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"Phantom Punch" di Robert Townsend

1 agosto 2012 Recensioni 0 Commenti
Phantom Punch

Inedito in Italia – Pessimo

Violento dentro e fuori dal ring, Sonny Liston non ha certo fatto una vita da atleta – tra donne, manager mafiosi e risse con i poliziotti – ma è diventato campione del mondo mettendo al tappeto il favorito Floyd Patterson. Sulla sua strada c’è però il giovane Cassius Clay…


Muhammad Alì e Sonny Liston nella foto di Neil LeiferSe fosse sensato pensare che Mike Tyson sapesse chi era Sonny Liston, si potrebbe dire che lo stile pugilistico di Liston abbia influenzato quello di Tyson. Campione del mondo dei pesi massimi dal settembre 1962 al febbraio 1964, Liston è stato uno dei più potenti picchiatori della storia del pugilato, ma anche uno dei primi veri “bad boys” della boxe statunitense. Il suo nome è però legato soprattutto alle dicerie che volevano la sua carriera controllata dalla mafia e alla famosa foto di Neil Leifer che lo ritrae ai piedi di un furibondo Muhammad Alì dopo che questi l’aveva mandato al tappeto con un pugno che secondo molti (compreso lo stesso Alì) non l’aveva mai colpito, un pugno fantasma che decretò il suo KO nel primo round e mise fine alla sua carriera ad alto livello.

Ving Rhames e Andrew Hinkson in una scena di Phantom PunchDiretto da un attore comico di scarso talento che certo non se la cava bene dietro la macchina da presa, Phantom Punch si propone di rendere giustizia a uno dei più devastanti pesi massimi di tutti i tempi ma non fa altro che puntualizzarne i difetti e sminuirne la vita e la carriera. Non solo, infatti, non ci viene raccontato nulla della sua dura infanzia, ma troppe cose vengono mostrate in maniera superficiale, senza alcun approfondimento né spiegazione, e lasciandole slegate le une dalle altre. Il risultato è di rendere parecchie situazioni ben poco comprensibili e di presentare in maniera ridicolmente negativa gli eventi più importanti della sua vita pugilistica, fino ad arrivare a un finale bugiardo e mal raccontato.

Il phantom punchOgni volta che si sale sul ring la regia fa costante abuso di ralenti, e non trova supporto in un montaggio appena mediocre. Questo certo non aiuta né la spettacolarità né il realismo degli incontri, anche perché se al regista serve la telecronaca per farci capire cosa succede tra le corde è chiaro che non sta facendo esattamente un buon lavoro. Ma è guardando la soluzione codarda con cui ha mostrato il phantom punch che pure dà il titolo al film, che si ha la misura della sua incapacità. E allora diventa chiaro come il sole perché questo filmetto men che mediocre non abbia mai trovato una distribuzione neanche nelle sale statunitensi.


La locandina di Phantom PunchTitolo: Phantom Punch
Regia: Robert Townsend
Sceneggiatura: Ryan Combs
Fotografia: John Dyer
Interpreti: Ving Rhames, Nicholas Turturro, Stacey Dash, Bridgette Wilson-Sampras, David Proval, Rick Roberts, Alan Van Sprang, Egidio Tari, Gord Rand, Sean Mauricette, Andrew Hinkson, Troy Amos-Ross, Brian Paul
Nazionalità: Canada – USA, 2008
Durata: 1h. 44′


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