Stai leggendo:

Alien Covenant di Ridley Scott

10 maggio 2017 Recensioni 15 Commenti
Alien Covenant

20th Century Fox, 11 Maggio 2017 – Risibile BLEAH

Dieci anni dopo la scomparsa della Prometheus, la nave colonizzatrice Covenant intercetta una trasmissione radio proveniente da un pianeta molto simile alla Terra. Giunti sulla superficie, i membri dell’equipaggio si trovano però in balia di una razza aliena animale particolarmente letale…


Amy Seimetz, Benjamin Rigby e Carmen Ejogo in Alien CovenantDopo essersi riavvicinato all’universo di Alien dirigendo Prometheus appena cinque anni fa, Ridley Scott dirige il primo di tre prequel a quella che nel 1979 fu la sua acclamata opera seconda. E se Prometheus fu male accolto da critica e pubblico di tutto il mondo, Alien Covenant di certo non potrà avere un destino migliore, viste le tante brutture che propone allo spettatore in 122 – atroci – minuti.

Una scena di Alien CovenantSe la prima ora di proiezione scorre lenta e noiosa, ma sostanzialmente innocua, è proprio all’apparire dell’alieno che diventa terribilmente chiaro quanto pessima sia la sceneggiatura di John Logan e Dante Harper. Non solo i due hanno creato dei personaggi che in quanto a stupidità non hanno probabilmente rivali in tutta la storia del cinema, ma ogni momento e dialogo che avrebbe voluto essere profondo e persino filosofico, suona invece ridicolo e insensato. Senza contare che l’idea di fare dell’alieno non il Nemico, ma solo un suo mezzo, è già di per sé da mani nei capelli.

Callie Hernandez in Alien CovenantLungo tutta la sua carriera, Ridley Scott è sempre stato bravissimo a “riempire lo schermo”, a dare in pasto agli occhi degli spettatori delle sequenze che lasciassero a bocca aperta. Che si trattasse di duellanti, alieni, replicanti, ma anche donne in fuga, ragazzini sperduti in mezzo al mare o gladiatori dell’antica Roma, i suoi film sono sempre stati in grado di farsi applaudire per la messinscena magistrale. L’aveva dimostrato anche di recente – nell’ottimo Sopravvissuto – The Martian – di non aver perso quel tocco possente che l’ha sempre contraddistinto. Stavolta sì, invece: stavolta non c’è nulla di nulla che meriti di essere osservato. Non c’è una singola scena ripresa in maniera davvero intrigante, non c’è una singola sequenza montata in maniera appassionante, non c’è un singolo momento in grado se non di spaventare anche solo di inquietare. E anzi, ce ne sono un paio da risate a scena aperta, anche per colpa sua.

Una scena di Alien CovenantAlien Covenant è un fallimento artistico con pochi eguali, per il cinema di questo livello. Nemmeno  le tante incarnazioni dell’alieno riescono a sollevarlo dall’abisso di oscenità che presenta. Ma ciò di davvero preoccupante è che è ben difficile pensare che i due seguiti potranno essere molto meglio. In effetti, a quasi ottant’anni, una cosa che Ridley Scott non ha ancora perso è la capacità di rovinare il ricordo dei suoi grandi film.


La locandina di Alien CovenantTitolo: Alien Covenant (Alien: Covenant)
Regia: Ridley Scott
Sceneggiatura: John Logan, Dante Harper
Fotografia: Dariusz Wolski
Interpreti: Michael Fassbender, Katherine Waterston, Billy Crudup, Danny McBride, Demián Bichir, Carmen Ejogo, Jussie Smollett, Callie Hernandez, Amy Seimetz, Nathaniel Dean, Alexander England, Benjamin Rigby, Uli Latukefu
Nazionalità: USA – Australia – Nuova Zelanda – Regno Unito, 2017
Durata: 2h. 02′


Percorsi Tematici

  •  
  •  
  •  
  •  
  •  
  •  
  •  
  •  
  •  
  •  
  •  
  •  
  •  
  •  
  •  

Attualmente ci sono 15 commenti a questo articolo:

