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Thirst di Park Chan-wook

18 aprile 2017 Recensioni 3 Commenti
Thirst

Inedito in Italia – Assetato

Un sacerdote decide di andare in Africa e sottoporsi a un esperimento scientifico che ha lo scopo di trovare un vaccino per un terribile virus. L’uomo si ammala e muore, ma grazie a una trasfusione di sangue di provenienza sconosciuta, viene riportato in vita. Una volta rientrato in Corea, si accorgerà di essere profondamente cambiato…


Kang-ho Song in ThirstIspirandosi al romanzo di Emile Zola Teresa Raquin, il regista sudcoreano Park Chan-wook ha realizzato una pellicola spiazzante e affascinante allo stesso tempo. Thirst è un film dalle molte anime: è un dramma, un horror, un film sul vampirismo e una commedia nera. Sa andare al di là di banali classificazioni di genere grazie a una trama ricca di elementi e a una realizzazione stilisticamente suggestiva.

Una scena di ThirstIl film ha un inizio un po’ in sordina, sembra la storia semplice e banale di un prete che vuole rendersi utile in ogni modo, ma la trama cambia drasticamente dopo la narrazione della malattia dell’uomo e la sua straordinaria guarigione. Si assiste, infatti, a una svolta drammatica e di genere che coincide con la trasformazione del personaggio principale, da sereno uomo di Fede a persona dilaniata da passioni fino ad allora sconosciute. Dopo il ritorno in Corea, Sang-hyun non è più lo stesso: è diventato un essere assetato di sangue e non solo, così, mentre il resto della comunità lo vede come l’uomo dei miracoli che può curare gli ammalati, lui si sente un mostro.

Una scena di ThirstNegli ultimi anni c’è stato un rinnovato interesse al cinema per la figura del vampiro, ma quello protagonista di Thirst è inusuale e si distingue dai tanti visti in pellicole di recente produzione. Innanzitutto, l’idea che un prete si trasformi in vampiro è già di per sé originale e intrigante, inoltre l’abilità del regista coreano è stata quella di usare il tema del vampirismo per parlare in realtà di altro: Fede, amore, pulsioni carnali e non solo, egoismo e meschinità umane. Park Chan-wook riesce a descrivere con maestria i tormenti fisici e psicologici del personaggio, la straziante lotta interiore tra il suo essere uomo di Chiesa e le pulsioni che lo divorano, spingendolo a compiere atti contrari alla sua Fede e al suo ruolo.

Ok-bin Kim in ThirstLa trama subisce poi un’ulteriore svolta, che complica ulteriormente la situazione del protagonista, incapace di redimersi e sempre più prigioniero di desideri sconosciuti, intrappolato nel corpo e nella mente. Il tema dell’uomo in trappola è caro al regista, basti pensare a Old Boy, ma in Thirst il protagonista non è chiuso in una stanza, bensì bloccato nel suo stesso corpo, dilaniato tra pulsioni fisiche e Fede. Thirst è un film inquietante, un dramma con punte di horror che incolla lo spettatore allo schermo nonostante la durata, grazie a una trama avvincente, che raggiunge momenti di grande poesia – come nella bellissima sequenza finale – ma anche grazie a una realizzazione estetica potente, con una fotografia suggestiva, che rende la visione una vera e propria esperienza sensoriale.


La locandina di ThirstTitolo: Thirst (Bakjwi)
Regia: Park Chan-wook
Sceneggiatura: Seo-kyeong Jeong, Chan-wook Park
Fotografia: Chung-hoon Chung
Interpreti: Kang-ho Song, Ok-bin Kim, Hae-suk Kim, Ha-kyun Shin, In-hwan Park, Dal-su Oh, Young-chang Song, Mercedes Cabral, Eriq Ebouaney, Hee-jin Choi, Woo-seul-hye Hwang, Hwa-ryong Lee, Mi-ran Ra
Nazionalità: Corea del Sud, 2009
Durata: 2h. 13′


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Attualmente ci sono 3 commenti a questo articolo:

  1. Antonio ha detto:

    buongiorno,

    ma questo film è appena uscito nelle sale italiane? perchè io non lo trovo, nemmeno in home video….

    grazie

  2. Alberto Cassani ha detto:

    Ciao Antonio. No, com’è indicato in cima alla recensione, il film non ha distribuzione italiana. Questo e il precedente (“I’m a cyborg, but that’s ok”) non sono mai arrivati in Italia neanche in home-video. E’ stato però recentemente proiettato al Korea Film Festival di Firenze, dove Park è stato ospite d’onore.

  3. Antonio ha detto:

    che tristezza…..grazie della info!

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