"Step Up 4 Revolution" di Scott Speer
Gabriele Marcello, 26 Settembre 2012: Coreografico |
M2 Pictures, 4 Ottobre 2012
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Due amici d’infanzia lavorano come camerieri ma nel tempo libero sono a capo di un gruppo di ballerini, musicisti e artisti d’avanguardia che cattura l’immaginazione collettiva della città con spettacoli illegali che sembrano ogni volta usciti dal nulla e che svaniscono in un attimo…
Alzi la mano chi, almeno una volta nella vita, non si è lasciato “corrompere” da quelle che sono le regole di codificazione del genere e non si sia abbandonato a un guilty pleasure, un piacere inconfessabile. Sicuramente parecchi, tra critici e non, hanno ceduto alle lusinghe di qualcosa di piacevole ma che socialmente e culturalmente veniva e viene bollato come patacca di proporzioni mastodontiche, e l’elenco di questi prodotti amati, ma pubblicamente rifiutati, è davvero notevole, tanto che tra qualche anno si potranno scrivere dei veri e propri dizionari e manuali in merito. Nell’ambito cinematografico non possono mancare casi lampanti e uno di questi è proprio l’intera saga di Step Up (4 pellicole, ad oggi), dal momento che, film dopo film, riesce a snocciolare con una sapienza dirompente elementi narrativi basilari e logori come non mai.
Lui è giovane, bello e un po’ scapestrato; lei invece sempre bella, ma ricca, colta e figlia del cattivo di turno. Inoltre anche la differenza di classe è palese e, quindi, la loro storia d’amore sarà bella ma tormentata. Aggiungiamo a questi elementi, abbastanza noti, anche un’ambientazione particolarmente griffata, un pugno di comprimari notevoli, musica attuale e radiofonicissima e coreografie studiate e filmate con un moderno 3D. Il piatto è bello che servito, senza battere ciglio, e per la gloria di tutte le brandizzazioni possibili. Questo è solo uno sguardo superficiale, però, nei confronti di una pellicola se vogliamo inutile, ma che riesce egregiamente ad assolvere il compito per cui è stata ideata, ovvero intrattenere un pubblico settoriale e non trasversale.
Step Up 4 non è altro che il risultato di anni di reality e talent show – dove musica e ballo sono state naturalmente depauperizzate di tutta la loro aurea mistica, elitaria e meritocratica – e ingloba, modernizzandola, l’idea del balletto dialettico tra sacrificio privato e artistico che è alla base di pellicole come Flashdance o Footloose. A differenza di queste, simbolo degli anni 80, Step Up 4 si rivolge prettamente a un pubblico giovanile, quello cresciuto davanti alla Tv e figlio dell’era post-MTV, e le tracce sono palesi. L’impianto narrativo è fragilissimo ma questo non impedisce un’immedesimazione con i due protagonisti principali – privi di alcuna capacità attoriale ma dotati di bellezza plastica e fascinosi al punto giusto – e nei loro desideri di rivincita su una società castrante e ipetecnologicizzata. Stavolta non c’è più lo stereo e i compact disc ma YouTube con la potenza del mezzo attuale di comunicazione e di scambio tra le nuove generazione, il tutto immerso in una griffata e patinata Miami Beach.
A ben vedere, però, quattro sono i reali punti di forza di un film di “genere” come questo e che sono poi concatenati l’un l’altro: ritmo, coreografie, montaggio e l’utilizzo del 3D.
Narrativamente parente alla più ritrita favola di Cenerentola, la pellicola diretta da Scott Speer riesce a tenere desta l’attenzione dello spettatore grazie a studiate, mirabolanti e vorticose coreografie di strada e di massa che ricordano quelle di Saranno famosi di Alan Parker, musicate con un’azzeccata colonna sonora iper-moderna e montate in maniera frenetica e quasi violenta, superando quell’estetica del videoclip tipica di MTV. E infine si nota con piacere come l’abusato e spesso inutile 3D stavolta riesca a trovare una sua ragione d’essere nella profondità e nel movimento delle danze. Questo film, quindi, non è per tutti ma solo per quei giovani appassionati (un po’ superficialmente) di danza e di musica: troveranno qui appagante soddisfazione, almeno fino al prossimo capitolo della saga.
Titolo: Step Up 4 Revolution (Step Up Revolution)
Regia: Scott Speer
Sceneggiatura: Amanda Brody
Fotografia: Karsten “Crash” Gopinath
Interpreti: Ryan Guzman, Kathryn McCormick, Misha Gabriel, Cleopatra Coleman, Stephen “tWitch” Boss, Tommy Dewey, Peter Gallagher, Michael “Xeno” Langebeck, Claudio Pinto, Mario Ernesto Sánchez, Dominique Bell, Megan Boone, Mia Michaels
Nazionalità: USA, 2012
Durata: 1h. 37′
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