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"Toro scatenato" di Martin Scorsese

29 aprile 2004 Recensioni 18 Commenti
Toro scatenato

United Artists, 5 Febbraio 1981 – Memorabile WOW

La storia dello “scatenato” Jake LaMotta, leggendario pugile del Bronx. In questa pellicola ripercorriamo le gesta sportive di un combattente nato ma, ancor più, saggiamo la psicologia dell’uomo LaMotta, classico esempio di individuo succube della sua stessa natura, nel bene e nel male…


Robert De Niro in una scena di Toro scatenatoLa storia dello “scatenato” Jake LaMotta, leggendario pugile del Bronx, raccontataci da Martin Scorsese in un progetto nato quasi per caso su proposta di Robert De Niro, il quale aveva letto l’autobiografia del campione e ne aveva parlato all’amico regista, persuadendolo a farne un film. In questa pellicola ripercorriamo le gesta sportive di un combattente nato ma, ancor più, saggiamo la psicologia dell’uomo LaMotta, classico esempio di individuo succube della sua stessa natura, nel bene e nel male.

Robert De Niro in Toro scatenatoQualche tempo fa, un sodalizio di voci critiche di tutto rispetto nel panorama statunitense, capeggiato dal “mostro sacro” del giornalismo cinematografico statunitense Roger Ebert, sancì che Toro Scatenato possedeva tutti i crismi per avvalersi del titolo di miglior film degli anni Ottanta. Parallelamente, stime egualmente rilevanti furono indirizzate all’interpretazione di Robert De Niro, inserita nel lotto delle migliori performance attoriali di tutti i tempi; una prova d’attore che molti collocano oggi al primo posto assoluto nella suddetta graduatoria all time. Entrambe le stime sopra riportate, naturalmente, possono incontrare pareri discordanti ed innescare disquisizioni infinite: è di fatto estremamente complicato stilare una classifica così netta in materia cinematografica; è pressoché impossibile risalire ad una verità assoluta a riguardo, troppe le pellicole e le interpretazioni memorabili che occupano la memoria filmica dei più. Tuttavia, è quantomeno plausibile il fatto che entrambe le valutazioni possano effettivamente tendere a raccogliere pareri fermamente concordi. Perchè Toro scatenato è un’opera straordinaria.

Cathy Moriarty in Toro scatenatoIl fuoco del ring, tutto il fascino passato della nobile arte si avvertono pregnanti in questa pellicola. Nondimeno, il fattore pugilistico diviene qui uno splendido pretesto per ripercorrere la parabola esistenziale di un vero animale da ring, di un pugile epocale qual è stato Jake LaMotta, l’indimenticato “Toro del Bronx”. Non un combattente qualunque, ma un boxeur talmente caparbio da riuscire ad infliggere una severa sconfitta al grande ‘Sugar’ Ray Robinson, nel corso della sua prima sfida al forte pugile di colore. E non si trattava di un avversario propriamente comune, ma di colui che nell’ambiente pugilistico viene a tutt’oggi considerato come il miglior pugile di tutti i tempi pound for pound, ossia in assoluto, a prescindere dalla categoria di peso di appartenenza.

Robert De Niro in Toro scatenatoLa permanenza di LaMotta ai massimi vertici della boxe mondiale, ovvero il mantenimento di un prestigio assoluto nel ranking di disciplina (LaMotta conservò comunque il titolo di Campione del mondo dei pesi medi dal ’49 al ’51) fu minata da un’innata predisposizione all’autodistruzione, dal suo ego animalesco ed irrefrenabile, che in realtà celava un fondo di insicurezza la cui insorgenza veniva istintivamente calmierata da esplosioni irate, sanguigne, con effetti progressivamente deleteri sulla carriera – sulla vita – del campione.
E’ proprio quest’ultimo l’aspetto a cui gli autori si sono dedicati prioritariamente, eleggendo a tema del film un’indagine focalizzata sulla monodimensionalità del personaggio protagonista, sull’incapacità dello stesso di smussare gli angoli più ruvidi della propria indole anche solo per mero tornaconto, sull’uomo schiavo di se stesso, tristemente incline a pratiche di auto-danneggiamento generalizzato che quasi riflettono una sorta di masochismo inconsapevole.

Robert De Niro in un momento di Toro scatenatoLa componente sportiva, si è detto, non viene posta su di un piano dominante, ma è altresì vero che le sequenze di boxe sono state realizzate con una cura che esula dall’ordinario. Solo Michael Mann, vent’anni dopo, nel girare Alì si dedicherà in maniera ancor più capillare alla ricostruzione di match pugilistici, realizzando (splendide) sequenze-fotocopia dei combattimenti di Cassius Clay/Muhammed Alì.

