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"Rush" di Ron Howard

15 ottobre 2013 Recensioni 11 Commenti
Rush

01 Distribution, 19 Settembre 2013 – Incompiuto

Gran Premio di Germania, 1 Agosto 1976. Il mondo della Formula 1 si prepara a un altro capitolo della sfida tra l’austriaco Niki Lauda e l’inglese James Hunt, l’eterna lotta tra Ferrari e McLaren ma anche (e soprattutto) lo scontro tra due uomini opposti. Ma qualcosa andrà storto…


Chris Hemsworth con Daniel Brühl sullo sfondoRush, diretto da Ron Howard 37 anni dopo quel Gran Premio al Nürburgring, non è un film di macchine, come la sfida tra Lauda e Hunt non era una sfida tra piloti, ma tra due concezioni (umane prima ancora che automobilistiche) diverse di intendere le cose. Due visioni estetiche inconciliabili che dettano alla telecamera tempi e ritmi opposti – dalla frenesia delle bevute e delle smanie di Hunt («più sei vicino alla morte e più ti senti vivo»), al calcolo ossessivo cui Lauda sottopone la propria vita («la felicità è un nemico: tutt’a un tratto ti rendi conto che hai qualcosa da perdere»). Più uomini che motori, e più paure che finto eroismo: due ore che coagulano in un anno di corse (il 1976) la sfida senza tempo tra due piloti divisi da scelte di vita incompatibili, e pure uniti da una solitudine latente.

Daniel Brühl in una scenaHoward riesce così a rendere credibile il ritratto dell’estetica umana dei due piloti, aiutandosi con una sceneggiatura (del Peter Morgan di The Queen e Hereafter) fatta di velocità e di silenzi. Ma quando lo sguardo si sposta sulla corsa il risultato cambia. Vero, in Rush il mondo della Formula 1 non è mai protagonista ma cornice. Ma il dubbio è che, pur restando scenografia, l’universo delle corse non riesca a reggere le introspezioni di Chris Hemsworth e Daniel Brühl e finisca invece per diventare la parodia di se stesso, un ingombrante spot televisivo, fatto di inquadrature pubblicitarie di cilindri, pistoni, donne e motori.
L’universo umano di Rush risulta così più vero della sua controparte automobilistica. E per un film che vuole essere un tributo a un’era (tanto quanto a una sfida) passata, la sensazione è di trovarsi di fronte a qualcosa di venuto bene a metà: il ritratto di una corsa (umana) appesantita da un mondo che non riesce mai del tutto a starle dietro.


La locandinaTitolo: Rush (Id)
Regia: Ron Howard
Sceneggiatura: Peter Morgan
Fotografia: Anthony Dod Mantle
Interpreti: Chris Hemsworth, Daniel Brühl, Olivia Wilde, Alexandra Maria Lara, Pierfrancesco Favino, David Calder, Natalie Dormer, Stephen Mangan, Christian McKay, Alistair Petrie, Julian Rhind-Tutt, Colin Stinton, Jamie de Courcey, Augusto Dallara, Ilario Calvo
Nazionalità: USA – Germanie – Regno Unito, 2013
Durata: 2h. 03′


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Attualmente ci sono 11 commenti a questo articolo:

  1. Sebastiano ha detto:

    La F1 è un ingombrante spot televisivo, come lo sta diventando tutto lo sport, calcio in testa.

  2. Leonardo ha detto:

    Vero, ma se anche l’idea di Howard fosse stata quella di ricalcarne i toni (fare della F1 una parodia di se stessa) allora l’impresa rimane incompiuta, perché la sensazione è quella di trovarsi di fronte un mondo trattato in maniera superficiale. Peccato, perché il ritratto di Hunt e Lauda (merito della bella prestazione di Hemsworth e Brühl) a mio avviso funziona.

  3. Plissken ha detto:

    Secondo me per quanto la disamina in recensione possa far ritenere più che plausibile il concetto finale, non rende quest’ultimo necessariamente di carattere univoco.
    A mio avviso per esempio il film tratta prevalentemente appunto di due uomini

    -“…divisi da scelte di vita incompatibili, e pure uniti da una solitudine latente”-

    la cui storia potrebbe avere come “sfondo” qualunque disciplina sportiva “estrema”. Va ovviamente considerato che il periodo in cui è ambientata la pellicola vedeva una Formula 1 ancora molto acerba per ciò che concerne i canoni di sicurezza, da qui la valorizzazione della “filosofia di vita” dei due personaggi che, per quanto differente, confluiva in ambo i casi nella continua sfida alla morte.
    Secondo questa lettura quindi, la descrizione del mondo della Formula 1 non appare per nulla sterile od incompiuta e men che meno una parodia; viceversa, apporta alla pellicola un contributo più che prezioso considerando che alla fine non è che un “contorno” o meglio, un “pretesto” per raccontare una storia.

