"Gerontophilia" di Bruce LaBruce
Inedito in Italia – Delicato
Lake, che la fidanzata definisce addirittura “santo”, è il classico bravo ragazzo: aiuta la madre a casa, lavora in una piscina come bagnino, poi in un ricovero per anziani. Qui incontra l’anziano Melvin Peabody, e le vite di entrambi cambiano radicalmente…
Bruce LaBruce, noto regista queer canadese dal passato creativo molto vario (ricordiamo L.A. Zombie, porno-gay horror del 2010), racconta questa volta una vicenda dolce e trasgressiva allo stesso tempo. Partendo da un nucleo narrativo decisamente forte, nel quale coniuga l’amore omosessuale – tabù ancora di difficile superamento – con la relazione sessual/sentimentale tra un ragazzo diciottenne e un ottantunenne malato, riesce a convogliare l’attenzione e l’emotività dello spettatore nella direzione della comprensione e del coinvolgimento, facendogli superare le comprensibili reticenze ad accettare una situazione che definire “contro natura” non risulterebbe strano.
La genesi della relazione tra Lake e Melvin va di pari passo con l’autoconsapevolezza che il ragazzo raggiunge del proprio orientamento sessuale. Se inizialmente Lake ritrae nel suo blocco per gli schizzi uomini e donne anziani, senza nascondere nulla della decadenza fisica e mentale alla quale tutti saremo destinati, con il passare del tempo i suoi disegni si accentrano sempre più solo su uomini, ed infine solo sul suo Melvin, fino a realizzare la verità: quello che prova per l’uomo non è semplice attrazione sessuale, o desiderio di sperimentazione, ma innamoramento. E con l’amore arrivano i suoi inevitabili compagni, il senso di possesso, la gelosia, la sofferenza.
Lake crescerà molto frequentando Melvin, farà un passo avanti nell’accettazione di se stesso, metterà al posto giusto il rapporto con Desiree e con la madre e, come ogni diciottenne, ricomincerà da capo quando Melvin non gli sarà più accanto. Capirà che, in fondo, 18 e 81 sono solo due numeri. Da santo, a rivoluzionario; da ragazzo sbagliato a giovane uomo consapevole di sé.
Molti gli spunti interessanti del film, poca l’indulgenza verso lo spettatore che, anche se non in modo volgare, è comunque continuamente “esposto” ai dettagli espliciti dell’amore tra Lake e Melvin.
Decisamente bravi gli interpreti. Walter Borden attore di consumato mestiere, Pier-Gabriel Lajoie, esordiente, coraggioso nel cominciare la propria carriera cinematografica con una pellicola di questo tipo, Katie Boland, ottima nel ruolo della fidanzata adorabile e in fondo davvero poco trasgressiva di Lake.
Bella la fotografia di una Montreal grigia, poi bianca, poi di nuovo grigia; ottima la colonna sonora, chiaramente percepibile in ogni momento del film la competenza tecnica del regista, che sa narrare con le immagini una vicenda tutto sommato semplice che si sarebbe però prestata a interpretazioni più marcatamente sessuali, troppo sentimentali, o con finale stile “redenzione del peccatore”.
Titolo: Gerontophilia
Regia: Bruce LaBruce
Sceneggiatura: Bruce LaBruce, Daniel Allen Cox
Fotografia: Nicolas Canniccioni
Interpreti: Pier-Gabriel Lajoie, Walter Borden, Katie Borland, Marie-Héléne Thibault, Nastassia Markiewicz, Shawn Campbell, Tamsen Fields, Moe Jeudy-Lamour, Yardly Kanagh, Jean-Alexander Létourneau, Mélodie Simard, Rosalie Simard
Nazionalità: Canada, 2013
Durata: 1h. 25′
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