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Panico a Needle Park di Jerry Schatzberg

27 marzo 2009 Recensioni 0 Commenti
Panico a Needle Park

7 Dicembre 1972 – Spietato

Uno spacciatore di piccola tacca, tra una dose e l’altra, vivacchia tra furti e sfruttamento della prostituzione. Tra collassi e nottate da vomito, trova il tempo di incontrare Helen, fidanzata di un suo cliente, “innamorarsene” e portarsela dritta all’inferno…


Al Pacino e Kitty Winn in Panico a Needle Park«Dei drogati una cosa tieni a mente: tradiscono sempre. Sempre». Parole e musica sono di Hotch, detective della narcotici che bazzica dalle parti di Sherman Square, tra la 72esima e Broadway, nella Grande Mela. I titoli di apertura ci informano che per gli eroina-dipendenti quello non è un posto qualsiasi, ma “Needle Park”, il parco delle siringhe.

Durante il film la relazione tra Bobby (interpretato da un Al Pacino al primo ruolo da protagonista) ed Helen sembra sopravvivere più per necessità, per astinenza, piuttosto che sentimenti veri. Ogni occasione diventa buona per rubare l’eroina del compagno, ogni soldo (guadagnato con lo spaccio o barattando il proprio corpo) non può che finire nelle vene e quando si presenta la scelta tradire è inevitabile, perché uno o due anni in gabbia non sono nulla ma uno o due anni di astinenza sono un’eternità, come il detective Hotch insegna.

Al Pacino e Kitty Winn in Panico a Needle ParkQuella che si sviluppa è una tipica pellicola anni 70. Anni 70 in tutto, dal ritmo, alla tematica, ai movimenti di macchina. Un montaggio serrato che non si perde in licenze poetiche, impietosamente essenziale nel descrivere un mondo di sconfitti senza via di scampo. Uno dei film più crudi che si possano ricordare sulla tematica della droga, un viaggio tra disperati che vivono di promesse mancate e tentativi di riscatto che durano meno di una dose in tempo di carestia. Il regista Jerry Schatzberg ci racconta un’umanità del tutto azzerata, il cui unico fabbisogno giornaliero è rappresentato da una siringa in vena. Un’umanità incapace di relazionarsi e di avere il controllo di stessa.

Kitty Winn e Al Pacino in Panico a Needle ParkPanico a Needle Park è una spietata fotografia di realtà troppo spesso accantonate e dimenticate. Ovviamente non manca un pizzico di sensazionalismo e di esagerazione, ma tutti gli ingredienti paiono stare al loro posto, a partire da un eccellente prova del giovane Al Pacino, irrequieto, nervoso, sempre con quel sorrisetto da schiaffi stampato sul volto.

Una perla di sinteticità è siccità morale, il finale di Panico a Needle Park: quel «be’…» pronunciato dal protagonista appena scarcerato alla sua ragazza, rea di averlo tradito facendolo arrestare, dimostra appunto come non conti nulla nel suo mondo al di fuori della droga. E se mi piace farmi con te, e col tuo corpo porti in casa soldi, «be’…», allora chi sono io per giudicarti?


La locandina statunitense di Panico a Needle ParkTitolo: Panico a Needle Park (The Panic in Needle Park)
Regia: Jerry Schatzberg
Sceneggiatura: Joan Didion, John Gregory Dunne
Fotografia: Adam Holender
Interpreti: Al Pacino, Kitty Winn, Alan Vint, Richard Bright, Kiel Martin, Michael McClanathan, Warren Finnerty, Marcia Jean Kurtz, Raul Julia, Angie Ortega, Larry Marshall, Paul Mace, Nancy MacKay, Gil Rogers, Joe Santos, Paul Sorvino
Nazionalità: USA, 1971
Durata: 1h. 40′


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