinema alle esigenze dei fumetti da cui prende spunto. Figlio dell’esperienza maturata dai titoli legati ai diversi vendicatori, questo Giorni di un futuro passato sarebbe stato impensabile solo pochi anni fa. Non che gli attriti derivabili dalla complessità della continuity e dal gran numero di personaggi non si avvertano, ma considerando le difficoltà insite nei presupposti dell’operazione, il risultato è decisamente godibile.
I tre autori del soggetto, non nuovi alla serie, trovano diverse chiavi di lettura per offrire una visione originale dei personaggi maggiormente esplorati e al tempo stesso uno sviluppo coerente a quelli introdotti nell’ottimo L’inizio di tre anni fa. Tra queste chiavi, una delle più interessanti è senza dubbio quella di ribaltare il rapporto mentore-allievo di Logan e Xavier, mettendo stavolta a confronto un Wolverine ormai maturo che pare reduce dal suo recente viaggio in Giappone con un Professor X perso da tempo nel proprio dolore, senza poter essere più la guida di nessuno. Questa e altre soluzioni dimostrano la voglia di svecchiare quanto fatto in precedenza e cercare nuove possibilità, pur tornando sempre sui temi cardine della serie, in primis l’intolleranza e la solitudine derivate dalla diversità. Certo, qualche personaggio, tra cui lo stesso Magneto, ne esce in parte sacrificato, ma si tratta di sbavature minori in un quadro complessivamente riuscito.
Riflessione sui personaggi, quindi, ma anche azione quanto basta, inside jokes come se piovesse (siamo pur sempre in un capitolo per iniziati alla serie) e un’atmosfera crepuscolare e disperata da manuale. Singer riesce a servire tutto questo con efficacia, scegliendo con cura quando lasciar fare il lavoro agli ottimi effetti speciali e quando stringere il campo sui volti dei suoi attori. Interpreti che lo ripagano abbondantemente: tutta la parte centrale del film lascia quasi in secondo piano la costruzione dell’intreccio per dare libero sfogo alle capacità recitative di Hugh Jackman, James McAvoy e Michael Fassbender, non senza un goccio di gradevole gigioneria.
Capitolo per fortuna autoconclusivo nonostante un seguito già in cantiere, Giorni di un futuro passato riesce a proseguire sulla buona scia dei film precedenti, con l’unico requisito aggiunto di una maggiore conoscenza delle altre storie per comprendere appieno la vicenda e i suoi personaggi. Giocando sull’emotività del pubblico affezionato, gli autori ci regalano inoltre il più bell’epilogo di un episodio della serie, insieme ad altri momenti struggenti che da soli valgono la disponibilità a chiudere un occhio sulle piccole incongruenze con gli altri capitoli.
Titolo: X-Men – Giorni di un futuro passato (X-Men: Days of Future Past)
Regia: Bryan Singer
Sceneggiatura: Simon Kinberg
Fotografia: Newton Thomas Sigel
Interpreti: Hugh Jackman, James McAvoy, Michael Fassbender, Jennifer Lawrence, Patrick Stewart, Ian McKellen, Halle Berry, Anna Paquin, Ellen Page, Peter Dingle, Nicholas Hoult, Omar Sy, Shawm Ashmore, Evan Peter
Nazionalità: USA, 2014
Durata: 2h. 01′
Nella seconda foto insieme a McAvoy e Jackman c’è Nicholas Hoult, non Evan Peters! Comunque assolutamente d’accordo con la recensione, da parte mia.
#terza foto
Lapis! Grazie.
Lo visto ieri…. Tutto sommato non mi è dispiaciuto ma ho trovato un minestrone di trama tremendo… Il montaggio A mio parere raccapricciante e confusionario… Il primo tempo godibile (Action BlockBuster con qualche siparietto comico) Ma la seconda parte…! Singer si è andato a cercare un finale con troppa robba da gestire che secondo me è riuscito solo a metà…
Preferisco notevolmente X men e X men 2
Il 3 era troppo diverso quindi non posso giudicarlo.. L’inizio era bello ma era molto statico come film ma a mio parere sicurmemte piu riuscito di questo. Enrico dimmi la tua su quello che ho espresso?