  1. Eddie ha detto:

    Ahia, addirittura così stiamo messi? Ti dico la verità, i trailer mi avevano dato qualche flebile speranza che potesse trattarsi di un film almeno divertente.
    Off topic (ma manco tanto): ieri ho visto per la prima volta Prometheus. Non è così terribile, no? Sono veri tutti i difetti che gli additano, ma almeno lì la regia di Scott mi è parsa cazzuta abbastanza da farmici trovare qualche punto di forza, anche solo visivo. In realtà ha pure un plot super ambizioso, le cui domande non trovano però risposta (almeno non una soddisfacente). E’ un peccato, con uno script migliore poteva essere un gran film, ho visto uno Scott molto in forma.
    Questo quindi mi dici che è peggio?

  2. Alberto Cassani ha detto:

    La piattezza della regia è proprio quello che più mi ha sorpreso. Non avevo grandi aspettative, ma mi aspettavo di trovare qualche guizzo dal punto di vista registico. Invece niente. Per questo gli ho dato il teschio: perché un film così importante non può essere così sciatto sotto ogni punto di vista.

  3. Plissken ha detto:

    Non so perché ma, giuro, me la sentivo…

  4. Andrea T. ha detto:

    Se questa fosse la recensione di Prometheus la sottoscriverei in toto. Ma non lo è e sono un po’ sorpreso. L’ho trovato un film con molte pecche ma anche con buoni spunti, con personaggi un po’ più credibili del suo predecessore (quelli sì erano ridicoli). Certo la trama è forse un po’ troppo lineare ma, pur con qualche stampella, regge. Per me è da sufficienza striminzita.
    PS: a che serve un modulo per la terraformazione su un pianeta già abitabile? Mistero.

  5. Fabrizio Degni ha detto:

    Che delusione… dal trailer sembrava davvero riecheggiare le atmosfere cupe e claustrofobiche del primo… invece sembra proprio che la luce sia smarrita e che questa nuova serie/trilogia sarebbe il caso di lasciarla alle profondita’ dello spazio.

  6. Riccardo ha detto:

    Assolutamente in disaccordo. Il film ha delle falle ma regge bene l’attenzione… i personaggi non li ho trovati poi così stupidi come pensavo (ma ciò non toglie che a volte lo siano), però capisco certi comportamenti in determinate situazioni.
    Gli xenomorfi in CGI non reggono il confronto con quelli di Rambaldi però fanno la loro figura (l’alien albino è stupendo).
    Non d’accordo sulla regia, ancora una volta Scott riesce a fare forza alle sequenze topiche (complice anche la bella fotografia del bravo e sottovalutato Wolski), segno che registicamente ha ancora da dire. Perfetto Fassbender, vero protagonista di questa serie.
    Indubbiamente è inferiore a Prometheus (che gradii abbastanza) e lontano anni luce dai primi Alien, ma a parer mio non è un film da rosso, tanto meno da teschio.

  7. Antonio ha detto:

    Non mi trovo d’accordo.
    Sarà che ADORO la saga di Alien ma di questo film sono pienamente soddisfatto.
    Dopo il terribile cross-over AvP-Requiem ed il mediocre Prometheus, nutrivo grandi aspettative per il ritorno “ufficiale” dello xenomorfo.
    Non ci sono le implicazioni filosofiche buttate a caso di Prometheus e l’aggiornamento del ciclo biologico dell’antagonista sembra piu’ chiaro dopo il pasticcio del film del 2012.
    I protagonisti umani sembrano meno idioti di quelli di Prometheus ,anche se un pò tutti anonimi tranne il mitico Fassbender. In particolare, la Waterson è priva del carisma che contraddistingue l’ “eroina action” tanto da avermi fatto rimpiangere addirittura la Rapace!

