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"Romeo + Giulietta" di Baz Luhrmann

1 agosto 2006 Recensioni 13 Commenti
Romeo + Giulietta

20th Century Fox, 28 Febbraio 1997 – Coraggioso

A Verona Beach si consuma la faida tra Montecchi e Capuleti, finché Romeo e Giulietta – appartenenti rispettivamente alle due casate nemiche – si innamorano. E la faida diventa più cruenta, specialmente a causa delle spade sostituite da delle moderne pistole, che sembrano spargere ancora più sangue…


Una scena di Romeo + GiuliettaÈ difficile per un regista teatrale trovare una nuova chiave di lettura nell’affrontare Romeo e Giulietta di Shakespeare, in modo che non sia solo una delle tante rappresentazioni allestite nel corso dei secoli. Questa difficoltà può essere maggiore per un regista cinematografico che voglia affrontare una sfida di questo genere. Baz Luhrmann ha operato una serie di scelte indovinate: l’ambientazione contemporanea, una Verona americana e, non da ultimo, il divo del momento nel ruolo di Romeo.

Harold Perrineau e Leonardo Di Caprio in Romeo + GiuliettaAll’inizio del film, si offre uno spaccato della faida tra Montecchi e Capuleti. Nonostante il regista si dilunghi un po’ troppo, si ha già un’idea di quelli che saranno gli ulteriori elementi da lui scelti: gioventù piena di vita, ritmo, azione, ma anche tanta violenza. Non a caso, questa sequenza si svolge come fosse un duello – non con spade, ma con pistole – di un classico western; tanto più che le citazioni da questo genere di cinema sono sorrette dalla sua tipica colonna sonora. A questa violenza fa da contrappunto un romantico Romeo, che si strugge in languide riflessioni sull’Amore, dalle quali Shakespeare fa capolino. Il regista gli rende omaggio seguendo la trama della vicenda – al di là dell’inserimento di alcune scene liberamente inventate e dell’intera ambientazione contemporanea – e mantenendo lo stile del linguaggio. Inoltre, Luhrmann gli rende omaggio anche nel citare l’ingresso del Globe Theatre, che ad un certo punto Romeo oltrepassa.

Claire Danes in Romeo + GiuliettaRomeo e Giulietta sembrano essere fatalmente destinati l’uno all’altra, inevitabili anime gemelle in un mondo corrotto negli usi e, letteralmente, nei costumi. Significativa è, infatti, la scelta dei costumi che connotano psicologicamente i personaggi durante il ballo in maschera a casa di Giulietta. Romeo indossa il costume di un prode cavaliere senza macchia, Giulietta quello di un angelo – ed è così che entrambi appaiono l’uno agli occhi dell’altra – e Tebaldo quello di un diavolo. Sarà quest’ultimo, poco dopo, a scatenare una delle migliori scene del film, quella in cui uno spavaldo e vitalissimo Mercuzio – interpretato dal nero Harold Perrineau – trova la morte. L’intera sequenza – che si conclude con la morte anche di Tebaldo – è di statura scespiriana: non viene volutamente risparmiato nulla del sangue che si riversa sui giovani, ma anzi ogni più piccolo graffio viene realisticamente sottolineato e filmato.
Leonardo Di Caprio in Romeo + GiuliettaC’è ritmo, c’è azione, c’è un miscuglio di pathos e di drammaticità che culmina in una follia collettiva, tanto più assurda perché generata da un radicato ma altrettanto assurdo odio. Solo in quel momento, Romeo non è più Romeo, come Giulietta aveva desiderato fosse, seppure in ben altri termini. E la grandezza della scena è enfatizzata dalla presenza sullo sfondo di quello che pare essere una sorta di proscenio teatrale che si apre sul mare e sull’orizzonte, così come lo è dall’intensa e a tratti struggente interpretazione degli attori, primo fra tutti Leonardo DiCaprio. Una simile grandezza tornerà verso il finale, ovvero dal momento in cui Romeo apprende che Giulietta è – ritenuta – morta: anche questa volta lo scenario, che consiste in un vasto e polveroso deserto rosseggiante, e l’intensa interpretazione del protagonista contribuiscono a rendere grande la sequenza.