Ciao Rogi,
di sicuro il progetto aveva delle premesse ambiziose, e magari non a tutti sembrano pienamente soddisfatte. Se con montaggio parliamo dell’alternarsi delle due linee temporali, quella degli anni ’70 e quella del futuro, in effetti il film si sbilancia molto a favore della prima, ma la cosa in fondo non mi è dispiaciuta: quei personaggi avevano decisamente di più da dire.
La parte finale invece mi è piaciuta molto perché, senza fare spoiler, è riuscita a chiudere più cerchi che rischiavano di restare aperti.
Per me i più riusciti della serie sono di gran lunga X-men 2 e L’inizio, seguiti da questo.
X-men Conflitto Finale è stato realizzato anche discretamente, ma mi pare sia stato pensato con l’intenzione di semplificare troppe cose che invece erano state seminate bene in precedenza e sono tornate poi nei film prodotti in seguito. Sicuramente era una visione più semplice di questo, ma anche più dimenticabile.
Concordo… per montaggio intendo quando per esempio inizia la pellicola con lo scontro delle tre Sentinelle che io in sala mi chiedevo se stessero combattendo con una sola o con tre… Il finale è bello ed emozionante… però è secondo me troppo caotico a livello di montaggio… e io non mi riesco a motivare come il Personaggio di Charles Xavier nel 1973 sia diventato così deficiente e poco saggio rispetto a 10 anni prima con gli eventi di X first class.. anche Magneto lo hanno trattato male, Sarò io, Non Riesco a capire quali siano le sue vere intenzioni…
Secondo te perchè hanno stravolto così il personaggio di Xavier da renderlo così scemo?
Credo che gli intenti fossero principalmente due. Il primo, renderlo un personaggio diverso da quello de L’inizio, che sembrava maturo e realizzato fino alla fine. Il secondo motivo era probabilmente giustificare di più la presenza nel passato di Wolverine, come la guida che lo porterà ad essere quello che sarà da anziano. Al personaggio di Magneto queste giustificazioni mancano, per quello scrivevo nella recensione che mi sembrava un po’ sacrificato.
film molto bello, girato veramente bene! stupenda la scena al rallenty nel pentagono. peccato per il personaggio di magneto che ogni volta viene lasciato un po’ troppo superficiale quando potrebbe essere approfondito molto, soprattutto nella sua versione adulta!
Si giusto però una persona non cambia in 10 anni il suo modo di vivere e pensare radicalmente.
Be, se passa attraverso i traumi giusti una persona può cambiare completamente anche in venti minuti. Il problema è che non li hanno mostrati, questi traumi. First Class finiva con una nota di speranza per Charles, che sembrava essersi già ripreso dal trauma della paralisi, e qui inizia con lui crollato perchè, di fatto, la guerra del Vietnam l’ha lasciato a corto di personale. Il che andrebbe anche bene, solo che condensare una caduta così interessante in due parole di Hank a Logan non è un granchè, visto che, davvero, alla fine di First Class non ho visto in lui tutto questo dolore per la perdita di Raven. Hanno un po’ invertito il processo di accettazione; cioè: apparentemente ripreso cinque minuti dopo il trauma, depresso come non mai dieci anni dopo. Questo ovviamente può succedere, ma bisogna mostrare come si deve il perchè.
Ho trovato X Men Giorni di un Futuro Passato il film più bello della saga assieme al secondo capitolo e al prequel “L’inizio”.
Il ritorno al timone di Singer per me ha spazzato via le incongruenze e gli errori del passato. Esempio: In X-Men 3 Conflitto Finale vedevamo uno Xavier e un Magneto su i quarantanni circa andare a far visita ad una giovane Jean Grey e Xavier camminava sulle proprie gambe, questa scena fu oggetto di discussione dal momento che uscì X-Men L’inizio che vedeva un più giovane Charles Xavier rimanere paralizzato a causa di Magneto, in Giorni di un Futuro Passato le scene incongruenti in cui Xavier cammina sono spiegate da un particolare siero creato daHank MCcoy” Bestia”, momentaneamente si tratta di un siero che permette a Xavier di camminare senza poter utilizzare i suoi poteri ma in seguito sicuramente sarà perfezionato anche se sarà sempre momentaneo. Inoltre facendo vedere uno Stryker giovane e differente da quello delle Origini di Wolverine si presuppone che quel film mai digerito che diresse Gavin Hood non è stato considerato mentre nei flashback vengono riutilizzate le origini di Wolverine viste nel secondo capitolo della trilogia, così la storyline del film segue le vicende di X-men Conflitto Finale, Wolverine l’Immortale e al contempo del passato, X-Men- L’Inizio.