Robert De Niro in una scena di Toro scatenatoLe scene di pugilato presenti in Toro Scatenato sono state per lungo tempo le più realistiche mai viste al cinema: immagini in grado di trasmettere tutto il sentimento battagliero che animava combattenti che non conoscevano resa, di ricreare la violenza dei colpi, lo smarrimento del pugile in difficoltà, il clima che circondava arene fumose e macchiate di sangue. Scorsese, da par suo, è riuscito a rendere indelebile la riproposizione del cosiddetto “massacro di Boston”, l’ennesima rivincita fra LaMotta e Robinson, l’incontro in cui lo stesso LaMotta, insofferente e frustrato, abbassa le braccia abbandonandosi volontariamente ai colpi dell’avversario. Ma il pugile non crolla, resta in piedi e si lascia massacrare e, una volta che l’arbitro ha interrotto il match, si lascia andare a quel «Hey, Ray: non mi hai mai messo giù…». Questa frase, l’intera situazione sopra descritta possono, dare un’idea di quali fossero le venature caratteriali che facevano del Toro del Bronx un’individualità bonariamente ostile, spigolosa in superficie ma vulnerabile nel profondo.

Robert De Niro e Joe Pesci in Toro scatenatoLo splendido bianco e nero con cui Michael Chapman ha fotografato il film richiede una sottolineatura. Un bianco e nero dal sapore quasi mistico, che assume una luminosità non a caso trasfigurante nel ritrarre, in due spezzoni montati in apertura e chiusura di pellicola, il Jake LaMotta che da tempo ha appeso i guantoni al chiodo mentre, nel proprio camerino, ripassa le battute del suo show cabarettistisco e allo stesso tempo usa quelle stesse parole per commiserarsi. Uno straordinario stralcio di cinema.

Pensare che a Toro Scatenato sia stato negato l’Oscar, pensare che l’Academy gli abbia preferito Gente comune, suscita un che di perplessità. Come spesso accade, fortunatamente, il tempo tende a ristabilire i valori. In fondo il cinema va oltre i premi e gli allori. Ciò che conta sono le mille emozioni che un film di questa levatura riesce a far vibrare. Ciò che resta, alla fine, è De Niro che danza sul ring sulle sublimi note della Cavalleria Rusticana.


La locandina di Toro scatenatoTitolo: Toro scatenato (Racing Bull)
Regia: Martin Scorsese
Sceneggiatura: Paul Schrader, Mardik Martin
Fotografia: Michael Chapman
Interpreti: Robert De Niro, Cathy Moriarty, Joe Pesci, Frank Vincent, Nicholas Colasanto, Theresa Saldana, Mario Gallo, Frank Adonis, Joseph Bono, Frank Topham, Lori Anne Flax, Charles Scorsese, Don Dunphy, Bill Hanrahan, John Turturro
Nazionalità: USA, 1980
Durata: 2h. 09′


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Attualmente ci sono 18 commenti a questo articolo:

  1. film spettacolare
    scorsese e de niro il meglio e al meglio in questo film
    e poi ce la cavalleria rusticana di cui vado pazzo

  2. Anonimo ha detto:

    Ho visto tutti i film di Robert de Niro ma i migliori sono TAXI DRIVER e TORO SCATENATO. TORO SCATENATO è un kolossal, magico e violento. Assolutamente da vedere, sconvolgente, per sempre forte, per sempre potente, per sempre maestoso. Questo è spettacolo!!!

  3. Riccardo ( ex Mickey Rourke ) ha detto:

    Alcuni lo considerano il miglior film di de Niro, ma io non ci credo, ha fatto di meglio.
    Comunque resta un capolavoro sia dal punto di vista artistico che della trama completa.
    Scorsese ha narrato abbastanza fedelmente la caduta di questo gladiatore del ring.
    Bellissimo.
    Capolavoro.
    Non ci sono altri aggettivi per descriverlo.
    Agghiacciante nella violenza che nella carica provocatoria.
    Poi è anche la storia di un uomo che si ama e che si odia nello stesso istante, ma che divenga uno degli eroi della cultura cinematografica.
    Bello.
    Lo guardo una volta alla settimana.

  4. Mirko ha detto:

    Alcuni credono che Alì sia migliore di Toro scatenato… balle, secondo me… è fin troppo facile parlare di un vincente come Muhammed Alì… più difficile narrare la vita di un “perdente” come Jake LaMotta… impossibile riuscire a far affezionare il pubblico ad un personaggio del genere (maleducato, violento, etc…)… ma Scorsese ci riesce in pieno (anche e soprattutto grazie al supporto di Bob De Niro…). CAPOLAVORO. Punto e basta!

  5. Marco ha detto:

    Concordo con tutti. Stupendo e coivolgente in modo impressionante.
    Il bianco e nero non disturba.

  6. Riccardo ( ex Mickey Rourke ) ha detto:

    Anzi, sembra quasi che siano le sequenze a colori da togliere. Ma hanno anche quelle il loro fascino.

  7. max ha detto:

    Visione pura ,non ci sono compromessi .

