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Creed - Nato per combattere di Ryan Coogler

14 gennaio 2016 Recensioni 7 Commenti
Creed - Nato per combattere

Warner, 14 Gennaio 2016 – Coinvolgente

Figlio illegittimo di Apollo Creed, Donnie Johnson passa l’infanzia dentro e fuori il riformatorio, fino a che la vedova di Apollo non lo prende con sé, dandogli così un’educazione. Ma il lavoro d’ufficio non fa per lui, così Donnie lascia L.A. per Philadelphia per fare il pugile professionista, allenato da Rocky Balboa…


Sylvester Stallone e Michael B. Jordan in una scena di CreedQuanto di più prevedibile si possa pensare come sviluppo della trama, Creed si dimostra invece un film sorprendente per riuscita emotiva e capacità di coinvolgere. Un film ben più profondo delle apparenze e a tratti esaltante, certamente più riuscito dell’ultimo Rocky Balboa che pure fu esaltato da molti.

La sceneggiatura ripercorre quanto più da vicino possibile la traiettoria del primo Rocky, adattandola ai tempi e ai personaggi e aggiungendo qua e là piccoli tocchi che riportano alla mente la saga originale, senza però mai esagerare in strizzatine d’occhio ad esclusivo uso e consumo dei fan. Il centro del film restano dunque i personaggi e le loro vicende, che così risultano più interessanti ed efficaci. E anche se è la boxe il motore che motiva il protagonista, è l’interazione con chi lo circonda che ne guida le azioni e le emozioni.

Una scenaIl regista Ryan Coogler – autore dell’apprezzato Fruitvale Station e del prossimo film Marvel dedicato a Pantera Nera – dirige con mano energica una macchina da presa estremamente mobile, regalandoci anche un primo incontro ufficiale interamente in piano sequenza (anche se non in tempo reale). Le immagini sono sottolineate pure dall’interessante colonna sonora di Ludwig “Ludovin” Göransson, che prova a creare nuove melodie partendo da quanto fatto da Bill Conti nel 1976, mescolandole all’R&B moderno ma scegliendo purtroppo di usare “Gonna Fly Now” nel momento clou di un incontro visivamente esagerato ma comunque esaltante.

Michael B. Jordan e Sylvester Stallone in CreedPremiato con il Golden Globe come miglior attore non protagonista, Sylvester Stallone accetta un ruolo complicato in un film sicuramente molto diverso da quello che lui avrebbe voluto (stava infatti lavorando a una sua sceneggiatura per il settimo Rocky quando la MGM ha affidato questo progetto a Coogler). Purtroppo gli sforzi suoi e degli altri attori sono parzialmente vanificati nella versione italiana da adattamento e doppiaggio abbastanza mediocri. Per fortuna la grandezza di una pellicola così vivace e potente va ben oltre una cattiva localizzazione.


La locandina di Creed - Nato per combattereTitolo: Creed – Nato per combattere (Creed)
Regia: Ryan Coogler
Sceneggiatura: Ryan Coogler, Aaron Covington
Fotografia: Maryse Alberti
Interpreti: Michael B. Jordan, Sylvester Stallone, Tessa Thompson, Phylicia Rashad, Tony Bellew, Andre Ward, Ritchie Coster, Jacob “Stitch” Duran, Graham McTavish, Malik Bazille, Ricardo McGill, Gabe Rosado, Wood Harris, Buddy Osborn, Rupal Pujara
Nazionalità: USA, 2015
Durata: 2h. 13′


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Attualmente ci sono 7 commenti a questo articolo:

  1. Fabrizio Degni ha detto:

    Ammetto di essere rimasto sorpreso, e non poco, da quel semaforo verde stampato dal nostro Direttore… tanto che mi sono subito fiodato a leggerne la recensione e trovare una sala che trasmettesse in queste aree il film.
    Dopo la visione posso dire che mai avrei pensato ad uno Stallone cosi…. umano, certo fa sempre la parte di chi le prende e poi si rialza, qui nella metafora dell’evento che accade, ma questa volta lasciando i riflettori al suo pupillo, ad una storia che si lascia vivere e che, diciamolo, incarna nuovamente il sogno americano: you can.

    Si.. c’e’ stato piu’ di un punto in cui davvero vedevo appannato… e non essendo i vetri di un’auto vi lascio intuire cosa significhi, perche’ dopotutto e’ cio’ che ci aspettiamo da un film, una bella storia, raccontata senza gloria ne’ infamia, con quelle cadute tipiche della vita e della quotidianita’ e quelle vittorie, quei montanti in grado di titare giu’ alla prima ripresa ogni avversita’, magari dopo aver baciato il tappeto.

    Un bel film che rivredrei e rivedro’, per quanto Sly abbia sempre quella dannata faccia mono-espressione!

  2. Alberto Cassani ha detto:

    Penso si possa dire tranquillamente che la bontà del film è merito della mano che l’ha realizzato: questo è chiaramente un film di Coogler, non di Stallone. E Coogler evidentemente è un regista e sceneggiatore molto migliore di Stallone.

  3. Plissken ha detto:

    Visto (in lingua originale). Personalmente l’ho trovato un film gradevole, non molto di più… d’altro canto non credo fosse intenzione del regista firmare un capolavoro.

    In molte parti (direi troppe) aleggiano echi Rockyettari legittimi indubbiamente ma che mi hanno dato la (solita?) sensazione di deja vu, al di là della perizia del regista sottolineata giustamente in recensione. Come espresso dal Degni però, le tematiche machiste-romantico-melanconiche mantengono sempre un certo appeal, perlomeno se sviluppate in maniera(istica) valevole.

    Riguardo gli interpreti, beh… se è vero che la faccia di Stallone è monoespressiva, non direi che il Jordan se la cavi molto meglio. Degli altri non credo rimanga traccia.

    P.S. Alzi la mano chi non ha pensato almeno una volta ad Apelle figlio di… 🙂

  4. Alberto Cassani ha detto:

    Io non c’avevo mai pensato…

  5. Lore ha detto:

    Doppiaggio italiano davvero criminale.

    Qualcuno gli spieghi che non esiste nella boxe una “categoria pound per pound” ma che quella espressione significa “in assoluto”

  6. Alberto Cassani ha detto:

    Eh. I dialoghi pugilistici sono effettivamente il peggio, ma di danni ne hanno fatti anche in quelli normali.

  7. Marco ha detto:

    Condivido pienamente il pensiero espresso in recensione.
    Uno spin-off, che io considero anche una sorte di remake del film del ’76, che da una trama molto convenzionale, grazie a Coogler, regala due ore di intensa emozione e garantisce il pathos necessario al combattimento finale.
    Coinvolgente senz’altro. Quanto “Warrior” per quel che mi riguarda.
    Molto buona la musica, anche se avrei usato il tema di Conti alla fine.

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