    Al di là comunque di queste considerazioni, mi è parso che la caratterizzazione dei personaggi abbia tutto sommato una discreta valenza (insomma, parliamo di Howard…) e che il film abbia una resa complessiva superiore all’attuale media, anche per meriti inerenti le riprese, la fotografia ed il montaggio. Il “circus” della Formula 1 dell’epoca mi sembra sia stato illustrato con perizia ed al tempo stesso regala “sensazioni” che appagano chi di motori ha passione.

    Non male per quanto di matrice sempliciotta il risultante aspetto emozionale, nonostante qualche gratuito scivolone nella sceneggiatura che risulta però, come da recensione, complessivamente dignitosa.

    L’arancione mi sembra un giudizio troppo severo.

  4. Guido ha detto:

    Secondo la mia modesta opinione, uno dei migliori film del 2013 e non solo.
    Non è per nulla uno spot televisivo per la Formula 1, riesce a far passare in secondo piano le corse, ponendo al centro della vicenda, l’antagonismo tra i due protagonisti.

    Quando uscì il primo trailer, temevo che avrebbero fatto passare Lauda come il “cattivo” della situazione. Invece la straordinaria sceneggiatura di Peter Morgan, li mette completamente alla pari. Durante il film è impossibile tifare per l’uno o per l’altro e i due personaggi sono descritti con una precisione incredibile.
    Il dialogo finale è da pelle d’oca.

    La ricostruzione storica è quasi maniacale, e le libertà che sono state prese dalla storia reale (in realtà Hunt e Lauda erano amici), non appaiono mai forzate o inverosimili.

    Bravo Hemsworth, superlativo Brühl. Ottima la regia di Ron Howard.

    Sono un appassionato di Formula 1, e quando ho saputo che ne avrebbero fatto un film, ho sperato in un buon prodotto, visti anche i nomi coinvolti nel progetto. Di fronte al risultato finale, non posso che dire che un film migliore su questo sport, sarà quasi impossibile farlo.

  5. Marco ha detto:

    Se un film che tratta di F1 (anche lasciandola solo di contorno) riesce ad appassionare uno che non s’interessa minimamente questo sport, penso che abbia fatto centro.
    L’ho trovato un ottimo modo per conoscere fatti a me ancora quasi totalmente ignoti e l’ottima sceneggiatura e la regia di mestiere di Howard (pago anche il fatto che lui stesso non è appassionato di F1, quindi ha diretto con piglio “classico”) mi ha pienamente coinvolto nella storia, romanzata benissimo.
    Non mancano anche momenti emozionanti (tipici di Howard) come la vittoria di Lauda a Monza, superbamente sottolineata dalla bella colonna sonora del fido Zimmer.
    Buoni effetti CGI al servizio del film.
    Comparto attoriale di buon livello, nessuno escluso.
    Una particolare menzione al grandioso montaggio, ingiustamente neanche candidato all’Oscar.

  6. Marco ha detto:

    Albe che ne pensi di “Le Mans ’66”?

  7. Alberto Cassani ha detto:

    Non l’ho ancora visto. “Rush” invece mi è piaciuto parecchio.

  8. Marco ha detto:

    Te lo consiglio: ben scritto, montato degnamente e ottimamente girato con un buonissimo comparto attoriale.
    Nonostante un pò la presa per i fondelli su noi italiani e sul fatto di essere dipinti come superbi, furbi per poi venire sconfitti in nome dell'”american dream”.

  9. Alberto Cassani ha detto:

    Sì, me ne parlava un amico giusto qualche giorno fa. Magari lo guardo nel weekend e ti dico.

  10. Alberto Cassani ha detto:

    Ho finalmente visto “Le Mans 66”. Devo dire che mi è piaciuto nonostante la nemesi decisamente da cartone animato. Tra l’altro conoscevo il finale ma non ricordavo che fosse proprio di quell’edizione, e non conoscevo assolutamente la storia che ne stava alle spalle. Le scene di corsa non sono esaltanti (o spossanti) come avrebbero potuto essere, ma alla fine va bene lo stesso. Non so se lo rivedrei una seconda volta, però.

  11. Marco ha detto:

    Grazie per avermi risposto Albe!
    Completamente d’accordo con te su tutti i fronti😉
    Riusciresti anche a rispondermi anche alla mia domanda sulla scheda de “Il Gioco Di Gerald”?😃
    Grazie!!!

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