Stai leggendo:

“Fame – Saranno famosi” di Kevin Tancharoen

5 ottobre 2009 Recensioni 3 Commenti
Emanuele Rauco, 5 Ottobre 2009: Atono
KeyFilms, 9 Ottobre 2009

Alla School of Performing Arts sono molti i ragazzi che cercano di sfondare e mostrare il proprio talento: registi in erba come Neil, cantanti nascosti come Denise, attrici timide come Jenny o rapper scontrosi come Malik. Ognuno cercherà di dare il meglio di sé…


Visto che non bastavano i reality-show da una parte e l’altra dell’oceano, in cui giovani ragazzini cantano, ballano e forse recitano per cercare di raggiungere la gloria e il successo; a incrementare la dose serviva anche il cinema di finzione. Che piuttosto che elaborare un qualche straccio di novità in celluloide, riporta sullo schermo la scuola d’arte più famosa di sempre, quella che 25 anni fa diede vita a Saranno famosi di Alan Parker. E di cui questo remake di Kevin Tancharoen è un pallido ricordo.

La trama è poco più di un pretesto e la sceneggiatura di Allison Burnett mette insieme delle storielline da Tv dei teen-ager per provare a intessere, fallendo, qualche numero musicale. Il film cerca di raccontare le difficoltà per arrivare al successo, la strada lastricata di lacrime e sudore che ogni artista deve affrontare per sentire gli applausi del pubblico, avendo come faro il discorso iniziale della preside in cui si stigmatizza l’effimera popolarità Tv e le ascese delle meteore, ma poi in realtà il film contraddice ampiamente quel discorso mostrando una generazione di pseudo-talenti cui interessa solo la carriera, l’industria, il commercio dei propri prodotti. Inoltre, Tancharoen mostra un acuto disinteresse per la progressione narrativa dei suoi personaggi, si dimentica l’importanza dello studio all’interno della scuola preferendo parlare di amori di basso profilo e mostrando una preoccupante incapacità di racconto che neanche qualche numero discreto può ravvivare.

Lo script è di incredibile superficialità, facendo trascorrere quattro anni senza mai un guizzo e inanellando dialoghi particolarmente stupidi (e di morali altamente discutibili), mentre Tancharoen priva del tutto il film di ritmo, sperando che ci pensi il montaggio di Myron Kerstein a darlo al suo posto. O al nutrito cast, diviso tra anonimi “artisti” e professori di un certo peso tra cui spicca la bravissima Megan Mullally, alias la Karen di Will e Grace. Gente che sa cosa significa la gavetta e la gloria, e non ha certo bisogno di un palco finto già nella realtà per poterci arrivare.


Titolo: Fame – Saranno Famosi (Fame)
Regia: Kevin Tancharoen
Sceneggiatura: Allison Burnett
Fotografia: Scott Kevan
Interpreti: Kay Panabaker, Naturi Naughton, Kherington Payne, Megan Mullally, Bebe Neuwirth, Debbie Allen, Asher Book, Cody Longo, Walter Perez, Charles S. Dutton, Kelsey Grammer, Collins Pennie, Anna Maria Perez de Tagle, Paul McGill
Nazionalità: USA, 2009
Durata: 1h. 47′


Percorsi Tematici

  •  
  •  
  •  
  •  
  •  
  •  
  •  
  •  
  •  
  •  
  •  
  •  
  •  
  •  
  •  

Attualmente ci sono 3 commenti a questo articolo:

  1. Sebastiano ha detto:

    Ma quando metteranno fine a queste vergognose operazioni?
    Sono un insulto al cinema, alla sua storia e alla gente.
    Ovviamente non ho visto il film, non ne ho bisogno, e spero che il fin troppo buono Emanuele abbia scritto questa recensione “a naso”. Mi spiace pensarlo perdere tempo a vedere cose del genere.

  2. Alberto Cassani ha detto:

    Ma sai che in realtà io trovo che dei tanti remake di film della nostra gioventù che Hollywood sta realizzando negli ultimi anni questo sia il più sensato? Parlo dal punto di vista dell’operazione, non del film che neanch’io ho visto. Oggi c’è molto più interesse alle scuole artistiche rispetto a venti o trent’anni fa, e sono molti quelli che le vedono come un mezzo per riuscire a farsi strada. E sono anche molti di più quelli che invece credono che il talento o la passione siano sufficienti per farsi strada senza bisogno di sudare. Saranno famosi parlava proprio di questo, di quanto sia bello avere quel sogno ma di quanto sia difficile realizzarlo, e allora avrebbe avuto davvero molto senso riproporlo adattato ai giorni nostri. Invece, dalla recensione di Emanuele si capisce che il risultato non è esattamente quello…

  3. Marco ha detto:

    D’accordo con la recensione. La trama è solo un pretesto per avere una fantomatica storia da raccontare quando quello che interessa maggiormente è mostrare numeri di danza e canzoni.
    Comunque chi ha apprezzato Save The Last Dance, Step Up 1 e 2, Honey e la trilogia di High School Musical avrà qui pane per i suoi denti.
    C’è da dire che i protagonisti e le varie esibizioni però sono molto belle e ben coreografate ( il regista proviene da questi campi ) ma che comunque si trovano tranquillamente nei vari format televisivi americani.
    Pregevole comunque la reinterpretazione della colonna sonora originale di Parker alla fine con i titoli di coda.
    Solo un pacchetto ben confezionato per poter lanciare nuovi promettenti ( e devo dire che lo sono ) stelle nel mondo dello spettacolo.

Scrivi un commento

Devi essere autenticato per inserire un commento.