Cast eccellente tra vecchi ritorni della prima trilogia e i nuovi volti dell’Inizio, mix perfetto tra Futuro (anno 2023) e passato (anni70) senza che siano troppo stereotipati. Anche se tra i personaggi primari spicca Wolverine, tutti hanno il loro spazio,capitolo spettacolare che dimostra quanto può valere un cinecomic! Trama impeccabile con intrecci bene accurati , cast impeccabile ed effetti speciali e 3D strabilianti senza che siano motivo di distrazione dalla trama principale del film. Singer adatta per il grande schermo la grande storia a fumetti di Claremont e Byrne con fedeltà aggiungendovi elementi dei precedenti capitoli cinematografici che anzi che togliere arricchiscono la storia che rimane equilibrata senza troppi eccessi o forzature.
La scena più memorabile e divertente spetta ad Evan Peter che interpreta un giovane Quick Silver, la sua sequenza al rallenty è stata magnificamente diretta e spettacolarizzata dal 3D e in sala le risate non sono di certo mancate. Questa scena assieme alla parte finale sono quelle che tra tutte le belle sequenze del film ho apprezzato di più, la sequenza finale sarà la vera sorpresa per i fan e ci farà ritornare un po’ alla vecchia trilogia ai tempi in cui la scuola dei mutanti era operativa.
Finalmente l’ho visto anch’io. Mi incuriosiva particolarmente, perché la storia a cui il film si ispira, prodotta oltre 30 anni fa dall’indimenticabile duo Claremont-Byrne, è universalmente riconosciuta come una delle più belle dell’intera saga fumettistica degli X-men. Io quella storia, meravigliosamente tragica e drammatica, a suo tempo l’ho letta e l’ho apprezzata moltissimo e, francamente, avevo un po’ di timore di quello che avrebbero potuto tirar fuori nell’adattamento cinematografico.
Nella sostanza, concordo con la recensione, perché l’impresa non era semplice e quello che hanno tirato fuori è un film più che soddisfacente, in cui viene rispettata l’impostazione della storia che si dipana tra due differenti timeline, così come l’asse tematico portante incentrato sull’isteria anti-mutante. Ovviamente il modo di raccontare la storia non poteva essere identico a quello di 30 anni fa e qui qualche aggiustamento si è reso pressoché necessario. Alla fine dei conti, non siamo ai livelli di X-men 2, che per me rimane tuttora il miglior film che sia stato realizzato sull’universo mutante della Marvel, ma si tratta comunque di un prodotto di qualità decisamente sopra la media dei cinefumettoni.
Inoltre, il film ha una sua valenza anche perché consente di rimettere ordine nel pastrocchio di incongruenze che si erano create a causa del susseguirsi di numerosi film sugli X-men affidati di volta in volta a registi e sceneggiatori diversi, che non si erano granché preoccupati di mantenere una linea di congruenza tra le vicende dei personaggi che compaiono nei vari episodi. Si ha la netta impressione che Singer sia il regista che ha metabolizzato, meglio di chiunque altro, il delicato discorso della “continuity” marvelliana, sicché il suo ritorno alla regia di un episodio degli X-men è probabilmente stato a dir poco provvidenziale, soprattutto per mettere ordine tra l’universo mutante della prima trilogia e quello delle “origini”, che stavano cominciando a divergere pericolosamente. In tal senso, Singer ha fatto un’opera di “ricucitura” degli strappi alla continuity a dir poco certosina, costruendo un ottimo epilogo che offre la possibilità di ripartire su binari solidi e, soprattutto, paralleli…
Dal punto di vista delle scene di azione, Singer si dimostra capace di gestirle più che adeguatamente, tirando fuori addirittura una chicca che impreziosisce il film come la classica ciliegina sulla torta. Ovviamente mi riferisco alla straordinaria scena che ha luogo nelle cucine del Pentagono…
Buon seguito del precedente “L’Inizio” e buon riavvio della saga.
In linea, comunque, con gli altri film della serie.
2/3 scene veramente da manuale.