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"Non essere cattivo" di Claudio Caligari

7 settembre 2015 Recensioni 1 Commento
Non essere cattivo

Good Films, 8 Settembre 2015 – Emblematico

Ostia, 1995: Vittorio e Cesare sono due ragazzi poco più che ventenni che tirano avanti con lo spaccio e qualche lavoretto poco pulito. Quando però uno dei due decide di uscire da quella vita e provare a mettersi in carreggiata, le loro strade iniziano a separarsi lentamente e in modo inesorabile…


Luca Marinelli e Alessandro Borghi in Non essere cattivoScomparso nel maggio di quest’anno, Claudio Caligari ha iniziato la propria carriera con dei documentari di impegno sociale e politico, per poi realizzare nel 1983 il neorealistico Amore tossico, che raccontava della diffusione dell’eroina tra i giovani romani degli anni Ottanta. A quel progetto seguirà poi, quindici anni dopo, L’odore della notte, con protagonista Valerio Mastandrea, con cui il regista tenterà di lavorare ancora negli anni successivi, senza successo. È proprio grazie all’impegno di Mastandrea che quest’ultimo Non essere cattivo ha potuto vedere la luce, non solo per il nome speso dall’attore romano per far partire il progetto, ma anche per una costante assistenza durante la lavorazione, complicata dalla lunga malattia di Caligari.

Luca Marinelli e Silvia D'Amico in Non essere cattivoQuesto terzo film in trent’anni torna sulle tematiche dell’esordio, aggiornando lo scenario al 1995, periodo in cui a Roma iniziarono a girare in grande quantità le droghe sintetiche, in particolare tra i giovani delle borgate. Quello che Caligari mette al centro dello scenario è il passaggio che due ragazzi fanno di quella linea d’ombra che separa la giovinezza dall’età adulta, e per quanto il tema sia da sempre tra gli abusati dal cinema italiano, l’ambientazione e i personaggi riescono a dargli una vitalità insperata. Nell’aria aleggiano riconoscibili i punti di riferimento storici di Caligari, fra tutti Pasolini e il Martin Scorsese di Mean Streets, valori aggiunti di una sceneggiatura che sa esattamente quanto ridicolizzare i personaggi e quanto prenderli sul serio, in modo tale che il film tenga sempre il giusto passo anche se la successione degli eventi rischia ogni tanto di perdere di consistenza.

Una scena di Non essere cattivoA riprova che l’Italia è un paese che si racconta sempre meglio dal basso, Non essere cattivo acquista ancora più valore per come riesce, attraverso la lente del 1995, a parlare di un paese recente che non si è evoluto di molto da quel momento. La mancanza di lavoro, la disoccupazione, la diffusione delle droghe sono argomenti eternamente attuali, immersi qui in un momento storico in apparenza meno depressivo dell’attuale ma tutt’altro che differente, che amplifica anzi lo squallore che il regista cercava. Non essere cattivo è un film riuscito in modo quasi trionfale contro tutte le difficoltà, che a Venezia 72 avrebbe meritato un posto nel concorso ufficiale, posto non assegnato probabilmente per il conflitto derivante dalla morte del suo autore. Se oggi c’è un film italiano che merita di essere mostrato nelle scuole, di cinema e non, è proprio questo piccolo compendio di presente e passato recente, nella speranza che le generazioni future siano più sveglie di quelle che le hanno precedute.


La locandina di Non essere cattivoTitolo: Non essere cattivo
Regia: Claudio Caligari
Sceneggiatura: Claudio Caligari, Giordano Meacci, Francesca Serafini
Fotografia: Maurizio Calvesi
Interpreti: Luca Marinelli, Alessandro Borghi, Silvia D’Amico, Roberta Mattei, Alessandro Bernardini, Valentino Campitelli, Danilo Cappanelli, Manuel Rulli, Emanuela Fanelli, Giulia Greco, Claudia Ianniello
Nazionalità: Italia, 2015
Durata: 1h. 40′


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Attualmente c'è 1 commento a questo articolo:

  1. Giovanni Berardi ha detto:

    È un film che non si può non apprezzare ma che in fondo non si può e non si potrà mai amare, perché è un film che colpisce troppo l’anima, stringe troppo lo stomaco in una morsa dolorosa e fa scendere sulle guance delle lacrime amare come poche altre pellicole riescono a fare.
    La rinascita del cinema italiano passa, e deve passare, anche da questi film tosti e crudi come questo qui che raccontano il lato oscuro del nostro paese.

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