  8. Riccardo ( ex Mickey Rourke ) ha detto:

    Il montaggio è estremamente scorrevole e piacevole.
    Violento e provocatorio.
    Credo che faccia parte del genere neorealista visto che racconta di una società che va in frantumi.

  9. Fabrizio ha detto:

    Ancora con ‘sto neorealismo?!?

    “Toro Scatenato” fa parte del “genere Scorsese” e racconta la tormentata parabola esistenziale di un uomo che è vittima di se stesso e dei propri conflitti interiori. La conflittualità e il tormento interiore dell’uomo: questo è sostanzialmente il tema d’indagine più caro a Scorsese, vedi “Taxi Driver”, “L’ultima tentazione di Cristo”, “The Aviator”, a loro modo “Re per una notte” e “Cape Fear” e via dicendo.

    Punto.

  10. Riccardo ha detto:

    Saturo di violenza, Toro Scatenato è sicuramente la miglior opera del regista Martin Scorsese assieme all’attore Robert De Niro.

    De Niro, conosciuto per la sua maniacale preparazione e documentazione sui personaggi che si accinge ad interpretare, ha dato volto e fattezze ad alcuni tra i più noti, travagliati e complessi personaggi portati sullo schermo negli ultimi decenni: l’inquietante Trevis di Taxi Driver, lo psicopatico Max Cady di Cape Fear, ma sicuramente quella che è la sua miglior interpretazione è certamente quella dell’autodistruttivo pugile Jack LaMotta, una performance che si è guadagnata l’oscar non solo per il personaggio di un realismo inquietante, ma anche per i 30 chili di peso che De Niro ha dovuto assumere per recitare nei panni dell’ex pugile, di mezza età, frequentatore di night club.

    La trasformazione fu totale e sconvolse altamente il pubblico dell’epoca. Com’era possibile che un attore potesse arrivare a tanto per interpretare al meglio un personaggio cinematografico?

    Toro scatenato, oltre che per la violenza e i sacrifici che ha dovuto compiere l’attore protagonista, è conosciuto anche per gli incontri di boxe che Scorsese ( esordiente nel genere pugilistico ) diresse benissimo, che per il loro crudo realismo sono entrati nell’antologia cinematografica.

    Oltre a De Niro, grande contributo da parte di Joe Pesci e Cathy Moriarty ( entrambi giustamente nominati all’oscar ) che interpretano uno il fratello vittima della gelosia e della paranoia del campione dei pesi medi, e l’altra, il trofeo più ambito dal pugile.

    Grazie al montaggio perfetto e scorrevole della storica collaboratrice di Scorsese ( Thelma Schoonmaker ), un film complesso come Toro scatenato scorre velocemente senza dare alla storia né troppo peso e neppure troppa intensità.

    Girato in bianco e nero, per questioni artistiche e anche per coprire le scene di eccessivo splatter durante gli incontri sul ring, Toro Scatenato, ha tutta l’atmosfera ( ottenuta anche grazie all’antiquata colonna sonora che fra gli altri brani comprende La cavalleria rusticana ) tutta l’atmosfera epica di un film anni 50.

    Difficilmente, il colore avrebbe reso Toro scatenato, il capolavoro che è. Un film memorabile e che ha lasciato nel segno. Un’opera d’arte che può piacere e non piacere ma che sicuramente non lascia indifferenti.

  11. MAX ha detto:

    Girato in bianco e nero per coprire scene di eccessivo splatter?!?!?!?!

    Cme disse toto: MA MI FACCIA IL PIACERE!!!!!

  12. MAX ha detto:

    Basta vedere la scena di apertura con De niro sul ring offuscato dal fumo per capire che questo film non poteva non essere girato in bianco e nero,il colore avrebbe rivendicato un ruolo nelle scene che non gli competeva in quanto le immagini dovevano analizzare esclusivamente la purezza delle azioni e delle emozioni non il certo il superfluo. Questa e’ la genialita’ di questo film.

    PUNTO.

  13. MAX ha detto:

    piu’ che la purezza delle azioni ,la purezza dei gesti.

  14. Riccardo ha detto:

    Caro max non ti sembra che nella scena in cui jake è pestato per bene nell’ultimo combattimento, scorsese ci sia andato pesante con il bel sugo di sangue finto?

  15. Marco ha detto:

    Rivisto. Sempre meraviglioso. Riconfermo il mio precedente commento.

  16. Marco ha detto:

    Albe ritieni “Cape Fear” un’altra grande collaborazione qualitativamente parlando del duo DeNiro-Scorsese?
    Nonostante ritenga “Taxy Diver” e “Toro Scatenato” capolavori trovo CF più nelle mie corde visto che sfocia anche nel thriller-horror. E con una colonna sonora fulminate ed una fotografia magnifica a fargli da ciliegina sulla torta.

  17. Alberto Cassani ha detto:

    Mah… Non è certo un brutto film, ma mi pare nettamente inferiore ad altri di Scorsese.

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