    La sceneggiatura è molto lineare e snellita anche dai spunti narrativi irrisolti introdotti da Prometheus (tutta la sottotrama degli ingegneri? Se la sono dimenticata gli sceneggiatori??).
    Come è purtroppo successo anche da Alien3 in poi, è il vero punto debole dei sequel della saga ma Covenant punta tutto sul sangue, il terrore e la violenza: un polinomio vincente per questo franchise.
    Credo che ci siano, invece, elementi unici da ricordare in questo prequel come la fantastica necropoli degli ingegneri, chiaro omaggio al visionario H. R. Giger o il bellissimo prologo iniziale.
    I primi due Alien sono insuperabili ma Covenant, a mio avviso, supera il patetico Alien 3 o il tamarro Alien 4 (un mio personale guilty pleasure).

  8. Eddie ha detto:

    Visto ieri e invece io sono d’accordissimo, davvero un disastro su tutta la linea. La scena della doccia è probabilmente la cosa girata peggio di tutto il cinema di Scott.

  9. Alberto Cassani ha detto:

    Andrea, anche sui pianeti simili alla Terra ci sono deserti e paludi…

  10. Riccardo ha detto:

    Che poi Alien 3 è patetico solo per modo di dire perchè sappiamo tutti che la produzione lo ha letteralmente massacrato. In director’s cut, quel film è davvero un ottimo proseguimento della saga.

  11. Andrea T. ha detto:

    Ho sempre pensato che la terraformazione fosse il processo che rende come la Terra un pianeta con caratteristiche completamente diverse modificandone l’atmosfera. Esempio Marte andrebbe terraformato. Se si estende il concetto all’abitabilità (tipo la bonifica di una palude) allora la cosa ha senso.

  12. Alberto Cassani ha detto:

    In generale indica l’ipotetico processo di rendere abitabile per l’uomo un corpo celeste, cosa che comprende sì la creazione di atmosfera respirabile e la regolamentazione della temperatura, ma anche la modifica del terreno a seconda delle necessità. Anche perché, se sei in grado di cambiare l’atmosfera di un pianeta, irrigare un deserto è una passeggiata…

  13. Anonimo ha detto:

    Direi in linea col film del 2012: si lascia guardare; a volte annoia un pò; bei effetti CGI; storia la si prende un pò com’è, fra parentesi ridicole e spunti risaputi.

    Bocciare un film solo perchè il regista ha avuto un eccelso passato e in questo è stato più “leggero” mi sembra eccessivo.

  14. Marco ha detto:

    L’anonimo sono io sorry 😉

  15. Fährmann Maria ha detto:

    Per me l’originale è sicuramente sopra la sufficienza; ma la versione italiana è sensibilmente inferiore in quanto non ha rese le sfumature psicologiche acquistate dal personaggio di Fassbender; infatti ne mancano il pathos d’alcuni passaggi chiave, e l’ambiguità sinistra in altri. David possiede emozioni (com’è noto dal prologo «The Crossing»*) e questo è stato in pratica omesso nella traduzione.

    @ Recensione: «l’idea di fare dell’alieno non il Nemico, ma solo un suo mezzo, è già di per sé da mani nei capelli.»

    Questa scelta è utile ad allargare l’_universo_ (anche qui come altrove) della franchise, e mi sembra giustificabile per varie ragioni: lo xenomorfo è un essere affatto limitato in fondo, un male ‘intelligente’ è invece più interessante, e poi niente impedisce che vengano in futuro create delle storie stand-alone sul modello precedente in cui il soggetto centrale sia il solo confronto psicologico uomo-mostro.

    @ Recensione: «un film _così importante_ non può essere così sciatto sotto ogni punto di vista.»

    In realtà, è un film secondario: poco aggiunge alla storia del ‘nuovo ciclo,’ ripete con piccole variazioni le trame usuali, apre molte domande; sembra quasi fatto per prendere tempo, per qualche ragione.

    @ Eddie, 13 maggio 2017 alle 12:24: «la scena della doccia è probabilmente la cosa girata peggio di tutto il cinema di Scott.»

    Eros vs. thanatos (com’era anche nella storia citata dal mio nome), non era male dai…

    —-
    * Cfr. https://www.youtube.com/watch?v=XeMVrnYNwus

Scrivi un commento

Devi essere autenticato per inserire un commento.