John Leguizamo in una scena di Romeo + GiuliettaL’attualizzazione della vicenda scespiriana riguarda anche Frate Lorenzo, talmente attualizzato da indossare camicie floreali ed avere tatuato sulla schiena un grosso crocefisso. Non per questo, però, il suo ruolo viene snaturato, così come non viene modificato il finale, nonostante si abbia l’illusione del contrario. Ma quest’illusione dura solo pochi istanti poi, anziché calare il sipario, Luhrmann inquadra dall’alto i corpi dei due giovani, in un tripudio di candele accese che li circondano e illuminano come fossero stati immolati su un altare barocco. L’attualizzazione della vicenda scespiriana si spinge fino ad affidare l’epilogo ad un televisore, come del resto è stato fatto con il prologo iniziale.


La locandina di Romeo + GiuliettaTitolo: Romeo + Giulietta di William Shakeaspeare (William Shakespeare’s Romeo + Juliet)
Regia: Baz Luhrmann
Sceneggiatura: Craig Pearce, Baz Luhrmann
Fotografia: Donald McAlpine
Interpreti: Leonardo DiCaprio, Claire Danes, John Leguizamo, Harold Perrineau, Pete Postlethwaite, Paul Sorvino, Brian Dennehy, Jesse Bradford, M. Emmeth Walsh, Jamie Kennedy
Nazionalità: USA, 1996
Durata: 2h.


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Attualmente ci sono 13 commenti a questo articolo:

  1. Anonimo ha detto:

    bellissimo……………………………………..vorrei vivere anche io una storia d amore cosi,purtoppo oggi i romeo nn esistono piu

  2. giulietta 92 ha detto:

    amore,odio,passione………c e tutto in questo fantastico film,che mi ha fatto sognare..se solo anche io potessi vivere una storia d amore cosi…oggi l amore non e piu come era una volta!!!!

  3. […] (si guarda intorno) Questo posto ricorda un po’ troppo Giulietta e Romeo. Posh: Il libro o il film? Donatella: C’è anche il libro? (ridono) Posh: Che te ne pare del mio completo, Donatella? […]

  4. Edoardo ha detto:

    Sinceramente? Questo film non mi è piaciuto, ma nemmeno un po.
    A tratti è girato davvero male, e ambientare il film nell’attualità rende poi ridicolo l’utilizzo dei dialoghi originali di Shakespeare. Un film enormemente soprovvalutato che ha collezionato un grandissimo numero di fan solo per la presenza di DiCaprio.
    Sarò l’unico a pensarla così, naturalmente…

  5. Alberto Cassani ha detto:

    A dir la verità io sono parzialmente d’accordo con te, Riccardo: anch’io trovo che non abbia senso che questi personaggi parlino in questo modo, è stata una cosa che mi ha proprio infastidito. Però non trovo che il film sia girato male, è proprio in stile Luhrmann, la normale evoluzione stilistica di quello che aveva fatto con “Ballroom”.

  6. Riccardo ha detto:

    Scusa alberto ma il commento non è mio ma di Edoardo.

  7. Tiziana Cappellini ha detto:

    Sicuramente DiCaprio protagonista di un film del genere ha avuto il suo peso tra il pubblico che lo ha visto e magari apprezzato solo per la sua presenza.

    Soggettivamente non sono una sua fan, ma oggettivamente lo apprezzo molto come attore e tornando al film in sé, devo dire che mi ha convinto. Anzi, l’ho appunto trovato coraggioso proprio nella scelta di operare un adattamento che rompe così tanto con la tradizione, attualizzando all’estremo.
    Si tratta di una scelta stilistica che può piacere o non piacere, ma nel complesso secondo me ha funzionato.

  8. Riccardo ha detto:

    Questo film di per se non è brutto ma preferisco moulin rouge.

  9. Alberto Cassani ha detto:

    Be’, sono due film completamente diversi.

    Riguardo il commento di Tiziana, sono d’accordo nel dire che il film è giustamente coraggioso nel voler sradicare la storia dal suo classicismo. L’unico appunto che gli muovo è di aver voluto mantenere i dialoghi originali, quando avrebbe avuto molto più senso attualizzare il linguaggio. I versi di Shakespeare creano uno straniamento piuttosto fastidioso tra ciò che vediamo e ciò che sentiamo.

  10. Riccardo ha detto:

    In effetti…

  11. Marco ha detto:

    D’accordo con la recensione complessivamente su tutto.
    Al contrario di Albe, ho trovato i dialoghi fedeli al romanzo un’ottima intuizione che, oltre all’ambientazione, e ciò che rende originale il film: il classico incontra il moderno.

    P.S.
    Albe ti ho lasciato una domanda sulla scheda di “Insidious”, forse non l’hai vista.

  12. Alberto Cassani ha detto:

    L’ho visto, ma nei giorni scorsi non sono stato molto davanti al PC.

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